Salerno. Usura al 25% peri ragazzi di Pastena - Le Cronache Ultimora
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Salerno. Usura al 25% peri ragazzi di Pastena

Salerno. Usura al 25% peri ragazzi di Pastena

Scafati/Agro/Vesuviani. Sfarzo e usura andavano a braccetto nell’inchiesta che ha coinvolto 47 indagati di cui 24 arrestati. Proprio il troppo lusso ha dato il via alle indagini sul giro di estorsioni, usura, intestazione fittizia e immigrazione clandestina che ha portato mercoledì all’alba al blitz della Guardia di Finanza. Un lusso che non era passato inosservato alle fiamme gialle del Gico e del Nucleo di Polizia economica e finanziaria, agli ordini del colonnello Claudio Molinari e del maggiore Aldo Masciulli. All’atto delle verifiche è balzata agli occhi proprio la differenza tra condizioni fiscali da nullatenenti dichiarate da alcuni degli indagati ed il lusso e lo stile di vita eccessivo. Come la Ferrari utilizzata da uno dei “disoccupati” di lusso per percorrere le strade di Sarno. Ma nell’ordinanza del giudice per le indagini preliminari e Piero Indinnimeo del Tribunale di Salerno, su richiesta della Dda, che include anche misure interdittive a carico di due direttori di filiale di banche a Salerno, un commercialista e un avvocato c’è anche il cavallo di ritorno tentato per una Maserati rubata ad Ottaviano. Insomma, il gruppo capeggiato da Massimo Graziano (boss dell’omonimo clan della Valle di Lauro, nell’Avellinese) non disdegnava nessun tipo di affari come il favoreggiamento dell’ingresso illegale dei cittadini extracomunitari attraverso i clic day. Sarebbero 506 le domande al vaglio della procura della Repubblica guidata da Giuseppe Borrelli. Uno dei settori più fiorenti era la capacità di ottenere finanziamenti agevolati. Graziano si era accreditato nel territorio di Sarno nei comuni vicini come interlocutore privilegiato sia di altri gruppi criminali ma anche per imprenditori e professionisti che guardavano al business legato a tutte le attività illecite. Così Massimo Graziano era riuscito a mettere le mani su attività economiche in difficoltà delle quali acquisiva la gestione e controllo nei momenti di crisi. Proprio sulle piccole e medie imprese in difficoltà era riuscito a far crescere la sua attività usuraria: su un prestito di 50mila euro aveva chiesto anche interessi pari al 7% ma i tassi mutavano a seconda della situazione. E la liquidità necessaria a praticare prestiti con tassi usurai sarebbe stata data al gruppo proprio dalla truffa allo Stato usufruendo di soldi del fondo di garanzia per le piccole e medie imprese. Sono diversi i finanziamenti ottenuti da società di comodo e poi finiti sotto la lente di ingrandimento della guardia di finanza. Su un prestito di 50mila euro Graziano chiedeva interessi pari al 7%. Ma i tassi mutavano a seconda del cliente e della situazione. Nel corso delle indagini la guardia di finanza ha accertato che il tasso raggiungeva talvolta anche il 10%. Su un “finanziamento” di tremila euro, ad esempio, la rata arrivava a sfiorare anche i 1.200 euro. In alcune circostanze Graziano voleva pagamenti settimanali, di circa 500 euro, in altri si faceva restituire il dovuto sempre tramite bonifici con fatture falsificate. Ma nell’inchiesta spuntano anche altri usurai, con interessi di gran lunga maggiori di quelli praticati da Graziano. Si parla del 20% di uno strozzino, fino al 25% da parte dei “ragazzi di Pastena” di Salerno. Su questo punto tuttavia l’indagine è in corso e quindi sono possibili nuovi sviluppi. Il “Quindicese” Graziano con la sua organizzazione, sarebbe riuscito ad intascare circa 1,4 milioni di euro con le truffe messe a segno agli aiuti alle piccole e medie imprese. La sua gang che rastrellava soldi, grazie a commercialisti, direttori di banca, sedicenti imprenditori che si intestavano aziende fasulle, e che consentiva al Quindicese una vita da super ricco.

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