Pini Arbostella. L'agronomo De Vita: da abbattere - Le Cronache Attualità
Attualità Salerno

Pini Arbostella. L’agronomo De Vita: da abbattere

Pini Arbostella. L’agronomo De Vita: da abbattere

di Erika Noschese

Polemiche ancora in atto per il taglio netto delle alberature nel Parco Arbostella. Proseguono le attività da parte del personale addetto, ma alcune forze politiche ambientaliste non ci stanno. Mentre “infuria” la polemica, arrivano le puntuali precisazioni e spiegazioni di Mario De Vita, agronomo impegnato nel quinquennio 2016-2021 a gestire – tra le varie cose – le indagini di stabilità del verde pubblico del Comune di Salerno. Voci contrastanti, anche tra i pareri richiesti da alcune forze politiche in città, circa il taglio di alcune alberature nel Parco Arbostella. Qual è la sua opinione, a riguardo? «Che le alberature del Parco Arbostella siano problematiche è un dato di fatto, ormai è da anni che alcuni esemplari sono monitorati per problemi conclamati all’apparato radicale e/o alle branche principali con grave rischio di schianti e rotture. Non conosco le attuali valutazioni tecniche che hanno portato, nello specifico, all’abbattimento di tutte le alberature ma, conoscendo la situazione pregressa, ricondurre tutte le responsabilità degli abbattimenti all’ultima perizia tecnica mi sembra alquanto semplicistico e pretestuoso. Mi risulta che anche nell’ultimo anno ci siano stati crolli in quell’area, fortunatamente senza coinvolgimenti di persone o cose. Per questo motivo mi astengo dal giudicare la scelta tecnica di procedere a tutti questi abbattimenti senza conoscere le valutazioni effettuate dal professionista incaricato». Sempre nel Parco, sono numerosi gli alberi che sembrano “vecchi” o “secchi”, sempre più obliqui con i tronchi e, in alcuni casi, con alcuni tagli già effettuati alle aree laterali dei tronchi. Cosa accade? Perché si interviene così? «Per molti degli esemplari arborei radicati al Parco Arbostella, sia in ambito pubblico che privato, sono già conclamate malformazioni dell’apparato radicale e della chioma. Tali difetti non sono del tutto imputabili alle operazioni di manutenzione effettuata negli scorsi anni e probabilmente l’attuale scelta di procedere agli abbattimenti è più un atto dovuto per la tutela della popolazione poiché si è giunti alla valutazione che non vi sono più possibili interventi di recupero. Posso affermare con certezza, perché l’ho riscontrato io stesso in passato, che per alcuni esemplari le attuali problematiche sono addirittura collegate alla qualità dell’albero messo a dimora circa 50 anni fa; mentre per altri i difetti sono stati generati da danneggiamenti a carico dell’apparato radicale per le operazioni di sistemazione e di realizzazione prima della viabilità e poi dei sottoservizi». Quali sono le caratteristiche che denotano la necessità di tagliare per intero, o anche solo parzialmente, gli alberi? «Si deve precisare che nell’ultimo decennio sono state stravolte anche molte delle pratiche di arboricoltura che in passato venivano considerati prassi da seguire; in quest’ottica, ad esempio, la potatura non è più considerata una pratica necessaria. Oggi pertanto la maggior parte degli interventi di potatura è ammessa solo in relazione a specifici bisogni per la popolazione, come ad esempio adattare la struttura del singolo albero alle limitazioni imposte dallo spazio in cui cresce (ad es. mantenimento dello spazio di rispetto stradale e verso edifici); evitare la caduta di rami che potrebbero causare danni a persone e cose; ridurre il rischio di cedimento della pianta intera o di sue parti; ridurre i conflitti di alberi o loro parti con strutture vicine (linee elettriche, edifici, ecc.); rimuovere porzioni di alberi colpite da parassiti o malattie. Purtroppo, gli interventi di potatura provocano sempre lesioni che inducono stress agli individui interessati e che possono accelerare le dinamiche di colonizzazione del legno da parte dei funghi e rendere necessaria una reazione della pianta alle ferite, con conseguente consumo di energia. Secondo gli attuali standard europei “la potatura degli alberi dovrebbe limitarsi ai casi in cui l’effetto positivo dell’intervento svolto supera nettamente il potenziale negativo originato dalle lesioni inferte alla pianta. In caso contrario, è preferibile mantenere la situazione preesistente, senza intervenire”». Si è parlato, diverse volte, della necessità di utilizzare piante differenti per donare polmoni verdi nei parchi o alberature nelle strade cittadine. Poco o nulla è cambiato. Come mai? «Da tempo, quando parlo di verde ed alberature, utilizzo un motto che recita: “C’è posto per ogni albero se ogni albero è al suo posto”. Le difficoltà maggiori sono proprio nell’individuare l’albero idoneo agli attuali siti di radicazione disponibili. La nostra città, come la stragrande maggioranza delle città italiane, non essendo dotate di uno strumento di pianificazione del verde (peraltro imposto dalla legge 10 del 2013), possa solo realizzare interventi spot di risistemazione mancando una visione complessiva dello sviluppo. Ritengo che purtroppo sia ancora poco diffusa una reale cultura del verde e Salerno. D’altronde le grandi aree verdi cittadine non sono idoneamente valorizzate e spesso non le si apprezza adeguatamente focalizzando più l’attenzione alla critica sterile verso gli interventi realizzati piuttosto che alla potenziale reale fruizione delle stesse aree». Secondo lei è opportuno assegnare alle cooperative sociali il servizio di potatura e di manutenzione, ordinaria e straordinaria, del verde pubblico? «Ritengo che la manutenzione del verde debba essere effettuata da personale idoneamente formato e controllato. La scelta di utilizzare le cooperative sociali in termini di manutenzione ordinaria del verde potrebbe essere vincente, poiché offrono la possibilità di una manutenzione capillare su territorio cittadino, ovviamente supervisionata da personale tecnico competente che sovrintenda alle operazioni e provveda alla formazione degli operatori». Quanto costa l’affidamento di un servizio a ditte professionali? Porterebbe più o meno vantaggi, o sarebbe esattamente la stessa cosa? «Il costo di affidamento di un servizio a ditte professionali o a cooperative sociali dovrebbe essere analogo, eventuali evidenti discrepanze tra i due costi possono solo evidenziare anomalie di sistema. Tuttavia l’affidamento tramite gara non sempre corrisponde a reale competenza operativa del personale impiegato. La professionalità e competenza dovrebbe, invece, essere imposta in fase di affidamento magari prevedendo l’individuazione di direttori tecnici qualificati per il servizio da offrire, come già avviene in altri settori». Le alberature creano anche i presupposti adeguati allo sviluppo della fauna locale, oggi sempre meno presente in termini di nidificazioni. Scelta ponderata? «Più che ponderata direi “da ponderare”. Sono sicuramente propenso, anche per formazione professionale, alle scelte di biodiversità, tuttavia la mia esperienza lavorativa mi insegna che non siamo ancora pronti. La maggior parte della popolazione residente in città non è abituata a convivere con la “fauna” poiché la presenza di alberi e di verde in generale, comporta, non solo la presenza di uccelli ma anche di insetti, di roditori, dei loro predatori e di tutti gli esseri viventi che costituiscono il potenziale ecosistema urbano. Ciò sicuramente impaurisce le amministrazioni e rallenta scelte in tale direzione. Basti pensare alle polemiche legate all’erba alta nelle aiuole, quando in caso di scelte per valorizzare la biodiversità la rasatura delle aiuole potrebbe diventare una pratica non necessaria».