Salerno. Pattinodromo, il Comune cerca fondi - Le Cronache Salerno
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Salerno. Pattinodromo, il Comune cerca fondi

Salerno. Pattinodromo, il Comune cerca fondi

Il centro sportivo CSI di Torrione, a Salerno, è al centro di una drammatica e complessa vicenda che sta mettendo a dura prova l’amministrazione comunale e la comunità sportiva cittadina. La situazione attuale si configura come un paradosso amministrativo ed economico di difficile risoluzione: da un lato, si è ingaggiata una disperata corsa contro il tempo per salvare il pattinodromo Tullio D’Aragona, storica struttura gravemente compromessa dal crollo di una porzione del muro di contenimento sul Lungomare Tafuri; dall’altro, in un gesto che sembra riflettere la priorità assoluta dell’emergenza, il Comune di Salerno ha revocato il bando per la gestione dei campi da tennis adiacenti. Il cedimento strutturale, verificatosi lo scorso 25 ottobre, non è stato un evento isolato, ma il culmine di criticità pregresse, esacerbato dall’azione erosiva e violenta del mare, che ha reso necessaria la chiusura immediata e l’interdizione del campo C, situato proprio a ridosso dell’area danneggiata. La revoca del bando per l’affidamento dei campi da tennis, pubblicato appena il 9 ottobre scorso, giunge come un fulmine a ciel sereno. Non sarà più necessario attendere la data del 13 novembre per l’apertura delle offerte, poiché il settore manutenzione di Palazzo Guerra ha ritirato la gara. Nonostante nessun operatore economico avesse presentato un’offerta prima della decisione, la revoca è un chiaro segnale di come l’emergenza abbia stravolto l’agenda amministrativa, imponendo una radicale ridefinizione delle priorità. L’attenzione è ora interamente focalizzata sulla messa in sicurezza del muro di contenimento e della pista esterna del pattinodromo di Torrione, parti crollate a causa della violenza delle mareggiate e delle fragilità strutturali. Questo focus impellente ha richiesto una rimodulazione degli impegni e delle risorse, rendendo la prosecuzione della gara per i campi da tennis una distrazione non sostenibile in questo momento critico. La riattivazione di quelle aree, infatti, è strettamente vincolata al ripristino della stabilità complessiva del litorale. L’entità del danno e la complessità dell’intervento di ripristino hanno portato a una stima dei costi che ha fatto scattare un vero e proprio allarme nelle casse comunali. Al Comune è stata consegnata una valutazione che indica la necessità di circa cinque milioni di euro per la messa in sicurezza definitiva della struttura. Questa cifra rappresenta un fabbisogno finanziario aggiuntivo di ben tre milioni di euro rispetto ai due milioni già garantiti e promessi dal presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, per un intervento che era già stato qualificato come urgente. La differenza di fondi evidenzia la gravità della situazione e la necessità di un intervento organico che non si limiti al ripristino superficiale, ma che garantisca una protezione duratura contro i nuovi e irreparabili danni causati dal mare. Tali lavori, ormai dichiarati urgenti e indifferibili, rappresentano il primo punto all’ordine del giorno nell’agenda dell’amministrazione comunale, che deve trovare rapidamente le risorse mancanti per scongiurare un degrado irreversibile dell’impianto sportivo e, cosa più importante, per assicurare l’incolumità pubblica lungo un tratto di lungomare intensamente frequentato. A margine dell’inaugurazione del refettorio dell’Istituto Calcedonia – San Tommaso d’Aquino, nel plesso di Via Guglielmini a Salerno, il sindaco Vincenzo Napoli ha voluto fare il punto della situazione, infondendo fiducia nella cittadinanza e delineando i prossimi passi operativi. Le sue parole hanno delineato un percorso metodico e rigoroso, partendo dalle indagini diagnostiche in corso, essenziali per una pianificazione