Salerno, stazione bloccata. Disagi - Le Cronache Salerno
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Salerno, stazione bloccata. Disagi

Salerno, stazione bloccata. Disagi

Al grido di “Palestina libera”, anche la città di Salerno scende in piazza per manifestare, all’indomani dell’abbordaggio della Flotilla da parte delle forze armate israeliane. Nel pomeriggio di ieri, infatti, si è tenuto un presidio di protesta dinanzi la Prefettura in piazza Amendola. Il corteo si è poi spostato verso la stazione centrale. Sventolando le bandiere nero-bianco-verdi, i manifestanti si sono fermati all’ingresso della stazione ferroviaria centrale, con la Polizia presente lungo il percorso, anche se non si sono registrate criticità né è stato permesso di raggiungere i binari, in modo da non creare disagi a viaggiatori e pendolari. In serata, anche all’ospedale di Salerno, come in altri nosocomi italiani, si è tenuto il flash mob degli operatori sanitari “Luci sulla Palestina – 100 ospedali per Gaza”. Intanto, la manifestazione di protesta si è svolta anche a livello nazionale e in piazza anche Sinistra Italiana, rimarcando come tra le persone fermate “illegalmente in mare” ci sia anche Benedetta Scuderi, europarlamentare di Alleanza Verdi e Sinistra, “cui siamo grati per aver portato anche la nostra forza politica a bordo di una delle azioni umanitarie più potenti della storia”. “La nostra parlamentare europea Benedetta Scuderi è oggi detenuta illegalmente nel carcere di Ashdod: si tratta di un vero e proprio sequestro da parte del governo israeliano, che ha violato il diritto internazionale abbordando in modo illegale la Flottiglia della libertà. Per questo domani, giovedì 3 ottobre, saremo in piazza per denunciare questa gravissima violazione e per chiedere la liberazione immediata di Benedetta Scuderi e di tutte le attiviste e gli attivisti sequestrati”, ha dichiarato Angelo Bonelli, deputato Avs e co-portavoce di Europa verde. Nel frattempo, questa mattina si terrà lo sciopero generale proclamato dalla Cgil Salerno proclamato in difesa della Flotilla bloccata in acque internazionali da Israele, prima del suo arrivo a Gaza. A bordo, pacifisti di tutto il mondo, anche italiani, trasportano a bordo aiuti umanitari per la popolazione palestinese. Lo sciopero generale è stato convocato ad horas per difendere i principi costituzionali di pace, solidarietà e libertà. A partire dalle ore 9 è previsto il concentramento con presidio presso la Prefettura di Salerno, in contemporanea con altre iniziative su tutto il territorio nazionale. Il blocco della Flotilla è una vera e propria aggressione, un crimine contro persone inermi, una violazione del diritto internazionale e dei valori costituzionali fondanti del nostro Paese. “Non possiamo restare in silenzio di fronte a questo attacco che ha colpito uomini e donne mossi unicamente da principi di solidarietà – dichiara Antonio Apadula, segretario generale della Cgil Salerno – È un colpo inferto all’umanità intera e un affronto alla nostra Costituzione. Difendere la Flotilla significa difendere il diritto dei popoli all’autodeterminazione, alla speranza che domani sia un giorno migliore per i palestinesi che rischiano di scomparire sotto i colpi scelerati di Israele. Non è possibile rimanere in una posizione di attesa o far finta che non stia accadendo niente. E’ necessario aprire corridoi umanitari e porre fine al genocidio, per Gaza e per la pace di tutti i popoli del mondo”. Lo sciopero e la mobilitazione nazionale sono un atto di responsabilità civile e sindacale. “Il governo italiano – continua Apadula – ha abbandonato cittadini e lavoratori italiani imbarcati in una missione umanitaria, invece di proteggerli. Questo tradisce la nostra storia e i principi su cui si fonda la Repubblica. Salerno, città di accoglienza e di lotte sociali, non si gira dall’altra parte: saremo in piazza per chiedere pace, dignità e giustizia”. La Cgil Salerno invita cittadine e cittadini, associazioni, forze sociali e politiche a partecipare numerosi al presidio sotto la Prefettura, unendo le voci della nostra comunità al coro che da Nord a Sud