Riforma balneari. Rino Elefante: “Così distruggono centinaia di imprese” - Le Cronache
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Riforma balneari. Rino Elefante: “Così distruggono centinaia di imprese”

Riforma balneari. Rino Elefante: “Così distruggono centinaia di imprese”

di Monica De Santis

Rino Elefante è il gestore del Karibu Lido, stabilimento balneare e non solo, che si trova a Pioppi, splendida località salernitana. Rino come tanti altri colleghi, in questi giorni ha avuto modo di leggere e analizzare la proposta del Governo di effettuare una riforma delle concessioni demaniali per gli stabilimenti balneari. Una proposta non concertata specie per la tempistica che metterà in ginocchio centinaia di piccoli imprenditori turistici e balneari… “Quello che hanno stabilito fino ad oggi, a tutt’ora non è ancora stato approvato dal Parlamento. Quindi diciamo che per noi balneari non è ancora detta l’ultima parola”. Una riforma che Rino Elefante non contesta totalmente… “All’interno della bozza, vi sono ancora dei punti positivi, ma poi ve ne sono tanti altri, purtroppo negativi. Bisogna davvero cercare di capire bene dove si vuole arrivare a parare. Faccio un esempio. – spiega Rino Elefante – L’ultima concessione che ho avuto ha 23 anni, e in questo arco di tempo ho dovuto acquisire una professionalità nel dover gestire, una struttura che è un’azienda, un’impresa balneare. Mi è stato possibile, perchè all’epoca, queste concessioni davano la possibilità di mettere su un’azienda, di concentrarsi sul lavoro, perchè anche se dopo un tot di anni dovevi richiedere un rinnovo della concessione, sapevi che questa ti veniva data e che potevi continuare a lavora. Quindi, io, come tanti altri colleghi, abbiamo investito nelle nostre aziende, per accogliere i nostri turisti. Ed ancora negli anni abbiamo anche trasformato le nostre aziende in base alle richieste dei turisti. – prosegue ancora il titolare del Karibu lido – Perchè negli anni il turismo è cambiato, non è più quello di 20 anni fa ad esempio. Ora i turisti cercano altro, vogliono altro e se si vuol lavorare bisogna adeguarsi ed offrire ciò che viene richiesto. Quindi gli investimenti sono continui, altrimenti il viaggio lavorativo finisce. Ora dopo tutto questo, a distanza di 23 anni, si decide che io non posso continuare, non mi si vuol permettere di proseguire il mio lavoro. Quello che non mi spiego è il perchè si sono accaniti su questo tipo di settore che poi è un settore che produce quasi il 2% del Pil italiano. – spiega ancora Rino Elefante – E’ un settore che offre dei servizi e dall’altro lato ha dato anche un incremento strutturale a dei luoghi e delle spiagge che inizialmente non erano nulla. Ora di punto in bianco, ci viene detto che per quest’estate 2023 possiamo lavorare, dopo di che bisognerà rivedere le concessioni. Capite bene che per molti di noi, questa è l’unica fonte di reddito e tra un anno ci possiamo trovare senza lavoro. Anche perchè non bisogna dimenticare che in Italia gli stabilimenti balneari sono delle piccole e medie imprese a gestione familiare. - conclude il signor Rino Elefante – E se queste concessioni ci vengono tolte, saranno in tanti a ritrovarsi senza lavoro. E’ vero arriveranno altri, ma intanto noi perdiamo il lavoro e che cosa faremo poi? Ecco perchè credo che questo sia un provvedimento che debba essere rivisto in diversi punti, altrimenti, nel 2024 si avranno centinaia di famiglie che non avranno più un lavoro”.