In merito all’articolo a firma Andrea Pellegrino, apparso il 27 gennaio scorso e intitolato “Fondi alla scuola Pirone, è polemica”, riteniamo opportuno chiarire alcuni aspetti.
Il progetto di cui si parla è stato finanziato da “Con I Bambini” Impresa sociale, organizzazione facente capo alla Fondazione “Con il Sud”. Pertanto, l’intervento in questione non c’entra assolutamente nulla con i PON.
Il titolo del Progetto è “Seconda stella a destra…Mentori per la Resilienza”, ed è stato presentato dalla Cooperativa sociale Oxfam Italia, con sede ad Arezzo, in veste di capofila, con una serie di partner tra i quali, a Salerno, l’ARCI e l’Istituto comprensivo “Giovanni Paolo II”.
Il progetto, da alcuni mesi in fase di realizzazione nei territori di Arezzo, Catania e Salerno, è risultato vincitore di un bando promosso da “Con i Bambini” Impresa sociale e pertanto assegnatario di un finanziamento proveniente da fondi destinati dalla stessa Fondazione ad attività di contrasto alla povertà educativa minorile.
Nessun questionario è stato sottoposto agli alunni. L’Istituto comprensivo, che figura, come detto, tra gli enti attuatori, ha messo in atto tutte le procedure per informare i genitori degli alunni riguardo il progetto e le attività proposte, inserendo queste ultime nel Piano triennale dell’offerta formativa. Successivamente è stato sottoposto all’attenzione dei genitori un modulo di iscrizione alle attività (ovviamente facoltative) e di consenso al trattamento dei dati, come da prassi e come da leggi vigenti sulla privacy. Aggiungiamo che le attività oggetto del modulo di iscrizione si svolgono regolarmente in orario curriculare e in presenza degli insegnanti.
Queste le necessarie precisazioni. Per quanto riguarda invece le osservazioni contenute nell’articolo, citiamo la frase estrapolata dal progetto e riportata correttamente (questa sì), frase che chiarisce perfettamente l’infondatezza delle polemiche: “(…) Attività di sostegno alla genitorialità, con particolare attenzione alle famiglie che si trovano in situazione di vulnerabilità”. Ci riferiamo a quel “con particolare attenzione” che rende esplicito come il progetto non si rivolga esclusivamente a famiglie in condizioni di disagio conclamato. Del resto, le attività in programma sono rivolte a tutti. Il concetto di sostegno alla comunità educante (citato nell’articolo) rende chiaro l’obiettivo. Comunità educante sono gli insegnanti, i genitori, i compagni di classe…
Se poi ci sono genitori che non ritengono di aver bisogno del progetto, semplicemente, possono decidere di non iscrivere i propri figli alle attività.
Senza entrare nel merito di valutazioni che non ci competono, concludiamo dicendo che l’ente che ha scelto di finanziare e promuovere il progetto non lo ha, ovviamente, ritenuto “sbagliato”.
E’ un dato di fatto, infine, che quanti hanno deciso di parteciparvi e di realizzarlo, hanno ritenuto opportuno farlo.