Menti insane in corpi malati - Le Cronache Salerno
Salerno

Menti insane in corpi malati

Menti insane in corpi malati

di Alfonso Malangone*

Fu il poeta latino Giovenale a esortare i comuni mortali a pregare gli dei perché concedessero a tutti una ‘mente sana in un corpo sano’. Cioè, già duemila anni fa, ma pure ben prima, si sapeva che il benessere di una collettività è riposto nella presenza, in ognuno dei suoi componenti, di un inscindibile connubio tra volontà, frutto di consapevoli conoscenze, e salute, effetto di un quotidiano impegno fisico. Perché è la qualità dei singoli a trasmettere alla Comunità di appartenenza gli stimoli giusti per avere un miglior governo per un miglior futuro. Di fatto, nelle realtà davvero evolute, degne eredi di questa visione illuminata, cultura e sport sono considerati i pilastri portanti di una complessiva azione educativa che, combinando didattica ed esercizio fisico, mira a consentire a ciascuno di divenire ‘padrone di sé stesso’ per realizzare pienamente i propri desideri e per aprirsi a nuovi orizzonti di civiltà. In esse, è condiviso il convincimento che per poter arrivare a ‘ragionare con la propria testa’ non siano sufficienti gli insegnamenti familiari e neppure le conoscenze scolastiche curriculari, ma sia indispensabile maturare le esperienze relazionali prodotte dalla frequentazione di circuiti, centri e circoli dove confrontarsi ed avviarsi alla partecipazione collettiva. Ovviamente, in quelle realtà sono messe a disposizione idonee dotazioni infrastrutturali pubbliche, i cosiddetti Centri di Aggregazione Giovanile, quali Biblioteche, Cineforum, Laboratori creativi, Doposcuola per progetti di contrasto alla dispersione scolastica e alla povertà educativa, nei quali ciascuno deve essere spinto ad affinare la preparazione individuale agendo da persona libera, consapevole, sicura, non subordinata a volontà esterne intenzionate ad acquisirne il consenso o a condizionarne la volontà. A collaterale, altre utilità sono offerte per favorire un equilibrato arricchimento fisico e morale fondato sull’esercizio sportivo amatoriale e su sane competizioni che abituino a comportamenti leali e onesti, nel rispetto delle differenze e delle diversità, in vista dei futuri confronti imposti dalla vita. Perché è lo sport ‘puro’ l’unico strumento idoneo a saturare l’anima considerato che, dove esso manca, si concretizzano convivenze ‘bestiali’ incentrate sulla prepotenza, sull’arroganza, sulla prevaricazione, sulla volontà di esercitare il potere per ‘lavare i cervelli’ dei più deboli e prevalere senza merito con furbizie e sotterfugi. Di fatto, è fin troppo evidente che le modalità educative e sportive possono ‘fare la differenza’ tra le varie Comunità con risultati avvilenti e svergognanti per quelle, tra esse, incapaci di competere dignitosamente per il miglioramento del benessere generale. Sulla base di queste osservazioni oggettive, non può essere giudicata offensiva nei confronti della nostra Città la denuncia di una condizione fortemente deficitaria, resa ancora più grave dall’incredibile mancato conferimento delle deleghe per la Cultura e lo Sport, cioè dall’assenza degli Assessori che altrove assicurano le ‘menti sane in corpi sani’. Così, sia consentita una semplice domanda: “perché in questa Città sembra sia perseguito l’obiettivo delle ‘menti insane in corpi malati’?” E, poi: “perché in questa Città fare Cultura equivale a distribuire qualche soldo ad Associazioni e Fondazioni per manifestazioni che sembrano non oltrepassare i confini manco Regionali, ovvero a Comitati per feste paesane con le giostrine di periferia, mentre lo Sport è addirittura negato?” Eppure, non dovrebbe essere difficile fare qualcosa di più e meglio senza dover interrogare, per questo, l’intelligenza artificiale. Iniziando dalla Cultura, è ben noto che le attività dirette ad attrezzare le menti comprendono certamente quelle della programmazione e promozione di ogni iniziativa culturale, come mostre, spettacoli e manifestazioni, ma che sono indispensabili collaterali progetti di arricchimento idonei ad imprimere orientamenti e a fornire direttive grazie alla frequentazione di Musei, Biblioteche e Centri Culturali inseriti in percorsi di salvaguardia e valorizzazione del patrimonio comune. Perché la Cultura deve nutrirsi di Cultura. Da noi, purtroppo, non c’è più una Biblioteca decente, non si aprono Musei, non ci sono idee per l’utilizzo di qualche luogo già recuperato, i ‘pochi’ spazi pubblici sono assegnati ai ‘pochi’, e