Risoluzione di altri 28 rapporti lavorativi, con l’azienda che non potrà far nulla per fronteggiare l’impatto sociale del provvedimento. La nuova procedura di mobilità per i dipendenti del Cstp ha preso forma e ora i numeri sono ben precisi. I lavoratori in esubero sono aumentati: si è, infatti, passati dagli 88 previsti dall’ultimo aggiornamento del piano industriale agli attuali 128. Un incremento del personale in più che è frutto dei tagli previsti dalla Provincia di Salerno che, con la ormai famigerata delibera 339 dello scorso 23 novembre, taglia, seppur indirettamente (rimettendo il pagamento dell’Iva sui corrispettivi nelle mani della Regione Campania), la bellezza di cinque milioni di euro al trasporto pubblico locale. Così, subito è stata approntata la nuova procedura di mobilità (già annunciata nel giorno della riunione tenutasi a Napoli con l’assessore regionale al lavoro Severino Nappi). In sostanza, per 28 persone (coloro che nel corso dei prossimi 18 mesi acquisiranno il requisito della pensione di vecchiaia o di anzianità contributiva) non c’è più posto nell’azienda: non potranno essere dirottati su mansioni inferiori dal momento che la crisi aziendale attraversata non consente la sussistenza, né rende ipotizzabili, posizioni libere all’interno della pianta organica. Né, tanto meno, alla luce delle difficoltà di tutte le aziende del settore, potrebbero essere distaccati presso altre ditte. Si tratta di 17 conducenti, 4 collaboratori di esercizio, tre addetti all’esercizio, un coordinatore all’esercizio, un responsabile di unità tecnico-amministrativa complessa, un ausiliario e un operatore generico (ex bigliettaio sc). A loro potranno essere riconosciute sì le provvidenze per quel che concerne la quota che attiene all’esodo incentivato, ma l’azienda, proprio in virtù della crisi economico – finanziaria con cui, nonostante la ricapitalizzazione, si trova a dover fare ancora i conti, non consente al Cstp, di effettuare interventi diretti a fronteggiare le conseguenze sul piano sociale che la procedura di mobilità comporterà. Tradotto: se coloro che saranno licenziati, non percepiranno sussidi dignitosi, l’azienda non potrà interventire economicamente in loro favore.
Ai 28 licenziati si affiancheranno almeno 100 cassintegrati, già rientranti nella 223 chiusa negativamente all’Ormel di Napoli lo scorso 12 ottobre e che riguardava l’intero personale e ancora attiva, per i quali è prevista l’adozione della cassa integrazione in deroga. Cig alle quali si potrà accedere solo presentando un piano condiviso da azienda e sindacati, così come richiesto dall’assessore regionale al lavoro Severino Nappi lo scorso 6 dicembre: senza il piano di continuità che deve essere stilato e soprattutto condiviso (ma al momento per le parti sociali non c’è stata nemmeno la convocazione), per il Cstp non ci saranno ammortizzatori sociali, dal momento che le risorse sono poche e bisogna centellinarle.
Insomma, con la nuova procedura firmata, per delega del collegio dei liquidatori, dal direttore generale Antonio Barbarino, i dipendenti del Cstp dovranno diminuire dagli attuali 580 a 552, a cui aggiungere gli almeno 100 cassintegrati del vecchio provvedimento per arrivare a circa 480 unità.
Chi pensava che con la ricapitalizzazione tutto si sarebbe sistemato, dovrà rivedere la propria posizione: il difficile viene proprio adesso.