Salerno. Bilancio di previsione difficile da accettare - Le Cronache Salerno
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Salerno. Bilancio di previsione difficile da accettare

Salerno. Bilancio di previsione difficile da accettare

di Alfonso Malangone*

Adesso, tutti sappiamo che la delibera di Giunta n. 463 del 26/11 scorso ha confermato per il 2026 l’aliquota dell’1,1% dell’addizionale Irpef. Eppure, almeno tre motivi avrebbero dovuto impedirne la proroga: – l’art. 2 lettera a) del contratto sottoscritto con il Governo per il decreto aiuti prevede la riduzione dell’aliquota allo 0,9% a partire proprio dal 2026; – il rientro dalla condizione di squilibrio viene dichiarato addirittura in anticipo rispetto al piano concordato; – il Governo ha concesso un contributo in rate annuali per l’importo ad oggi pari a 64,0milioni di euro, il 64% del Disavanzo residuo di – 99,1milioni, così riducendo il peso a carico dell’Ente a 35,1milioni, solo il 36%. In sostanza, sarebbe stato possibile dare ai cittadini un segnale di fiducia, sia pure per qualche decina di euro l’anno. E, invece, le cose andranno anche peggio, visto che sono stati decisi incrementi impositivi per diverse altre voci delle Entrate rimaste escluse dai precedenti provvedimenti. Ora, su tutto questo, saranno i Consiglieri a pronunciarsi il giorno 22 con la delibera del Bilancio di Previsione per il triennio 2026-2028. Si vedrà cosa decideranno di fare. Intanto, per capire qualcosa della scelta di tenere alto il livello dell’imposizione, può essere utile una fugace lettura del documento. Per quanto possibile. Va precisato, in premessa, che l’elaborato ha natura ‘politica’, più che tecnica, perché la sua finalità è di comunicare l’indirizzo prescelto dall’Amministrazione per l’offerta dei servizi essenziali concernenti i bisogni sociali, scolastici, assistenziali, culturali, sportivi, di mobilità, di sicurezza e di quant’altro di interesse collettivo. E’ l’organizzazione dei suoi numeri ad assicurare la felicità dei cittadini, lo sviluppo, l’equità, la giustizia, la coesione sociale. Per queste finalità, il documento viene elaborato formulando preliminarmente la previsione di spesa corrente per le ‘Missioni’ del Titolo 1° delle Uscite, quelle dei costi per l’organizzazione generale e per i servizi alle persone, per procedere successivamente alla quantificazione dei prelievi dalle tasche dei cittadini per i Titoli 1° e 3° delle Entrate, quelle tributarie ed extra-tributarie. In verità, sarebbero importanti anche le decisioni assunte per le infrastrutture, ma la storia recente dimostra ad abbondanza l’infinita rassegnazione della Comunità di fronte a investimenti di durata infinita e, talora, di dubbia utilità. Può dire qualcosa, su questo, chi chiede mobilità, chi vuole cultura, chi pratica sport, e non solo. Sulla struttura del documento, si può dire che è naturalmente presente la condizione di equilibrio e che è garantita la sostenibilità degli impegni e delle quote di Disavanzo da ripianare nel triennio. Del resto, non sarebbe possibile il contrario, visto che l’art. 162 del Testo Unico Enti Locali impone proprio il rispetto di questi parametri. Epperò, quell’articolo dice anche che: “Gli enti assicurano ai cittadini…la conoscenza dei contenuti significativi e caratteristici del bilancio annuale e dei suoi allegati con le modalità previste dallo statuto e dai regolamenti”. Su questo, qualche problema si pone poiché, nella Città della Trasparenza, non sempre sono diffuse sufficienti informazioni sulle attività di gestione e, tra esse, quelle sui documenti contabili sono certamente meritevoli del podio. Basti ricordare che, nel 2022, dopo l’approvazione di Bilanci dichiarati in perfetto equilibrio, fu deciso il ricorso al decreto aiuti. Davvero incomprensibile. E, pure inaccettabile. Andando nel concreto, il totale delle Spese correnti 2026 del Titolo 1° è quantificato in 216,4milioni di euro. Premesso che la spesa effettiva fu di 134,3milioni nel 2024 ed è stata di 150,9 (!) al 30/11 scorso, crescono soprattutto gli stanziamenti per il costo del lavoro, circa +10milioni, e per il Fondo Crediti di Dubbia Esigibilità, +24,6milioni, che aveva un saldo di 179,5milioni a fine 2024. Quest’ultimo fa riflettere, perché può essere l’effetto di un temuto peggioramento della qualità dei Residui Attivi relativi ai tributi non riscossi e, cioè, delle partite inesigibili o insussistenti. All’opposto, sul versante delle Entrate, quelle del 1° Titolo, tra cui: IMU, Tari, Addizionale Irpef, Spazzatura, Diritto di imbarco, Tassa di soggiorno e altre minori, sono stimate pari a € 139,8milioni, compresa la conferma