di Erika Noschese
La sanità sciopera. A indire la giornata di mobilitazione la Cisl Fp Salerno che ha proclamato, per il prossimo 6 febbraio, una giornata di sciopero, a livello regionale, che vedrà protagonista anche la città di Salerno. «Mentre De Luca pensa ad annunciare nuovi infermieri, vincitori del ‘concorso Cardarelli’, decine e decine di precari dopo aver lavorato per anni ricevono in queste ore comunicazione del mancato rinnovo del rapporto di lavoro», ha dichiarato Lorenzo Medici, segretario regionale Cisl Funzione Pubblica, che evidenzia la necessità di una mobilitazione regionale e poi lo sciopero del comparto Sanità. Lo sciopero del 6 febbraio sarà anticipato da una mobilitazione che toccherà tutte le province della Campania, Salerno compresa, in programma il prossimo 28 gennaio dinanzi le prefetture delle città di Napoli, Caserta, Avellino, Salerno, Benevento dove i lavoratori delle Aziende Sanitarie e delle Aziende Ospedaliere del territorio della Regione Campania effettueranno dei presidi. Il 6 febbraio, invece, lo stop riguarderà i lavoratori delle aziende ospedaliere e i presidi che garantiranno solo i servizi essenziali. «Questo è il risultato del mancato dialogo che c’è tra i sindacati e chi dovrebbe governare la Sanità in Campania – ha poi aggiunto Lorenzo Medici segretario Cisl Fp – Chiediamo da mesi che i lavoratori della Campania siano al pari di quelli che lavorano nel resto del Paese e invece non possiamo far altro che riscontrare ancora una volta l’assenza non solo del dialogo ma di volontà nell’avviare un fruttuoso percorso da cui possano scaturire delle linee guida per uniformare i rapporti di lavoro. Centinaia di precari in questi mesi rischiano di restare fuori dal circuito professionale dopo aver speso anni in formazione e dopo aver contribuito al mantenimento dei livelli essenziali di assistenza, condizione fondamentale per l’uscita del commissariamento avvenuto negli ultimi mesi del 2019». «Oramai siamo ad un punto di non ritorno – ha invece aggiunto Antonacchio Pietro Segretario Generale della Cisl Fp di Salerno – o si adeguano gli organici o si chiudono gli ospedali. Anzi si aprono reparti previsti da atti aziendali come il caso della cardiochirurgia del Ruggi ma non si reclutano operatori né si stabilizzano i precari. L’azienda ospedaliera è allo sbando e proprio sul reclutamento degli operatori necessari sta rallentando inopinatamente ogni procedura mostrando di non avere alcuna visione prospettica al fine di garantire qualità e quantità dell’offerta sanitaria. Per tale ragione sarà opportuno scendere in piazza per dare uno scossone alla totale disattenzione sulla necessità di adeguare gli organici, pena il totale crollo del sistema sanitario salernitano». Antonacchio, nei giorni scorsi, ha provveduto a scrivere al prefetto di Salerno, al sindaco Vincenzo Napoli, alla commissione di Garanzia dell’Attuazione della legge sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali, al ministero della Salute e ai vertici dell’Asl Salerno e dell’azienda ospedaliera universitaria Ruggi d’Aragona per spiegare le ragioni della mobilitazione dopo l’esito negativo della procedura conciliativa prevista dalla legge con una conseguente mancanza di dialogo che prosegue ormai da mesi e che denota l’assenza di volontà della Regione Campania di avviare un fruttuoso e responsabile percorso anche a causa «dell’irresponsabilità della politica ed il mancato confronto nonostante le innumerevoli richieste inoltrate da questa Federazione – come ha spiegato il segretario generale della Cisl Fp – A tutto ciò si è aggiunta la drammatica situazione dei dipendenti con contratti flessibili a cui è stata notificata in questi ultimi giorni la cessazione del rapporto lavorativo in mancanza di atti di proroga, e dunque la non uniformità di procedure per il mantenimento in servizio di tutto il personale precario del Ssr».