efficace. “Sono in corso delle operazioni di verifica tecnica strutturale”, ha spiegato il primo cittadino, sottolineando l’approccio scientifico e cautelativo adottato dall’Ente in risposta all’emergenza. Questo passaggio, fondamentale, precede l’azione concreta sul campo e mira a identificare le cause profonde del crollo e le soluzioni ingegneristiche più appropriate.Il sindaco ha poi proseguito, specificando l’obiettivo a breve e lungo termine: “Una volta compiute verificheremo quali sono le possibilità concrete di messa in sicurezza”. Ha poi rassicurato circa le misure già intraprese per la gestione immediata del rischio: “Già è messo in sicurezza per gli aspetti provvisionali, ma poi passeremo ad un’azione di qualificazione tecnica dell’area per fare in modo che i campi da tennis e il pattinodromo possano tornare alla loro funzione”. Questa affermazione chiarisce che l’amministrazione non si accontenta di una soluzione temporanea o di un mero rattoppo, ma mira a una riqualificazione profonda e definitiva che restituisca alla città un impianto sportivo, e in particolare il Pattinodromo Tullio D’Aragona, pienamente operativo, moderno e, soprattutto, resiliente alle sfide poste dall’ambiente marino. L’obiettivo è riattivare l’intero centro sportivo CSI, essenziale per le attività giovanili, agonistiche e amatoriali salernitane. Il primo cittadino ha anche voluto rimarcare l’importanza della collaborazione istituzionale con la massima autorità regionale, elemento cruciale per affrontare una spesa di tale entità e per garantire la rapidità degli interventi: “Noi abbiamo anche formalmente chiesto alla Regione il conforto di una sua presenza”. Questa richiesta di sostegno non è stata rivolta invano, come ha sottolineato il Sindaco: “Devo dire che la Regione Campania, e per essa il presidente De Luca, non ha mai fatto mancare alle popolazioni della Regione Campania, dunque a Salerno anche naturalmente, il suo concreto apporto fatto di una visione strategica che accompagna il suo operato”. Un riconoscimento che non solo attesta l’ottenimento dei fondi iniziali e la promessa di un supporto continuo, ma che evidenzia la necessità di una visione strategica ampia per la difesa della costa e per il futuro delle infrastrutture sportive che si affacciano sul mare. La sinergia tra Comune e Regione sarà determinante per superare l’attuale ostacolo finanziario e logistico. La vicenda del Pattinodromo Tullio D’Aragona non è un problema che riguarda unicamente l’edilizia sportiva, ma si configura come un monito chiaro sulla fragilità del litorale e sulla necessità di una manutenzione costante, preventiva e mirata delle infrastrutture costiere, esposte quotidianamente all’aggressività degli agenti atmosferici. La prolungata chiusura dell’impianto, che storicamente è una meta per sportivi, agonisti e famiglie, sta lasciando un vuoto significativo nella vita del quartiere Torrione e dell’intera città, privando atleti e cittadini di uno spazio vitale. La revoca del bando per il tennis, seppur dettata dalla forza maggiore e dalle mutate condizioni di sicurezza, è l’ulteriore segno tangibile di quanto il crollo abbia avuto un impatto a cascata, o “domino”, sull’intera gestione del centro sportivo. Ora, l’attenzione si sposta sulla complessa e urgente ricerca dei tre milioni di euro mancanti e sulla tempestività con cui gli interventi urgenti potranno essere appaltati e avviati per evitare che il maltempo e l’erosione marina causino ulteriori, irreparabili conseguenze. L’amministrazione è chiamata a dimostrare la propria resilienza e capacità di risposta in un momento di emergenza critica, trasformando l’attuale paradosso in un esempio virtuoso di gestione delle crisi strutturali e di riqualificazione urbana. La comunità attende risposte concrete e la promessa di rivedere atleti e cittadini utilizzare presto e in piena sicurezza lo storico Pattinodromo Tullio D’Aragona e i campi da tennis adiacenti.