Salerno, la protesta della Matteo Mari - Le Cronache
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Salerno, la protesta della Matteo Mari

Salerno, la protesta della Matteo Mari

di Erika Noschese
Non interromperanno le attività didattiche ma la protesta andrà avanti ad oltranza, a partire dalla raccolta firme che ha già avuto centinaia di adesione. Genitori e insegnanti dell’istituto comprensivo Matteo Mari esprimono il loro dissenso rispetto alla nuova delibera di giunta regionale che prevede la costituzione di una nuova istituzione scolastica tra l’Ic Barra e la Mari. «Noi non siamo contro l’accorpamento degli istituti scolastici, anzi c’è bisogno di semplificazione e nuove definizioni quindi meno costi ma il concetto è capire quali sono i criteri alla base di questa decisione: non possiamo essere accorpati ad un istituto che sta all’altro lato della città e creerebbe difficoltà alle famiglie, ai cittadini, agli alunni per quanto riguarda la segreteria, la dirigenza e cosi via», ha dichiarato Raimondo Aufiero, rappresentante d’istituto. «Sono vicende che viviamo quotidianamente. Passiamo da 700 a 1500 alunni e penso che oggi si riesca a parlare tranquillamente con la dirigente in caso di necessità, in futuro potrebbe non essere così», ha aggiunto Aufiero che ribadisce la necessità di accorpare gli istituti scolastici seguendo però un criterio logico, territoriale. «Va bene riconfermare la prima delibera della Regione Campania che accorpava il plesso Posidonia dell’Ic Barra alla Matteo Mari – ha chiarito ancora il rappresentante d’istituto – Noi non vogliamo fare sommosse, non facciamo sciopero di classe, vogliamo partecipare e mandare i nostri figli a scuola. Stiamo lavorando ai nuovi progetti per la scuola, pensiamo ai nostri figli ma vogliamo chiedere alla politica salernitana e a chi ha individuato questo criterio scellerato se conosce la città e le sue problematiche. La prima delibera andava in una direzione di buon senso a dispetto di questa seconda delibera. Sarebbe interessante un tavolo tecnico, in 12 ore abbiamo raccolto 700 firme ma ha poco senso, si discute su un tavolo con dati alla mano. I problemi di Salerno sono ben altri rispetto all’accorpamento di due istituti scolastici, alle persone interessa avere una scuola bella, curata, avere una risposta dalla pubblica amministrazione. La riorganizzazione sarà assorbita in sei massimo otto anni di nuova gestione e questo significa che i problemi potrebbero essere risolti solo quando sarà troppo tardi». Pronti ad una manifestazione ad oltranza fino alla data delle prescrizioni del 18 gennaio anche i genitori che non intendono però interrompere le lezioni: «Speriamo ci sia la possibilità di rimodulare tutto perché una situazione a dir poco grottesca», ha raccontato una mamma. «È impensabile che una dirigente possa gestire 1500 alunni, la nostra dirigente è una persona che si impegna tanto, segue personalmente e individualmente ogni bambino, senza alcuna distinzione e sarebbe complicato poter gestire così tanti alunni – ha aggiunto – Speriamo che qualcosa si possa fare per ritornare alla situazione iniziale, ovvero l’accorpamento della Matteo Mari con la XX Settembre». Sulla stessa linea anche gli altri genitori che ieri mattina hanno manifestato dinanzi la scuola per chiedere un accorpamento che sia più ragionevole sul piano territoriale: «chiediamo una spiegazione circa le motivazioni di questo accorpamento perchè le scuole interessate sono a Canalone, dall’altro lato della città con tutte le conseguenze logistiche per insegnanti impegnati nel potenziamento, i collaboratori scolastici e così via ed è su di loro e sugli studenti che ricadono poi le conseguenze di questa decisione», ha aggiunto un’altra mamma presente alla protesta. Intanto, anche i genitori dell’I​.​C. San Tommaso d’Aquino hanno lanciato una raccolta firme contro lo smembramento attraverso la piattaforma Change.org: «L’I.C. San Tommaso d’Aquino è da anni un pilastro della nostra comunità a Salerno, creando legami saldi con il territorio, le famiglie, le associazioni e le istituzioni. Non è solo un luogo di istruzione, ma una scuola che mira alla crescita integrale dell’individuo. Ora si trova di fronte a una minaccia imminente: lo smembramento del suo corpo storico. Si sta per approvare l’accorpamento del solo plesso di Matierno all’I.C. Ogliara e i plessi di Fratte e Calenda all’I.C. Calcedonia, una decisione che potrebbe avere ampie ricadute sul nostro territorio e sulla nostra comunità – si legge nel testo della petizione – Riteniamo questa scelta sia inaccettabile perché priverebbe la nostra storica scuola della sua autonomia, compromettendo la qualità dell’istruzione offerta ai nostri figli e rompendo i legami forgiati negli anni con le famiglie e le organizzazioni territoriali. Chiediamo quindi all’Assessore alla PI del Comune di Salerno di intervenire per salvaguardare l’autonomia dell’I.C. San Tommaso d’Aquino, preservando così il patrimonio educativo ed umano che questa istituzione rappresenta per la nostra città».