gli altri sono fuori, non c’è una struttura per ospitare con continuità confronti per libere esperienze di socializzazione non subordinate a terze volontà. E, si presentano come ‘Culturali’, con l’assegnazione pure di trenta denari di contributi, esposizioni a pagamento e rappresentazioni cabarettistiche. Così, non può stupire se ‘Openpolis’ ha rilevato che tra i 36.802 residenti in Città a fine 2021, di età compresa tra i 25 e i 49 anni, solo il 38,5% era in possesso del diploma o titolo superiore. E, all’opposto, che il 61,5% aveva appena la terza media. A numeri, ben 22.600 abitanti su 36.802 non posseggono una preparazione adeguata a garantire una ‘mente davvero sana’, mentre la continua emigrazione dei giovani titolati pone quelli che restano nella condizione di divenire vittime delle loro stesse inefficienze, inadeguatezze, impreparazioni e, in quanto tali, di essere destinati a mettersi in fila per un posto a 800/mille euro al mese. Una condanna a vita. Peraltro, come nuovi schiavi di un mondo professionalizzato, essi sono costretti a vagare ‘a vuoto’ al pari di zombi, a uniformare le loro volontà e a sottomettere le loro libertà per un tozzo di pane. E, allora: “in questa situazione, c’entra qualcosa la mancata delega per la Cultura?” La pratica sportiva è la seconda condizione del benessere, quella del ‘corpo sano’. In verità, mancando da noi la figura istituzionalmente chiamata a occuparsene e in relazione alla nota povertà di impianti, sull’argomento converrebbe stendere un velo pietoso di silenzio. La vicenda del crollo del pattinodromo, che interessa anche la Piscina Vitale, è solo l’ultima in ordine di tempo di un disonore per il quale non ci sono più lacrime. Tra poco, toccherà al Vestuti sbriciolarsi da qualche parte. Si ascoltano parole rassicuranti, ma è evidente l’insufficiente attenzione riservata alla diffusione dell’impegno fisico a favore della salute e del benessere dei residenti e, quindi, alla gestione, alla manutenzione, alla pianificazione e al finanziamento degli impianti, alla promozione di eventi e di tornei per le diverse fasce d’età, alla collaborazione con le associazioni e le società del territorio, all’elaborazione di programmi specifici per le scuole e gli anziani. Il compito di ‘mettere la faccia’ su tutto questo, a rischio sicuro di perderla, è stato assunto dal Presidente della Commissione denominata, forse pomposamente, dello Sport e delle Politiche Giovanili (!) che, come riportato da organi di informazione, ha parlato di una “Salerno Città dello Sport” e di un “Comune in prima linea per lo Sport” a fronte di un paio di campetti da calcio, forse tre, ripuliti da erbacce, mentre le società dilettantistiche e i giovani volenterosi si contendono palestre ‘sgarrupate’, capannoni improbabili e ‘campi di patate’. In questo contesto, è stato anche coraggiosamente sostenuto che il crollo del pattinodromo “è un evento straordinario, non prevedibile, aggravato dalle condizioni meteorologiche” benché sia ben nota la notizia dell’interdizione di parte della struttura dalla scorsa primavera, e anche prima. Del resto, che le mareggiate potessero sgretolare quel muraglione era evidente, come doveva essere evidente la necessità di intervenire non ieri, o l’altro ieri, ma almeno un decennio fa. Adesso, bisogna “agire con tempestività e individuare un finanziamento ad hoc perché le cifre in gioco non sono irrilevanti”. E, allora, una proposta: “perché non si usano i 50milioni destinati alla piscina per i pescecani in zona industriale?” Se la Commissione Sport e Politiche Giovanili (!) lo avesse davvero approvato un anno fa, come si è detto e letto, si potrebbe facilmente dirottare sulla Piscina Vitale. E, quindi: “la Commissione può esprimere un indirizzo in tal senso?” Se è ben possibile che siano carenti, in Città, le menti sane in corpi sani, non si può certo pensare che i cittadini siano tutti malati e degni di essere presi ‘a pescecani in faccia’. Elevare il livello di civiltà diffusa, offrendo all’intera Comunità la possibilità di diventare più consapevole, più responsabile, più forte, più autonoma e più libera, è il solo impegno che merita il rispetto e il ricordo. Di certo, più di altri obiettivi ritenuti meritevoli solo perché smuovono predominanti interessi economici. Non può essere il cemento il dio da invocare a favore dei cittadini ed al quale sacrificare le loro vite condannandoli ad avere ‘menti insane in corpi malati’. Questa Città ha bisogno del vero amore dei cittadini di cuore. *Ali per la Città