del Paese chiede con forza: “Giù le mani dalla Flotilla, giù le mani da Gaza”. Nella prima notte di ottobre, all’inizio di questo che sarà un autunno caldo, mentre tutta l’Europa si mobilita, anche a Nocera gli attivisti di Potere al Popolo fanno sventolare le bandiere di Palestina. “Per svegliare la città dal torpore e dal cinismo che hanno accompagnato la narrazione del genocidio in atto da due anni, stanotte abbiamo affisso degli striscioni in alcuni punti della città. Vogliamo così testimoniare la nostra solidarietà alla resistenza dei palestinesi e agli attivisti della Sumud Flottilla che in queste ore sono nelle mani dell’esercito israeliano – hanno dichiarato gli attivisti – Vogliamo mostrare che c’è un pezzo di mondo, sempre crescente, che vuole un futuro diverso nel quale non ci sia più spazio per questa economia di guerra globale che sta risucchiando tutte le nostre energie – economiche, emotive – a favore di pochi e cinici potenti. Ci auguriamo che l’amministrazione nocerina, cui riconosciamo qualche gesto di solidarietà verso il popolo palestinese, e la popolazione di tutto l’Agro possano trovare in questa tragedia un punto minimo di unione per rilanciare percorsi radicalmente nuovi e virtuosi, ispirati dalla pace globale, dal disarmo, dalla coesistenza dei popoli. Alla manifestazione di protesta ha preso parte ieri, e prenderà parte oggi, anche Memoria in Movimento: “L’aggressione contro navi civili che trasportavano cittadine e cittadini italiani, rappresenta un fatto di gravità estrema. Un colpo inferto all’ordine costituzionale stesso che impedisce un’azione umanitaria e di solidarietà verso la popolazione palestinese sottoposta dal governo israeliano ad una vera e propria operazione di genocidio. Un attentato diretto all’incolumità e alla sicurezza di lavoratrici e lavoratori, volontarie e volontari imbarcati. Non è soltanto un crimine contro persone inermi, ma è grave che il governo italiano abbia abbandonato lavoratrici e lavoratori italiani in acque libere internazionali, violando i nostri principi costituzionali”, hanno ribadito. Il giorno dopo, sabato 4 ottobre, partiranno dal salernitano numerosi autobus, “tra cui il nostro, e diverse auto organizzate da singoli cittadini che non sono riusciti a trovare posto sui bus già pieni per essere presenti e partecipare alla manifestazione nazionale per la Palestina. Purtroppo i nostri mezzi e le nostre finanze non ci hanno permesso di prenotare altri due bus che sarebbero stati necessari per le richieste che ci sono pervenute – ha spiegato il presidente Angelo Orientale – E quindi là dove è stato possibile abbiamo facilitato ad organizzare singole macchine e un paio di furgoncini. Ci corre quindi l’obbligo di ringraziare pubblicamente chi ha messo a disposizione le auto e gli attivisti che in pochissime ore si sono rivolti a noi per partecipare alla manifestazione. La manifestazione di sabato per noi è solo un ulteriore momento. Ci fermeremo solo quando il genocidio si fermerà, e il diritto internazionale avrà di nuovo il primato insieme alla diplomazia che, da parte del nostro paese e dell’Europa interna, sono degli sconosciuti. Nei fatti sono co-responsabili dei crimi contro l’umanità e di genocidio. Ci fermeremo quando insieme a tutto ciò vedremo il diritto inalienabile, non solo per il popolo palestinese ma per tutti i popoli, all’autodeterminazione e alla libertà. Vita, terra e libertà per il popolo Palestinese e per tutti i popoli del mondo”. Anche i docenti e le docenti dell’Università degli Studi di Salerno in solidarietà con la Palestina aderiscono allo sciopero generale di oggi. L’Università di Salerno si confronterà anche in ambito ufficiale, nella riunione monotematica del Senato accademico che al più presto dovrà essere organizzata. La protesta pacifica di oggi si terrà presso il porto commerciale di Salerno in solidarietà con la Global Sumud Flotilla. Tra le richieste avanzate dai docenti il ritiro di tutte le collaborazioni accademiche delle università italiane con le istituzioni israeliane implicate direttamente o indirettamente nel genocidio e nell’occupazione della Cisgiordania