di red. cro.
Una ricetrasmittente tra la biancheria intima, ma gli agenti della polizia penitenziaria di servizio presso la casa circondariale di Fuorni scoprono l’inganno e fermano la donna che voleva introdurra tra le mura del carcere l’arnese elettronico. Non solo microtelefonini con tanto di sim e caricabatterie. Ormai negli istituti penitenziari italiani e della Campania il momento delicato è quello delle visite dei parenti e familiari. Come nei film anche attraverso un panino “donato” al proprio caro detenuto si può nascondere all’interno un cellulare o
addirittura droga. Ma la fantasia è sempre in evoluzione cosi come la tecnologia. E cosi nel Carcere di Fuorni a Salerno la moglie di un detenuto ha cercato di portare al proprio marito un orologio con ricettrasmittente, per consentire lo stesso di comunicare con l’esterno e sicuramente non per chiedere le condizioni del meteo. E la donna aveva pensato di utilizzare le sue parti intime per nascondere lo stesso orologio. Ma l’abilità e il fiuto degli agenti di polizia penitenziaria hanno scoperto l’inganno e cosi la donna è stata fermata.