
Olga Chieffi
Asse teatro Verdi e Delle Arti per il programma educational che prenderà il via stamane alle ore 10,30, proprio con la Compagnia dell’Arte di Antonello Ronga che ha appena archiviato la XIII edizione di “C’era una volta…..” e andrà a proporre il “Pinocchio ragazzo fortunato”, una rilettura della famosa storia collodiana, con le musiche di Lorenzo Jovanotti e le coreografie di Fortuna Capasso e Davide Raimondo eseguite dal Professional Ballet di Pina Testa e Fortuna Capasso. Uno spettacolo perfettamente rodato, applaudito già nelle Luci d’Artista al teatro Augusteo nel 2019 per il Family Show del Delle Arti della stessa stagione e anche all’aperto nel corso del Premio Charlot del 2023. “Il legno in cui è tagliato Pinocchio è l’Umanità” scrive Benedetto Croce. L’umanità è un materiale plasmabile che la tecnica trasforma e adegua ai propri progetti. Il legno non è tagliato solo da Geppetto, continua ad essere tagliato anche da altri “tecnici”, la Fata dai capelli Turchini e il Grillo Parlante. Sono passati oltre cinquant’anni dalla messa in onda de’ “Le avventure di Pinocchio” di Comencini, ed è quella la trasposizione più ardente con un cast sopra le righe. Storia di un burattino, firmata da Carlo Collodi, è una storia inesauribile, ricca di rimandi a tutto il patrimonio delle fiabe, eppure profondamente radicata nella vita e nei paesaggi italiani. Una storia che al teatro offre innumerevoli spunti per la messinscena, grazie a una funambolica carrellata di personaggi memorabili e il continuo alternarsi di situazioni comiche e poetiche. Il percorso della narrazione ne esce arricchito dalla dimensione teatrale, nella quale la metafora del burattino e del palcoscenico diventano segni concreti della macchina narrativa messa in moto da Collodi. Il fascino e la nostalgia emanati dalla Bambina dai Capelli Turchini, l’umoristica tristezza di Geppetto, la magnanima severità di Mangiafuoco, l’irresistibile cialtroneria del Gatto e della Volpe, la seducente illusione del “bullo” Lucignolo, le caratteristiche proprie di tutti gli altri personaggi che s’incontrano durante la vicenda permettono a Pinocchio di sbagliare, ma, attraverso i propri errori, anche di crescere. A volte il mito cambia. Pinocchio ha più immaginari collettivi. Rappresenta per la banalità la bugia con la pantomima del cambio di fisicità. Significa in realtà la trasformazione della materia in tessuto vivo, dell’immaginazione in cervello. Pinocchio esaspera il valore delle mani che lo plasmano in materia vivente, sollecita il racconto dell’artigiano che permette il valore delle cose. Pinocchio racconta la verità che è la sua storia. Storia di trasformazione come accade a tante cose nella nostra vita e nel nostro Paese. Pinocchio dialoga tra le culture, tra passato e futuro, racconta dei dialoghi di un mondo in cui sceglie di essere protagonista. Nel ruolo del protagonista, la marionetta più famosa del mondo, troviamo Aurora Renata Ronga, affiancata dallo stesso Antonello Ronga nei panni di Geppetto. Accanto a loro, un cast vivace e talentuoso: Chiara D’Amato è il Grillo Parlante, Gianni D’Amato e Cristina Mazzaccaro interpretano il Gatto e la Volpe, Andrea Mauro veste i panni di Lucignolo, mentre Francesca Canale è la Fata dai capelli turchini. Le coreografie sono firmate da Fortuna Capasso e Davide Raimondo, i costumi da Paolo Vitale, con la direzione organizzativa di Valentina Tortora e Mauro Collina. Le scene sono a cura di Francesco Maria Sommaripa (reali) e Marcello de Martino (virtuali), mentre luci e audio sono curati da GFM Service. L’invito, naturalmente, per tutti, è quello di riaprire il libro originale, per rileggere e meravigliarsi all’infinito di quel “C’era una volta…” che conduce subito al cuore d’ogni possibile favola, “C’era una volta un pezzo di legno”, ove l’impossibile diviene possibile: il teatro e il suo nuovo pubblico