Conte: Europee, «Assemblea per valutare se sostenere alcuni candidati del Pd» - Le Cronache Ultimora
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Conte: Europee, «Assemblea per valutare se sostenere alcuni candidati del Pd»

Conte: Europee, «Assemblea per valutare se sostenere alcuni candidati del Pd»

di Erika Noschese

Cittadino Sudd alle prossime elezioni Europee potrebbe sostenere alcuni candidati del Pd. Ad annunciarlo il presidente e già parlamentare Federico Conte chiarendo che a breve sarà convocata un’assemblea per valutare le ipotesi e decidere, in vista del voto del prossimo 8 e 9 giugno. Proprio di recente l’associazione ha proposto la creazione di una “Città del Sele”, un’unione volontaria dei Comuni della Valle del Sele. L’obiettivo è quello di valorizzare e governare in maniera unitaria un territorio ricco di storia e di rilevanza produttiva. Conte, un manifesto per unire i comuni della Valle del Sele. Secondo lei la Città del Sele è una sfida possibile? «La Valle del Sele, per storia, estensione territoriale, giacimenti ambientali e potenzialità di sviluppo, può considerarsi una delle quattro città-territorio di cui si compone, per conformazione naturale, la provincia di Salerno (le altre sono il Parco del Cilento, l’agro Nocerino e l’area medio-metropolitana di Salerno), e come tale va pensata e organizzata. Con un piano di sviluppo al quale vanno ricondotte tutte le scelte comunitarie. È una comunità vasta, in cui molti servizi – da quello dell’ambiente alla gestione dei rifiuti solidi urbani, dalla tutela del paesaggio a quella del patrimonio agricolo – meritano di essere programmati e gestiti in comune e in base a parametri di compatibilità. Non si tratta di una questione tecnica o burocratica, è indispensabile connettere rappresentanza, partecipazione, economia, politica e istituzioni. Con un “un riarmo teorico”, che consenta di declinare la rivoluzione digitale dal punto di vista dei bisogni, mettendo in discussione sè stessa e gli assetti attuali dell’organizzazione istituzionale e territoriale e facendoli evolvere in Unioni di scopo. In questa logica di futuro va inquadrata, in particolare, la Piana del Sele, una pianura di circa 700 kmq che, per dirla con Manlio Rossi Doria, rappresenta la “polpa” dell’alta e media Valle del Sele, che va dalle sorgenti del Sele alla sua foce». Cittadino Sudd ha già ribadito la sua posizione contro l’autonomia differenziata, quali altre iniziative saranno messe in campo? «Nell’atto costitutivo di Cittadino Sudd, che risale al 2019, vengono anticipate le ragioni del “no” alla proposta dell’autonomia differenziata che oggi animano il dibattito pubblico, e denunciata la portata eversiva e disgregante di una manovra istituzionale e finanziaria che aggraverebbe le diseguaglianze del Paese come il fronte della “nuova questione meridionale”. Una contro-riforma che, se realizzata, dividerebbe l’Italia per censo, tra regioni di serie A, in cui sarò possibile realizzare appieno i diritti di cittadinanza, e regioni di serie B e C, in cui la cittadinanza attiva sarà limitata e minore. Si basa su un inganno, perché non è prevista nessuna copertura finanziaria per garantire i Lep (livelli essenziali delle prestazione) che vengono promessi al Sud, nel mentre di consente alle regioni più ricche di trattenere solo per se una parte cospicua del loro gettito fiscale, impoverendo le casse dello Stato a tutto danno dei cittadini delle regioni più povere, destinate inesorabilmente a divenire più povere. Con un aggravante o meglio una beffa storica: il debito pubblico, grazie al quale il Nord ha potuto svilupparsi più del Sud, resterebbe a carico di tutti. Sotto il profilo politico è inaccettabile, oltre che incostituzionale. Anche Cavour, giova ricordarlo, scartò, per la stessa ragione sia l’ipotesi delle due Italie fosse una confederazione tra il Regno del Nord e il Regno del Sud sia l’ipotesi della regionalizzazione dello Stato, come oggi si propone nonostante il cattivo