Una giornata particolare: in ricordo del mio papà Pasquale Bottiglieri - Le Cronache Attualità
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Una giornata particolare: in ricordo del mio papà Pasquale Bottiglieri

Una giornata particolare: in ricordo del mio papà Pasquale Bottiglieri

Per mio padre Pasquale Bottiglieri, reduce di guerra ogni occasione era buona per parlare della guerra e della sua guerra. In casa era argomento quotidiano tanto ché per noi figli questa litania giornaliera neanche l’ascoltavamo più. Il guaio era che noi ragazzi non avendola vissuta nulla capivamo e nulla sapevamo degli orrori della guerra, ma neanche delle origini del Boom economico che rendeva e rese facile la nostra infanzia. Ero un giovanotto con tanti sogni e un buon lavoro assicuratomi da mia mamma che analfabeta per volere dei genitori, inculcò in noi figli il seme della cultura e del sapere mandandoci a scuola. La propaganda fascista aveva plagiato gli animi di noi giovani. Così assieme ad altri giovani alla chiamata destinazione Tunisia mi imbarcai senza pormi domande. Come toccammo il suolo tunisino un boato enorme ci avvolse tutti e mi ritrovai in un ospedale di campo cieco e dolorante. Ricordo come se fosse oggi Orlando un mio compagno di guerra sfuggito all’attentato portarmi ogni giorno quattro o cinque datteri. Mi diceva mangiali qui la popolazione è talmente povera che si nutrono con quattro di questi al giorno. Ignoravo questo frutto era buono e lo mangiavo. Nel letto di ospedale pensavo ma perché abbiamo invaso un popolo così povero che neanche si difende. Mi resi conto che Mussolini aveva invaso la Tunisia per suo opportunismo. Infatti il suo combattere si basava solo sulla propaganda mandandoci a combattere senza strumenti e digiuni del deserto. Tornato a casa cieco di un occhio mi resi conto che essere vivo per me era solo l’inizio. La guerra finì e nel 46 gli italiani furono chiamati a votare. Come per incanto si riconobbero quasi tutti antifascisti, votarono anche le Donne il suffragio fu universale. Iniziò così il miracolo economico italiano. Nel mentre a Salerno nacque l’associazione combattenti e reduci di guerra a cui mio padre aderì. Grazie a questa Associazione mio padre e il suo Alfredo amico. medico di Bologna si attivarono a raggiungere nelle campagne sperdute e sui monti tanti ex combattenti per fargli avere un vitalizio dignitoso rapportato al danno subito. Trovammo una miseria e un degrado del sapere immane, a questo ci aveva portato la guerra. Ogni giorno in casa nostra si radunavano gli amici di guerra e ognuno raccontava il suo percorso doloroso parlavano di Mussolini definendolo un eroe e un satiro. Dicevano all’unisono: Il suo carisma la sua empatia ci plagiò rendendoci partecipi di una guerra giusta nel voler conquistare e sottomettere ad ogni costo altri popoli, maledetto se non fosse nato oggi tutti noi avremmo il corpo integro, la guerra non è mai portatrice di pace concludeva mio padre. E poi il dieci di ogni mese a casa nostra arrivava puntualmente la rivista Resistenza creata e gestita da ex partigiani di Torino Gli amici di mio padre aspettavano questo giorno come si aspetta il giorno di Natale. Alle 14 .00 erano tutti a casa nostra anzi alcuni anticipavano il postino. In estate si sedevano all’ombra di un grande noce in inverno al caldo del camino prima di iniziare la lettura commentavano la copertina, quando poi mio padre alzava gli occhi tutti zittivano e iniziava la lettura. Io ragazzina ascoltavo rapita le storie partigiane di Tina Anselmi e Nilde Iotti Donne affermate e attive nel direttivo parlamentare.su questo argomento incominciavano a litigare perché alcuni di loro vedevano l’emancipazione femminile un danno per la società dando di brutto contro mio padre che ci mandava a scuola. Il progresso faceva passi da gigante, alla mia nascita mio padre comprò a Salerno la cucina a gas, nel 59 Il televisore…un Telefunken mastodontico dove noi ragazzine ci specchiavamo senza vederci. Prima di lasciarci era sovente rammentarci che all’interno della sua bara fosse messo un giornale della resistenza lui rimasto cieco ogni giorno qualcuno di casa oppure suoi amici lo leggevano per lui, disse: anche in paradiso troverò qualche buon amico che lo leggerà per me! Questo oggetto magico riunì ancora di più i vicini .la sera in punto alle otto erano tutti da noi per il telegiornale. Col tempo capii che mio padre l’aveva comprato solo per se Infatti a casa nostra si ascoltavano solo telegiornali e documentari di guerra. La guerra era diventata per lui un’ossessione patologica, non sopportava il buio, ogni dolore era causato dalla guerra persino l’ictus. Incominciai a capire la guerra di mio padre quando nel 1989 con la caduta del muro di Berlino iniziarono ad arrivare notizie sul crollo dell’Unione sovietica e la fine della guerra fredda Compresi quando mio padre tuonava :Roosevelt era convinto della buona fede di Stalin e soprattutto dell’idea di un Mondo pacifico che comprendesse anche l Unione Sovietica Stalin invece mirava ad altro decidendo in ultima razzio che L’URSS doveva restare fuori dall’unione Europea, Secondo Togliatti invece l’Italia sarebbe diventata serva dell’America. Capii l’utopia del programma comunista, compresi quando diceva ai suoi amici comunisti: è facile per voi essere comunisti in Italia andatevene in Russia. Però alla festa della liberazione tutti uniti per la manifestazione. E poi non dimenticate che i fascisti hanno ucciso Matteotti. Al nome Matteotti iniziava un discorso farraginoso sui partiti dove ognuno di loro tuonava pensando di essere nel giusto. Solo su una cosa erano unanimi sul concetto della Pace tra i popoli. Capii l’utopia del programma comunista, gli orrori del fascismo e feci mio la libertà e la democrazia. Anche oggi come allora l’Italia ha tanti problemi tra i tanti l’assenza di giovani ma anche e soprattutto giovani sempre più poveri.

Lilla Bottiglieri in ricordo del suo papà Gruppo scuola lavoro consolato Maestri del Lavoro Salerno

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