Giovanni Cocca, ingegnere civile, per la seconda volta si candida a sindaco di Sarno. Guida una coalizione di centrodestra, affiancata da liste civiche.
Quali le differenze rispetto alla precedente esperienza quando, lo ricordiamo, contro ogni pronostico arrivò al ballottaggio?
Innanzitutto, una squadra più strutturata e più forte. Le forze civiche mi hanno dato, ed ancora mi stanno dando, una forza propulsiva enorme. Direi che sono un carburante di idee e di entusiasmo molto importante. Ma la coalizione di centrodestra, oggi, può garantire che queste idee e questo entusiasmo possano tramutarsi in interventi concreti, con una filiera istituzionale importante che da Sarno porta a Roma e a Bruxelles.
Un’idea ambiziosa…
Direi imprescindibile. Con il Pnrr e i progetti in itinere bisogna guardare ben oltre i confini locali e regionali. I nostri giovani emigrano perché qui hanno sempre meno opportunità: guardiamo a Bruxelles non solo per un efficace utilizzo dei programmi comunitari, ma anche per i cosiddetti fondi a sportello, più solleciti e specifici. È innanzitutto così che immaginiamo di trasformare Sarno.
In che modo? Entriamo nello specifico.
Partendo dall’esistente, che è tanto nonostante un decennio di totale abbandono. Penso al territorio, totalmente abbandonato a sé stesso finanche nella manutenzione ordinaria: ci si è ricordato di qualche lavoro sono in piena campagna elettorale. Una mortificazione all’intelligenza dei cittadini. Penso anche ai centri storici. Una grande particolarità di Sarno è che ne ha ben otto, tutti diversi, tutti con una propria identità ed una propria fisionomia. Occorre predisporre piani di recupero e riqualificazione ed incentivare anche gli interventi privati, snellendo una burocrazia che oggi è onerosa e asfissiante. I centri storici devono tornare alla vita, aprendosi a piccole attività commerciali e anche a residenze per studenti universitari. Voglio nuovamente la vita, nei nostri vicoli, basta con ragazzi che devono spostarsi in comuni vicini anche per un drink, una pizza o una semplice passeggiata.
Per il rilancio economico cosa immagina?
Anche su questo fronte l’esistente è già tanto, per quanto trascurato: penso al commercio. Ogni serranda che si abbassa per sempre è un colpo al cuore, e sono sempre più gli esercenti che davvero faticano a rimanere aperti. Occorrono politiche di sostegno vero, non un DUC in cui non crede nemmeno la Regione, che stanzia appena 5 milioni. Occorre un progetto organico di rilancio della città che spinga i consumi, ma attiri anche potenziali clienti dai comuni limitrofi. Questo lo si può ottenere riqualificando e manutenendo la città con regolarità, creando spazi e punti di ritrovo, ma anche costruendo e sostenendo un calendario di eventi tutto l’anno, non soltanto in corrispondenza delle feste patronali o comandate. E creando una rete di servizi funzionale: parcheggi, servizio di navette comunali, illuminazione pubblica decente ovunque.
Ultimo punto: la sicurezza
Riporteremo la Polizia municipale in centro, incrementando l’organico e attivando turni fino a mezzanotte. Rimetteremo un piantone sotto la Casa comunale, creeremo il vigile di quartiere e potenzieremo la rete della videosorveglianza e dell’illuminazione. La nostra “Sarno sicura”, parte da questo.