Salzano su ergastolo ostativo: «Il “no” della Grand Chambre era un risultato atteso da anni» - Le Cronache
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Salzano su ergastolo ostativo: «Il “no” della Grand Chambre era un risultato atteso da anni»

Salzano su ergastolo ostativo: «Il “no” della Grand Chambre era un risultato atteso da anni»

di Fiorinda Stasi

La Corte Europea non ha dubbi: «l’ergastolo ostativo è un trattamento inumano e degradante». Da Strasburgo arriva così il rigetto alla richiesta dell’Italia di opporsi alla bocciatura del “fine pena mai“ previsto dell’art. 41bis dell’ordinamento penitenziario. Terrore di mafiosi, camorristi e ‘ndranghetisti è stato liquidato senza possibilità di revisione, e senza nessuna motivazione ulteriore rispetto alla sentenza del 13 giugno scorso sul caso di Marcello Viola. Il “no” della Grande Chambre, e il conseguente invito alla modifica della norma, ha immediatamente creato allarme e polarizzazione nel mondo politico. A sostenere la decisione di Strasburgo il Partito Radicale, da anni impegnato nella battaglia a favore della dignità umana nelle carceri. «Non avremmo potuto sperare in un esito migliore da parte della Corte Europea», ha spiegato Donato Salzano, esponente salernitano del Partito Radicale. «Ci eravamo già ampiamente espressi circa il caso di Marcello Viola, condannato per associazione mafiosa e sequestro di persona, e oggi abbiamo la conferma che le nostre tesi vanno considerate legge. Lo Stato Italiano, alla luce di quanto espresso dall’Unione Europea, non può che prendere atto della storica sentenza e adeguarsi gioco forza». Il partito orfano di Pannella, che aveva promesso un referendum per abolire l’ergastolo, non sembra intimorito dalle insorgenze delle istituzioni e dalle preoccupazioni delle maggiori sigle sindacali delle forze dell’ordine. «Non è da oggi che ci dichiariamo assolutamente contrari all’ergastolo ostativo – ha proseguito Salzano -. Immaginare che possa esserci uno sconto della pena solo nel caso in cui si abbia a che fare con un condannato delatore, disposto perciò a collaborare con la giustizia, è inammissibile per un Paese civile come l’Italia. Realtà carcerarie analoghe esistono, ma solo in contesti in cui è totalmente assente lo stato di diritto. E’ per questo che il parere di Strasburgo dà concretezza a un’idea che sposiamo da anni: La mafia non si combatte con la tensione delle sirene, dei cortei e della terribilità. La mafia si combatte col diritto», ha concluso Donato Salzano. Adesso dopo il momento delle reazioni bisogna attendere la risposta del Parlamento italiano.