di Erika Noschese
L’umanità non ha colore, non ha forme predefinite, non ha altra forma che quella del cuore. Capita, però, che a volte ci si dimentichi che siamo semplicemente esseri viventi di passaggio su questo bellissimo miracolo chiamato Terra, e che quindi l’umanità venga meno anche dinanzi a un gesto semplice. Conoscete il modo di dire “perdersi in un bicchier d’acqua”? Quanto accaduto alla protagonista di questa storia prende fin troppo alla lettera questo detto. Iniziamo col presentare lei, anzitutto: Mara Gobbato, artista di strada, giramondo, armata di chitarra e di un furgone che è anche la sua casa. Non solo sua, a dire il vero, poiché Mara ha con sé sei cani, che la seguono e sostengono ovunque, di cui uno paralizzato che necessita di costanti cure anche a causa dell’avanzamento della sua età. E sembrerà strano, ma in questo mondo la malizia è soltanto negli occhi di chi guarda (e fidatevi, è così praticamente sempre), ma è proprio grazie allo stimolo donatole dai suoi due cani più anziani che Mara ha ripreso a girare l’Italia in lungo e in largo, per poter permettere a entrambi di vedere i luoghi più suggestivi della Penisola. “Sto facendo il giro della penisola in ricordo del primo giro del Paese per il mio cane disabile – racconta Mara – che era giovane, ora è anziano e si sta iniziando ad ammalare. Purtroppo, anche l’altro mio cane più grande, visto che ne ho 2 di 10 anni che puntano agli 11, sta lentamente regredendo”. Da qui la sfida lanciata a sé stessa: “L’anno scorso ho fatto un giro del Paese ma velocissimo, e non ne sono rimasta soddisfatta. Ora ci stiamo prendendo il nostro tempo per un’ultima avventura, prima di tornare a nord e rimanere nei loro ultimi anni”. Un modo semplice e intensissimo per chiarire che l’amore non ha bisogno di spiegazioni, di tempo, di facce, di miti: o è o non è. Da qui l’arrivo a Salerno, dove l’artista si ferma con la “complicità” del suo furgoncino, che necessitava di un po’ di manutenzione dal carrozziere. L’occasione dello stop permette a Mara di conoscere qualcuno, tra cui un fotografo che decide di pranzare con lei. Non daremo dettagli sui luoghi, poiché non è nelle intenzioni di chi firma questo racconto “infangare” il nome di un locale o di un altro: in fondo non serve fare i nomi, chi sbaglia sa di aver sbagliato. Anche perché, ci teniamo a ribadirlo, ci si è letteralmente persi in un bicchier d’acqua. Al termine del pranzo, il carrozziere si prende carico del furgone-casa di Mara Gobbato che, nel frattempo, si preoccupa di dare qualcosa da bere anche ai propri cani. Con una bottiglia vuota, Mara “osa” avvicinarsi al bancone di un bar per chiedere la cortesia di avere dell’acqua di rubinetto da poter dare ai propri cani. La banconista, va detto, si propone subito di riempire la bottiglia per consentire a Mara di dar da bere ai propri cani. Che però sono sei, quindi una sola bottiglia non sarebbe mai bastata. La proprietaria del locale, in prima battuta “impegnata” a fare lo scontrino ad altri clienti e già precedentemente abbastanza prevenuta nei confronti di Mara, ora si trova dietro al bancone e non si limita ad osservare la richiesta dell’artista giramondo, ma la riprende in malo modo intimandole di acquistare l’acqua in vendita anziché richiedere acqua di rubinetto (al grido di “io la pago l’acqua”) e, poco dopo, arrivando addirittura a costringerla ad uscire perché “altrimenti avrebbe chiamato la polizia”. A nulla è servito precisare che l’acqua sarebbe servita a dissetare un cane disabile e una cagnolina più piccola: la proprietaria del locale ha continuato a urlare e a farsi valere nel modo meno umano possibile. Mara, in forte difficoltà, si propone di pagare un euro per giustificare il costo dell’acqua di rubinetto: alla proprietaria del locale non basta, vuole che l’artista acquisti acqua minerale, non di certo quella semplicemente potabile. Mara va via, nonostante ciò, sorridendo. E poi si racconta ancora: “Abbiamo viaggiato in treno e a piedi per 10 anni, con solo uno zaino. Ora, da un anno abbiamo un umilissimo minuto furgoncino di cui ho parlato in televisione come mio desiderio, per sostenere meglio l’anzianità dei miei animali, che restano al mio fianco come artista di strada e viaggiatrice”. Addirittura, Mara racconta del suo cambio di stile per poter essere ancora più vicina ai suoi animali: “Facevo giocoleria, ma ho abbandonato e ora suono la chitarra, restando seduta a lato dei miei cani per vivermi meglio i nostri momenti. Era ieri che eravamo giovanissimi e fortissimi, quando viaggiavamo in Italia, Svizzera, Francia, Belgio, Paesi Bassi, Spagna, Portogallo e Germania. Sempre insieme. Ora un ultimo viaggio qui a casa, in famiglia, fra la nostra gente in Italia. Siamo popolari e amatissimi da tantissima gente, visto che abbiamo girato provincia per provincia”. Da queste colonne l’augurio di tanti splendidi nuovi ricordi, e l’auspicio che l’umanità non si perda così facilmente “in un bicchier d’acqua”.