Fondato dal cantante salernitano Luciano Maysse il 23 gennaio del 1965, il negozio di dischi, diretto dal 1990 dai figli Elisabetta e Mario dopo la prematura scomparsa del padre, inaugura i festeggiamenti proprio nel giorno dell’anniversario, dalle ore 18 con live set con i dj selector collaboratori di una vita, da Tonico 70 a Paolo Caravano (Aka Fattariello) ma la consolle sarà aperta a tutti coloro che vorranno mettere due dischi e condividere la propria selezione musicale. Inoltre, Disclan farà uno sconto speciale su tutti i vinili. Per il prossimo Record Store Day la giornata mondiale per la salvaguardia dei negozi di dischi indipendenti, verrà ripubblicato in edizione limitata il 45 giri di Luciano Maysse: sul lato A il brano che lo ha lanciato: Nun è peccato e che diede inizio alla storia di Disclan; sul lato B un brano di Marino Marini La più bella del mondo. La storia di questo disco è nuova anche per Elisabetta e Mario Maysse, i quali non ne erano a conoscenza fino a pochissimo tempo fa. Tratto da un 45 giri di una piccola etichetta discografica fondata nel New Jersey agli inizi degli anni ’60, “Vesuvius Records”, è stato registrato con il complesso Avallone di cui non si conosce quasi nulla. Facendo una ricerca su discogs, piattaforma dedicata alla compravendita di dischi, Mario ha trovato una copia in vendita da un privato americano che non ha saputo fornire alcuna spiegazione sulla provenienza. Le uniche notizie che si hanno della label “Vesuvius” è che era una piccola etichetta che ha stampato una serie di 45 giri e qualche album per il mercato americano negli anni ‘60 tra cui anche titoli importanti di Mina, Adriano Celentano, Luigi Tenco, Jimmy Fontana, Tony Dallara, Pino Mauro e altri. Non si conoscono i tempi e i luoghi di registrazione, ma la cosa più affascinante è sapere che il 45 giri ha fatto un giro meraviglioso nell’arco di 60 anni, partendo probabilmente da Salerno o Napoli per il New Jersey, per ritornare a casa 60 anni dopo. Negli anni Disclan è anche diventato la casa di tantissime band locali che non hanno spazi adeguati per potersi esibire e far conoscere la propria musica. Generazioni di validi musicisti compongono musica originale e in tantissimi casi fanno anche sacrifici enormi per poter produrla e stampare su supporto fisico. La storia è nota. Luciano Maysse era lì, su quella sedia a dondolo dello Studio 1 Rai di via Teulada, pronto per indovinare l’ ultimo motivo musicale che lo avrebbe portato alla vittoria del Musichiere, la celebre trasmissione televisiva ideata dal duo Garinei e Giovannini e condotta dal popolarissimo Mario Riva.Luciano era un bravo cantante, noto in tutta la provincia di Salerno, ma soprattutto un grande appassionato di musica.Gorni Kramer accennò le prime note, Luciano intuì subito il motivo, non gli restò che correre per quei 10 metri e suonare per primo la campana e la vittoria fu sua. Un milione e 150 mila lire il bottino finale ma soprattutto l’opportunità (unico tra i Musichieri) di volare come testimonial Rai a Hollywood da Walt Disney. Non solo. Luciano ebbe modo di cantare in diretta nazionale davanti a milioni di telespettatori, il brano “Amorevole” portato alla celebrità da Nicola Arigliano. I talent scout delle case discografiche non rimasero insensibili a quell’esibizione. La spuntò la dischi Ricordi con un contratto in esclusiva, la pubblicazione di un primo 45 giri Nun è peccato. Quello che Luciano aveva sempre sognato da bambino si era avverato: la musica sarebbe potuta diventare il suo mestiere. Si esibì in tutta Italia, aprendo anche i concerti di artisti più famosi, tra tutte la sua amata Ornella Vanoni e Mina. Inoltre, allietava le serate danzanti dei giovani rampolli campani in quel di Capo d’Orso, nella splendida cornice della Costiera amalfitana. Ben presto la Ricordi gli impose “la scelta”: trasferirsi a Milano dove c’era “la scena che contava”, cosa indispensabile per poter dare un seguito alla sua carriera discografica. Il finale sembrava scritto, eppure, Luciano era troppo legato alla sua città e alla sua famiglia per poter lasciare Salerno. Riuscì a trovare un modo per non accantonare del tutto la sua smisurata passione: vendere dischi, ascoltare musica tutto il giorno e farla conoscere agli altri.Così, con un po’ di soldi messi da parte grazie alla vincita del Musichiere e alle vendite del 45 giri, il 23 gennaio del 1965 aprì i battenti DisClan, nella centralissima Piazza Malta. Già dal suo nome, il negozio esprimeva la sua aspirazione e ambizione: diventare un punto di riferimento e un luogo dove salernitani e non, tutti “gli amici del disco” avrebbero potuto incontrarsi e condividere la smisurata passione per la musica.Così lo è da sessant’anni e da marzo fino a novembre 2025, con cadenza mensile, Disclan ospiterà a rotazione le band per farle esibire, registrando alcuni brani che saranno inclusi in una compilation e stampati su vinile. Contemporaneamente continueranno le “domeniche a colazione da disclan” (organizzate dal collettivo di Bei fatti) con Live set di giovani band che vogliono promuovere i loro dischi e che sono diventate ormai un appuntamento attesissimo e imprescindibile per tantissimi giovani salernitani. Disclan non è un semplice negozio, ma un’attività culturale che dà lustro a Salerno anche fuori dai confini nazionali. Non è solo la storia di una famiglia, ma la storia di tanti salernitani che nel corso di 60 anni hanno fatto di Disclan la casa della loro passione: la musica! I figli di Luciano Maysse continuano l’attività con immutata passione, vincendo nel 2013 anche il premio di “negozio più amato d’Italia di tutti i tempi” per la rivista Rolling Stone. La stessa voglia, la passione e la determinazione ci hanno consentito di arrivare fin qui, attraversando le mille tempeste di un mercato discografico sempre in evoluzione (o in involuzione) – dichiara Mario Maysse – questo è stato possibile solo grazie a chi ci ha sostenuti in tutti questi anni! Giovedì, dalle ore 18, vorrei avere qui in negozio tutti i clienti “amici” abituali, ma anche chi compra altrove, chi non compra più musica, o chi lo fa da lontano. È solo grazie a loro se siamo ancora qui. D’altronde, siamo rimasti fedeli al motto del fondatore: “Disclan per gli amici del disco!”.