di Carmine LANDI
BATTIPAGLIA. Collettore: Comune espropria, Etica tituba.
Il movimento civico, Etica per il Buon Governo, timonato dall’endocrinologa Cecilia Francese, ha infatti reso pubbliche alcune riserve legate al modus operandi della macchina comunale in fatto di procedimenti di esproprio per la realizzazione del collettore fognario di via Padova: è di pochi giorni fa – e fu pubblicata anche tra le colonne di questo quotidiano – la notizia relativa alla sottoscrizione di una convenzione con la Regione Campania per disciplinare i rapporti fra i due enti per l’opera in questione e per l’adeguamento del depuratore di Tavernola.
Due importantissimi interventi in fatto di edilizia pubblica, che saranno effettuati sul dolce velluto dei finanziamenti ministeriali e regionali: alla tesoreria di Palazzo di Città, infatti, arriveranno 3,5 milioni di euro dal Ministero dell’Ambiente e 300mila euro da Palazzo Santa Lucia. Per quel che riguarda il collettore, è già stato presentato lo scorso 1 aprile – a firma della Sogesid, convenzionaria del Ministero – il progetto esecutivo, e a stretto giro di posta si arriverà all’indizione della gara d’appalto. S’attende, po
i, il piano definitivo anche per il depuratore di Tavernola, ma è sulla gestione della vicenda relativa agli espropri riguardanti il collettore di via Padova che Etica ha dei dubbi. Dubbi espressi dalla presidente e dal fidato ingegnere del movimento, Pietro Benesatto, che hanno voluto dir la loro circa gli espropri che il dirigente dell’Ufficio tecnico, Giancarlo D’Aco, e il responsabile del procedimento, Angela Costantino, hanno notificato a Pompea Parisi e a Riccardo Sica, proprietari di due immobili che, ricorrendo gli estremi della pubblica utilità, saranno in parte occupati temporaneamente e in parte espropriati: «Il Comune di Battipaglia – affermano gli “etici” – comunica l’avvio del procedimento di esproprio per il collettore fognario, ma il procedimento è già in corso da molti anni, e la comunicazione ai proprietari andava fatta prima dell’approvazione del progetto, come impone l’articolo di legge pure citato nel provvedimento a firma del nuovo dirigente. A pena di nullità».
E in effetti i dubbi ci sono tutti, perché le planimetrie catastali a cui si fa riferimento erano già nel progetto preliminare, approvato nel 2011: « Se i proprietari – concludono i due – sono danneggiati dalla presenza del collettore, allora avrebbero potuto proporre una deviazione del tracciato che riducesse il disagio e quindi il problema non è solo formale. Per il resto, più l’opera è complessa, più enti sono coinvolti, più soldi girano e maggiori sono i rischi di non veder conclusa l’opera. Per questo è meglio ricorrere a soluzioni più fattibili, più economiche e più rapide, come il recupero del depuratore di Belvedere, ultimato e mai entrato in funzione, e l’impiego del depuratore ASI, che pare sia già collegato alla rete fognaria di Battipaglia».
UNA VICENDA LUNGA MOLTI ANNI. Una vera e propria battaglia. Dall’epoca in cui la più importante poltrona di Palazzo di Città era occupata da Giovanni Santomauro, il movimento di Cecilia Francese sta portando avanti una dura lotta contro la mastodontica opera del collettore fognario.
Fin dal 2009, infatti, Etica per il Buon Governo sta indicando all’amministrazione comunale due strade ben diverse da quelle che poi, alla fine, sembra saranno intraprese, ossia la messa a nuovo dell’impianto di depurazione di Belvedere o del depuratore della zona Asi.
In quell’anno, ad agosto, la Francese, che era consigliere di minoranza, presentò un’interrogazione all’amministrazione Santomauro, chiedendo al sindaco quali fossero le sue intenzioni circa il problema depurazione: il primo cittadino rispose di aver lavorato per tutta l’estate per riuscire ad ottenere un finanziamento di 4,9 milioni di euro.
Nel 2011, poi, Etica rilanciò la quaestio e, attraverso Pietro Benesatto e Antonio Renna, presentò la prima mozione di iniziativa popolare della storia di Battipaglia: il Comune si sarebbe impegnato a definire un programma per la depurazione per tutti i battipagliesi e a impegnarsi per la restituzione delle tariffe Asis per la depurazione. L’amministrazione, allora, manifestò chiaramente l’intenzione di riprendere tra le mani un progetto risalente agli anni Settanta che prevedeva, appunto, la realizzazione di un collettore fognario che connettesse Battipaglia a Bellizzi prima e al depuratore di Salerno poi: un’opera da ben 90 milioni di euro, che agli “etici”, che hanno sempre considerato più agevolmente praticabile e più efficace la strada che porta a Belvedere e alla zona Asi, non è mai piaciuta.
La redazione del progetto, al costo di 37mila euro, fu affidata in maniera fiduciaria da Santomauro all’attuale senatore grillino, Andrea Cioffi, e la Francese manifestò il proprio disappunto: solo per un incarico oltre i 40mila euro, in effetti, sarebbe stato necessario affidare il lavoro tecnico con una gara ad evidenza pubblica, è vero; eppure, l’articolo 91 comma 2 del Decreto Legislativo 163/2006 spiega che gli incarichi tecnici di importo inferiore a € 100.000 possono essere affidati nel rispetto dei principi di non discriminazione, parità di trattamento, proporzionalità e trasparenza, e secondo la procedura prevista dall’articolo 57, comma 6, e dunque l’invito avrebbe dovuto essere rivolto ad almeno cinque soggetti. Santomauro fu arrestato, e al suo posto arrivò il commissario prefettizio, Mario Rosario Ruffo, che scelse di tirar comunque fuori dalla polvere il progetto – svanito nel corso dei mesi antecedenti – della grande opera.
«Rimettendo a nuovo quegli impianti – ha spiegato a più riprese la Francese – riusciremmo a soddisfare il fabbisogno non solo di tutta Battipaglia, ma addirittura di una collettività battipagliese-ebolitana, mentre l’attuale depuratore di Tavernola (che poi è quello che verrà ampliato con il progetto stipulato, NdA), che è l’unico funzionante, purifica i reflui di soli 15mila cittadini, costringendone altri 35mila a sversare direttamente nel Tusciano».
Verifiche a Belvedere e in area Asi, dunque, che Etica ha richiesto anche pochi mesi fa a Gerlando Iorio, Ada Ferrara e Carlo Picone – ai quali ha manifestato anche il problema relativo alle procedure di esproprio – e pare che i membri della commissione straordinaria abbiano manifestato la propria disponibilità a muoversi in tal senso.
Oggi, però, la strada intrapresa è maggiormente lunga e dispendiosa. E resta qualche enigma sospeso. E mezzo litorale battipagliese, anche per quest’anno, non sarà balneabile.