esempio dato dalle Regioni». Europee, quale posizione assume Cittadino Sudd? «Convocheremo un’assemblea per valutare la proposta di sostenere candidati del Pd con un mandato specifico: Il Documento di indirizzo per le politiche di coesione 2021-2027 prevede cinque grandi obiettivi (Europa più intelligente, Europa più verde, Europa più connessa, Europa più sociale, Europa più vicina ai cittadini), ne va aggiunto un sesto: Europa mediterranea. Questo consentirebbe di proporre la questione meridionale come questione europea e di avviare un’inversione alla tendenza che vede l’Europa sbilanciata verso Est». Qual è oggi il suo ideale di Europa? «Un’ Europa politica, quella di Altiero Spinelli, non quella dei mercati. Un’Europa dello sviluppo e del lavoro, che abbia un welfare e una fiscalità comune, assistita da leggi e non da raccomandazioni finalizzate alla politica dell’austerità, il cosiddetto vincolo esterno, come agli inizi degli anni novanta, Guido Carli, ministro del bilancio, aveva definito gli obblighi derivanti all’Italia dalla partecipazione alla comunità economica europea. Un termine utilizzato, da allora, per giustificare politiche di risanamento ovvero restrittive della finanza pubblica e promuovere governi tecnici, mettendo ai margini la politica. Questo presuppone che l’Unione Europea si trasformi in un organismo politico compiuto e le competenze per guidarlo siano consacrate in una Costituzione e assegnate alla competenza del Parlamento Europeo, non alla Commissione». L’astensionismo è oggi una piaga dilagante. Come provare ad invertire la rotta? «L’unico rimedio è provare a tornare alla politica, tagliando la barba sia al populismo sociale ovvero di base sia a quello di vertice. Ricreando le condizioni per rendere credibile e sentito il voto, che oggi è costipato, a livello nazionale, dal gioco di cinque o sei “capi” partito e, a livello locale da cacicchi, più o meno credibili, più o meno competenti, più o meno preparati, ma indissolubilmente legati all’esercizio estrattivo del potere, finalizzato nel migliore dei casi al consenso. Il cittadino che non vota riceve da tutto questo una spinta alla sfiducia, si rafforza in lui il convincimento che il suo voto non serva a cambiare. È significativo che tutti i politici denunzino il problema del non voto, ma non fanno una campagna, nutrita di fatti esemplari e non di parole, per motivare i cittadini a scegliere, togliendoli dalla triste condizione di sottostare a un voto di adesione o di opposizione, quindi non motivato idealmente e politicamente, oppure di astenersi, un modo di dire no a tutti nell’anonimato». Terzo mandato, qual è la sua opinione? «Credo che il terzo mandato non abbia il consenso dei partiti né quello del parlamento per una ragione: evitare incrostazioni di potere che sono nocive per il buon governo, per la formazione delle nuove classi dirigente, per non trasformare il governo delle istituzioni in puro esercizio del potere e per non personalizzare le cariche elettive. Da un punto di vista giuridico, a parte le disquisizioni interpretative, nel nostro ordinamento il terzo mandato non è previsto, se non per i piccoli comuni. Di contro si sostiene che a decidere devono essere i cittadini, opinione rispettabile ma non tanto da giustificare la pretesa di usare il potere istituzionale per fare carriera. La soluzione migliore sarebbe, per chi si sente amministratore a vita per meriti acquisiti sul campo, quella in uso un tempo nei partiti: passare da un’istituzione ad un’altra, di livello superiore o inferiore. Per quanto riguarda il caso Campania, ci atterremo, come Associazione, ai risultati del confronto in alto, senza pregiudiziali di principio». Cittadino Sudd giocherà un ruolo anche alle prossime amministrative? «L’intendo dell’associazione cittadino Sudd è di concorrere, nei modi possibili, a mettere insieme idee, programmi e gruppi dirigenti qualificati rafforzando i partiti a cui ci lega la storia e la visione riformista della società».