Fondazione de Stefano: 60mila euro di fondi pubblici in tre anni - Le Cronache Attualità

di Arturo Calabrese

Ultimamente si fa parla molto del Sistema Cilento. Il territorio è alle luci della ribalta nazionale per i vari arresti e per le inchieste che si sono abbattute tanto sulla Provincia quanto in provincia.

Il Sistema, però, non è soltanto l’appalto pubblico, ma anche il finanziamento di soldi pubblici a fondazioni e associazioni “amiche”. Per focalizzare la questione, è doveroso fare un passo indietro.

Oltre due settimane fa, è stata pubblicata un’inchiesta riguardante il comune di Albanella dove un’opera d’arte, donata dalla fondazione de Stefano, è stata spostata dal luogo ove era stata installata e giace ancora riversa su un lato in attesa di essere valorizzata. La vicenda e le scomposte reazioni della stessa realtà hanno fatto accendere l’attenzione sulla fondazione Matteo e Claudina de Stefano di Ogliastro Cilento le cui attività sociali sono encomiabili.

Tramite la vice presidente Angela Riccio, ha avviato il progetto Pac, Percorsi d’Arte Contemporanea nel Cilento che prevedeva l’installazione di opere d’arte in vari comuni del Cilento e nello specifico quelli afferenti all’Unione dei Comuni Paestum Alto Cilento, cioè Albanella, Capaccio Paestum, Giungano, Cicerale, Ogliastro Cilento, Agropoli, Prignano Cilento, Torchiara, Rutino, Lustra con Rocca Cilento, Laureana Cilento, Perdifumo.

Qualcosa sotto doveva esserci ed infatti delle zone d’ombra son venute fuori. Quando sono stati pubblicati gli articoli, sul sito ufficiale della fondazione la sezione dell’amministrazione trasparente risultava in costruzione e solo da qualche giorno, per uno scherzo del destino, su di essa sono presenti le rendicontazioni del 2021, del 2022 e del 2023 ed è qui che sorgono molti dubbi.

Unica cosa certa è che nel giro di tre anni, gli enti pubblici hanno concesso oltre 60mila euro di fondi per “contributo progetto”. Ci sono il Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, la Regione Campania, il comune di Capaccio Paestum. Si prende, adesso, un esempio concreto di tali zone d’ombra.

Il 27 dicembre del 2023, come già scritto in precedenza, la fondazione de Stefano, nella persona della vicepresidente e ideatrice del progetto Pac Angela Riccio, presenta all’Unione dei Comuni Paestum Alto Cilento una richiesta di contributo “pari a 15mila euro, a fronte di un impegno complessivo da sostenere pari a 30mila euro al fine di affrontare le imminenti spese legate alla realizzazione delle nuove opere a cura dell’Azienda Tesi srl”.

Alle ore 17.00 dello stesso giorno, la giunta si riunisce e concede i 15mila euro di soldi pubblici. Meno di 24 ore, dunque, per stabilire lo stanziamento. Questo finanziamento, però, non risulta nella rendicontazione fornita dalla fondazione de Stefano sul sito ufficiale, una documentazione che fino a qualche giorno fa non era nemmeno presente. Riferendosi all’anno 2023, e cioè l’ultimo disponibile non essendo ancora stato pubblicato il resoconto del 2024, si legge che la fondazione ha incassato dall’Unione 3mila euro il 26 gennaio di quell’anno.

La causale indicata è “contributo progetto”, ma di quale progetto si tratti non è dato sapere. L’ente, che all’epoca dei fatti era guidato dall’arrestato per corruzione Franco Alfieri, solo nel maggio del 2023 decide di aderire e sostenere il progetto. Insomma, c’è lo stanziamento del dicembre 2023 che manca all’appello. Potrebbe essere nel rendiconto 2024, certo, ma come detto esso non è presente.

Su questi famosi 15mila euro, per chiudere, anche i consiglieri dell’Unione dei Comuni Paestum Alto Cilento Raffaele Pesce, di Agropoli, ed Emanuele Sica, già rappresentante di Capaccio Paestum, hanno chiesto ragguagli alla presidenza, ma a distanza di una settimana non c’è stata ancora alcuna risposta. Infine, ci sono altri fondi stanziati per il Progetto Pac da altri enti che non compaiono nella rendicontazione della fondazione. Tema che verrà approfondito