di Marco De Martino
SALERNO – Non sarà una partita come le altre quella che Gianmarco Ferrari (nella foto di Guglielmo Gambardella) affronterà sabato prossimo al Mapei Stadium di Reggio Emilia. Il leader difensivo della Salernitana infatti è stato, per sei lunghe e proficue stagioni, la bandiera del Sassuolo. Quasi duecento le presenze in neroverde per il difensore centrale classe 1992 che lo scorso agosto ha chiuso il suo capitolo professionale più importante per sposare la causa granata. Un passo importante, molto sofferto ma ben ponderato da parte di Ferrari che ha così deciso di continuare la sua carriera in una piazza completamente differente rispetto a quella emiliana. Dalla tranquillità di Sassuolo alla bolgia dell’Arechi il passo è stato breve per il mancino nativo di Parma che sabato prossimo tornerà in quella che fino allo scorso maggio è stata la sua casa per sei lunghi anni.
BANDIERA NEROVERDE Acquistato per 4 milioni di euro dal Sassuolo al termine della stagione 2015/2016 dopo le ottime prestazioni con il Crotone di Ivan Juric, Ferrari fu lasciato in prestito in Calabria, con Nicola in panchina, per tutto il torneo successivo e poi mandato nuovamente in prestito alla Sampdoria nel campionato 2017/2018. Finalmente, nella stagione 2018/2019, fece ritorno al Sassuolo diventandone uno dei protagonisti indiscussi tanto da meritarsi, con il CT Ventura ed il suo successore Mancini, ben sette convocazioni in Nazionale. Ferrari riuscì anche ad esordire in maglia azzurra collezionando un singolare primato soprattutto per un difensore centrale: il 28 maggio del 2021, nell’amichevole stravinta dall’Italia per 7-0 contro i cugini di San Marino, Ferrari firmò un gol all’esordio in quella che rimane anche la sua unica presenza in maglia azzurra. Se con l’Italia l’esperienza è stata tanto memorabile quanto fugace, al Sassuolo Ferrari ha rappresentato un autentico baluardo tanto da assumere i gradi di capitano nella stagione 2021/2022. In tutto, con gli emiliani, Ferrari ha collezionato 194 presenze, di cui 188 in serie A e 6 in Coppa Italia, condite da 7 reti e 8 assist tutti in massima serie. Un rendimento altissimo che è andato a scemare nell’ultima, travagliata, stagione culminata con l’amara retrocessione in serie B. Un destino che ha accomunato Sassuolo e Salernitana, rispettivamente il passato ed il presente di Ferrari.
PILASTRO GRANATA Sabato si ripresenterà davanti ai propri tifosi da avversario con, sulle spalle, la maglia granata della Salernitana. E Ferrari, nonostante l’inizio difficile che ha portato anche all’avvicendamento in panchina tra Martusciello e Colantuono, è uno dei pochi calciatori ad essersi guadagnato la pagnotta. Il centrale emiliano ha infatti mantenuto quasi sempre un rendimento al di sopra della sufficienza nelle 9 presenze finora collezionate in maglia granata, condite anche da un gol, purtroppo inutile ai fini del risultato, siglato di testa sul campo della Cremonese e da un assist in occasione del gol vittoria di Tello a Palermo. Una sorta di attaccante aggiunto, Ferrari, che a Reggio Emilia si ritroverà perno difensivo della rinnovata retroguardia a tre che mister Colantuono sembra orientato a varare. Il 32enne mancino si farà di certo trovare pronto e proverà a mettere la museruola ai suoi vecchi compagni di squadra, a cominciare dal suo successore, in qualità di capitano neroverde, Mimmo Berardi. Non sarà una partita come le altre e, proprio per questo, Gianmarco Ferrari sarà ancora più determinato a lasciare il segno.