Antonio Manzo
Nell’università dell’amichettismo la graduatoria dell’anagrafe scala e si passa dagli stati di famiglia con mariti e moglie, fidanzate e fidanzati, amiche e amici di elevato rango affettivo, a nipoti di prima generazione. Sì, in cattedra è scoccata l’ora di trovare posto ai nipoti, meglio se in una onorata cattedra universitaria. E’ quello che accade all’università di Salerno dove, tra silenziosi dinieghi, celate contrapposizioni e anche evidenti ostilità, la professoressa Annamaria Parisi, nipote della ben più nota coppia accademica Gabriella Autorino e Pasquale Stanzione, presidente nazionale Autorità Garante dei dati personali, già in quota al dipartimento scienze umane retto del professore Maurizio Sibilio (mancato eurodeputato dei Cinque Stelle), ha trovato definitiva sistemazione in cattedra. La docente Gabriella Autorino già professoressa di sistemi giuridici comparati ha dato la cattedra alla nipote dopo un abile giro di valzer tra i dipartimenti dell’università. Se il valzer è stato immediato e riuscito, la docente Annamaria Parisi non potrà dire quel che pronunciò il professor Giambattista Scirè dopo una guerra di undici anni per conquistare una cattedra all’università di Catania: “Mi sento come uno che ha fatto una guerra mondiale. Sono ferita, stremata, ma alla fine ho vinto” per la cattedra che gli spettava in un concorso cucito su misura di un’altra candidata. Il passaggio di Annamaria Parisi è avvenuto nel secondo mandato del direttore del dipartimento giuridico Giovanni Sciancalepore, allievo di Gabriella Autorino, ricompensato come consulente giuridico del presidente dell’Autority Garante guidata da Stanzione, insieme al docente Olindo Lanzara professore associato di diritto privato comparato, nominato dirigente dell’Autority a tempo non indeterminato, entrambi con conseguenti congedi e retribuzioni molto elevate. Tutti i due docenti sono cresciuti nella scuola Autorino-Stanzione e saranno pure stati scelti per curriculum di alta professionalità ma la coincidenza fatale delle virtuose coincidenze sarebbe ancora al centro di molte discussioni para-accademiche, Intanto svanisce la possibilità di una proroga del rettorato di Loia fino al 2027. L’emendamento presentato da due parlamentari calabresi di Forza Italia non naviga in acque tranquille nel decreto Milleproroghe, tanto che la stessa ministra all’università Anna Maria Bernini avrebbe comunicato ai suoi colleghi di maggioranza più di una perplessità. Alla commissione affari costituzionali del Senato non sarebbe possibile neppure uno scampolo di accordo per varare una norma che cambi il tempo della scadenza dei rettori italiani che vantano una facoltà di medicina e chirurgia un incarico fino al dicembre 2027.