dell’addizionale. Nel 2024 sono stati effettivamente incassati 109,6milioni e, a fine Novembre di quest’anno, 109,3milioni. Per le partite extra-tributarie del 3° Titolo, il totale preventivato è pari a 60,4milioni a fronte di incassi per 23,4milioni nel 2024 e di 40,6milioni al 30/11 scorso. Ora, poiché tra le Entrate correnti vanno anche compresi i trasferimenti di fondi dallo Stato a sostegno delle spese correnti, quantificati in 40milioni, è innegabile la presenza nel documento di una condizione di grande stabilità ‘previsionale’: a fronte di Spese per 216,4milioni sono ipotizzate Entrate per ben 240,2milioni. Davvero fantastico. Sugli investimenti, come detto, è inutile soffermarsi: si faranno quelli che si potranno fare in relazione alla disponibilità dei fondi PNRR, Statali e Regionali. A questo punto, la domanda è naturale: “con questi numeri, non si poteva rispettare l’impegno e ridurre l’addizionale”? A seguire: “se non è stato fatto, le previsioni peccano di eccessivo ottimismo”? Perché si sa che, in questo caso, il ‘lieto fine’ si raggiunge solo nel mondo delle favole, se pur esse ‘a lieto fine’. O, magari, a titolo personale, vincendo al superenalotto. Di fatto, i Consuntivi annuali storici dimostrano che molti obiettivi sono stati disattesi e diversi bisogni dei cittadini sono rimasti insoddisfatti. Per chiarire, si potrebbero consultare le analisi e le valutazioni preliminari effettuate nel Documento Unico di Programmazione (DUP), approvato con delibera di Giunta n. 476 del 26/11, che ha proprio la finalità di guidare verso “una pianificazione dettagliata per ogni area di intervento”. Però, leggendo il documento, e lasciando da parte le pagine della Sezione Strategica dedicate agli equilibri Mondiali e alla condizione economica e sociale della Nazione, non emergono molti dettagli sui parametri utilizzati, mentre quello della popolazione residente appare meritevole di precisazioni. Infatti, al 01/01/2025 sono dichiarati 128.300 residenti laddove l’Istat li quantifica in 125.958 (fonte: DemoIstat). Ne dichiarò 128.136 al 01/01/2022, tre anni fa. In verità, esistono molti siti ufficiali da cui attingere dati e, tra essi, quelli del Ministero delle Finanze, della Ragioneria Generale dello Stato e dell’Agenzia delle Entrate. Così, in un contesto di grande fluidità, una meditazione può essere riservata solo all’incremento del Fondo per Crediti Dubbi che, secondo logica e principi, è volto ad annullare gli effetti CONTABILI dell’azzeramento di incassi non riscossi ma non può giammai fronteggiare quelli FINANZIARI dei mancati introiti. Per questo, potrebbe essere lecito pensare che la conferma dell’addizionale Irpef sia finalizzata a favorire il riequilibrio assicurando la sostituzione di Crediti ormai divenuti ‘marci’. Una sorta di ‘solco che copre solco’. Per essere chiari: potrebbero essere i cittadini a pagare, oggi, quello che non è entrato nelle casse, ieri, sia perché non riscosso, sia perché relativo a crediti frutto di qualche previsione ‘fantasiosa’. E’ una supposizione che potrà trovare conferma a breve qualora i dati del Consuntivo 2025 dovessero confermare, ancora una volta, Residui Attivi stratosferici e di vecchissima data. Nel 2024, furono pari a 456,2milioni, un importo ‘mostruoso’. Tuttavia, sarà utile anche un altro indicatore: poiché il Disavanzo di Amministrazione misura la quota di maggior debito finanziario ‘non sostenibile’ con la gestione ordinaria, il suo riequilibrio deve trovare conferma nella riduzione collaterale e contestuale proprio di quel debito. A questo riguardo, premesso che a fine 2022 i prestiti del Comune erano pari a 386,5milioni con un Disavanzo di 169,9, e che quello a fine 2024 è risultato di 362,1milioni contro 117,2, si potrebbe ben dire che il rimborso finanziario ’a soldi’ di 24,4milioni (386,5-362,1) non sarebbe congruo rispetto al ripianamento ‘a numeri’ di 52,7milioni (169,9-117,2). Pur con le opportune approssimazioni, si tratta di una divergenza meritevole di approfondimento. Salvo ogni errore. Come già detto, saranno i Consiglieri ad approfondire tra qualche giorno il contenuto del Bilancio di Previsione e a deliberare i provvedimenti finanziari collegati. Sarebbe opportuno fare chiarezza perché, se la prossima sarà davvero l’ultima riunione della Consiliatura, come si sente dire, potrebbe essere disdicevole tradire la fiducia dei cittadini, almeno per l’addizionale Irpef, lasciando una situazione impositiva ai massimi livelli in Italia. Una eredità difficile da accettare, pure con il ‘beneficio di inventario’. *Ali per la Città P.S.: si fa salvo ogni errore nella elaborazione e nella interpretazione dei dati.