Visconti: Futuro dell’industria tra luci ed ombre - Le Cronache Ultimora
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Visconti: Futuro dell’industria tra luci ed ombre

Visconti: Futuro dell’industria tra luci ed ombre

di Erika Noschese

 

 

Prenderà il via questo pomeriggio l’evento Sud Nord Invest, una due giorni che metterà a confronto esponenti politici, istituzioni e imprese provenienti da tutto il Paese per discutere il tema dell’autonomia differenziata, lo sviluppo dell’industria italiana e la transizione green. La seconda edizione di Sud Nord Invest, promossa dalla Federazione Italiana Consorzi Enti Industrializzazione e dal Consorzio Asi Salerno, si terrà oggi e domani presso la Stazione Marittima Zaha Hadid di Salerno. Nell’ambito della manifestazione, saranno assegnati i premi Asi Salerno Awards, rivolti alle aziende della provincia di Salerno che si sono distinte per l’attuazione degli Esg. «Salerno ospita l’assemblea nazionale dei Consorzi di Sviluppo industriale e Salerno si presenta a questo appuntamento come un modello di sviluppo e anche di concretezza», ha dichiarato Antonio Visconti, Presidente Ficei e Consorzio Asi Salerno.

Presidente Visconti, la stazione marittima ancora una volta diventa scenario di confronti che vedranno protagonisti esponenti importanti della politica nazionale e non solo…

«Noi quest’anno abbiamo l’onore di ospitare l’assemblea nazionale dei Consorzi di Sviluppo industriale e Salerno si presenta a questo appuntamento come un modello di sviluppo e anche di concretezza. Questo è possibile grazie alla recente apertura dell’aeroporto, un porto che nonostante le dimensioni limitate da ottimi risultati, l’alta velocità che vede proprio in Salerno il capolinea, un’area industriale dinamica ed efficiente che rendono la nostra città “un capoluogo di provincia italiana” sicuramente al centro del dibattito nazionale sui temi dello sviluppo, con particolare riferimento agli effetti che la tanto vituperata riforma dell’autonomia differenziata dovrebbe e potrebbe creare anche sul comparto industriale e sulle attività produttive».

Visione e confronti sul futuro dell’Industria italiana. Qual è il futuro dell’Industria?

«Il futuro dell’Industria vede sicuramente toni di luci e altri di ombre. I dati confermano che l’Italia è il quarto esportatore mondiale per valore delle esportazioni, subito dopo Stati Uniti, Cina e Germania; addirittura ha superato il Giappone e noi siamo un piccolo Paese rispetto alla Cina. È una grande manifattura con delle eccellenze riconosciute a livello internazionale, un grande Paese industriale nonostante alcuni nodi irrisolti come il costo del lavoro, la troppa burocrazia e il Gap infrastrutturale. Interventi come la Zes unica hanno dato una mano al meridione è proprio il Sud negli ultimi mesi ha fatto registrare la crescita maggiore. Noi abbiamo dei dati, diffusi anche dal governatore della Banca d’Italia nel recente rapporto, che incoraggiano lo sviluppo dell’economia meridionale facendo segnare dei numeri importanti ma resta da capire quali potrebbero essere i rischi e i limiti dell’Autonomia differenziata. Ci si lamenta delle catene di comando corte alle imprese ma per loro è un vantaggio perché possono avere interlocutori rapidi e che conoscono le realtà dei territori, tuttavia una frammentazione del quadro regolamentare potrebbe rendere più complessa e anche meno agevole la competizione internazionale perché, nel momento in cui ci dobbiamo confrontare con la Cina e gli Stati Uniti, la capacità contrattuale di una singola regione è molto inferiore rispetto a quella di una nazione che ha un’unitarietà regolamentare, di scelte di politica industriale, quindi, la capacità. Speriamo che dal dibattito possano venire fuori degli spunti in termini di equilibrio tra questi due elementi, cioè una prossimità delle istituzioni unita ad una unitarietà delle misure e delle norme, delle regole del mercato e della voce rispetto agli attori internazionali».

Sud chiama nord, una sfida difficile ma non impossibile…

«Il sud ha recuperato soprattutto in termini di efficienza e di competitività. Dopo la pandemia le imprese hanno retto bene e probabilmente c’è stata anche una pulizia di quella che era la parte meno competitiva dei settori produttivi. Dobbiamo lavorare ancora per recuperare il Gap infrastrutturale e soprattutto per trattenere i nostri giovani. Un altro dato preoccupante per il Mezzogiorno, come registrato da Svimez, è la fuga di giovani che negli ultimi 20 anni ha toccato quasi un milione di unità e di questi 400 mila laureati. Le imprese del Sud stanno vincendo la sfida dell’efficienza e della competitività ma devono essere attrattive per trattenere qui i migliori talenti, le migliori competenze e poter tentare davvero di diminuire le distanze e cercare di effettuare la tanta auspicata rincorsa».

Per il territorio fondamentale è l’aeroporto Salerno Costa d’Amalfi. La programmazione estiva ha dato i suoi frutti, ora si pensa a quella invernale…

«Una premessa: questo è un risultato storico. Dopo anni, decenni, di false promesse e false attese, finalmente – grazie al lavoro sinergico del presidente De Luca, del Presidente della Camera di Commercio Prete e di tutti gli altri soggetti che hanno partecipato a questa iniziativa – parliamo di un vero aeroporto, con dei veri voli e delle vere tratte, gestito da un primario operatore del settore che vede opportunità di sviluppo e crescita nello Scalo di Salerno. E vede giusto perché i numeri hanno dato ragione, a breve partiranno anche i lavori dell’aereostazione e del completamento di tutte le infrastrutture di corredo intorno all’aeroporto, ma noi, come sistema delle aree industriali, auspichiamo che l’aeroporto di Salerno possa implementare anche un volo cargo, quindi possa essere oltre che Scalo passeggeri anche scalo merci, cosa che Gesac non riesce a fare a Capodichino; Salerno può essere uno sbocco per nuove rotte, nuovi mercati per le nostre produzioni. Tra l’altro, la provincia è un’eccellenza continentale nel comparto agroindustriale, fra l’agro nocerino e la piana del Sele. Le opportunità sono enormi non solo per Battipaglia ma un po’ per tutto il circondario; a riguardo abbiamo deliberato, con l’appoggio della Regione Campania, un ampliamento dell’area industriale di Salerno nella zona di Ostaglio, a ridosso dell’uscita della autostrada di Pontecagnano, proprio per tentare di intercettare qualche investimento che possa vedere implementato e sviluppato il traffico merci, rafforzare ancora di più la nostra struttura economica e logistica».

Tornando all’incontro, tanti ospiti, non solo per quanto riguarda il mondo della politica, ma anche le imprese e così via. Qual è il messaggio che vuole far arrivare?

«Come dicevo, il messaggio che deve passare è che Salerno è una delle realtà più dinamiche del Mezzogiorno. Il luogo che abbiamo scelto è un po’ l’emblema del dinamismo e della capacità di Salerno di guardare al futuro, una realtà piccola se confrontata con altre zone ma forte nei settori che rappresentano le filiere strategiche dell’Italia in particolare del Meridione: l’agroindustria, la manifattura, il turismo. Ci presentiamo come una realtà che può essere di modello e di monito per tutto il Mezzogiorno e che non teme la sfida con le altre aree industriali del Nord, quelle di Verona, di Trieste o di Pordenone, ma anzi cerca di competere alla pari con i distretti più avanzati».