
di Erika Noschese
Potrebbe subire una battuta d’arresto, o almeno un rallentamento, l’iter per l’affidamento della scuola elementare di Giovi Piegolelle a due associazioni del territorio, entrambe legate a due assessori del Comune di Salerno. Ad occupare gli spazi di una scuola, un tempo dichiarata inagibile, sono i Castellani, associazione guidata dalla figlia dell’assessore al Bilancio del Comune di Salerno Eva Avossa, e la Pro Loco Colline di Giovi, vicina all’assessore alle Politiche Ambientali Massimiliano Natella. Ebbene, un iter avviato due anni fa, ancor prima del ritorno in giunta della Avossa, è ora in fase di conclusione ma, come detto, potrebbe subire un rallentamento o uno stop definitivo. Secondo quanto fanno sapere fonti interne a Palazzo di Città, i Castellani vorrebbero godere ancora dei benefici che l’amministrazione ha concesso loro fino a qualche anno fa: i costi a carico dell’ente, a fronte di un fitto simbolico, come già avvenuto negli anni passati. Su questa richiesta ci sarebbe stato il no categorico del Comune che intende far cassa, giustamente, rispetto a un bene che appartiene all’ente e quindi gli spazi possono essere concessi ma solo se l’associazione si occupa di tutte le utenze ed, eventualmente, degli interventi di ristrutturazione. Inizialmente, la chiusura della scuola era stata giustificata perché non agibile, poi in corso d’opera il passo indietro: la struttura non è idonea ad ospitare gli studenti per la presenza di barriere architettoniche e per problemi strutturali. Inoltre, una struttura troppo grande per poche classi ha portato al trasferimento alla scuola di Casa Polla per realizzare un polo dell’istruzione con asilo nido, scuola dell’infanzia e scuola elementare. Come già ricordato, sono tante le associazioni culturali presenti in città, oggi alla ricerca di uno spazio per portare avanti le loro attività. L’ente, rispetto alle richieste, molte delle quali gestite dall’assessore alle Politiche Sociali Paola De Roberto, ha risposto negativamente, con il rischio – per le organizzazioni no profit – di interrompere le loro attività. Ebbene, in questo scenario di lacrime e sangue, sacrifici vanificati e attività interrotte in corso d’opera c’è chi riesce a bypassare ogni iter e ogni regolamento (no, non esiste ancora perché Tringali lo ha forse dimenticato nel percorso tra la Fondazione Menna e Palazzo di Città) e conquista spazi. Spazi che sicuramente spettano a chi, come nel loro caso, si attiva sul territorio, presenzia agli eventi e porta in alto il nome di Salerno, ma non sono gli unici. E allora, quali criteri sono stati seguiti per l’affidamento della struttura? La meritocrazia sicuramente no, a quanto pare.