di Arturo Calabrese
Ad Agropoli, non si placano le polemiche sulla Sarim e sale la preoccupazione dei dipendenti. L’azienda salernitana, che nella città cilentana si occupa della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti solidi urbani, ha inviato al sindaco Roberto Antonio Mutalipassi e all’ufficio responsabile una missiva in cui si chiedeva il pagamento di insolute mensilità, ponendo come possibilità concreta quella dell’impossibilità da parte della scrivente di non essere in grado di pagare gli stipendi di ottobre agli operai agropolesi. La lettera, che è circolata sui social e che ha creato non poca paura tra gli operai, ha scatenato varie polemiche tra la cittadinanza e ha scatenato l’ira della minoranza, subito pronta a darsi da fare per avere chiara la situazione. Solo in serata, il sindaco ha scritto sui social che tutto si sarebbe risolto per il meglio e che a breve il comune avrebbe provveduto a estinguere i debiti. Nel post del sindaco non mancano le ormai consuete note presuntuose ed infatti ha sottolineato come la Sarim avesse erroneamente inviato la famosa lettera a Palazzo di Città e non all’Unione dei Comuni Paestum – Alto Cilento. In ogni caso, la nota del primo cittadino non ha placato gli animi e ieri mattina la piazza agropolese, sia quella virtuale che quella reale, non era certamente calma e il timore per ciò che potrà accadere nei prossimi giorni è alto.
«Chi mi assicura che a fine mese avrò lo stipendio? – si chiede un operaio che vuole rimanere anonimo – ho una famiglia a cui pensare e se queste sono le premesse vedo molto difficile il futuro. Spero davvero che le istituzioni facciano il proprio dovere e che noi lavoratori verremo rispettati». Dice la sua anche il consigliere del gruppo “Liberi e Forti” che sottolinea come ad oggi l’Unione dei Comuni non abbia ancora convocato un consiglio dopo le elezioni del 12 giugno scorso: «Credo sia necessario ritornare anche oggi sulla vicenda del credito vantato dalla Sarim – dice – dopo aver letto un post del sindaco (sulla sua pagina privata e non su quella Città di Agropoli e cioè dell’ente) che, ricordo, non ha conferito la delega al bilancio tra l’altro già ricoperta, come assessore, nella precedente consiliatura. Preliminarmente emerge tutta l’ambiguità del rapporto tra Comune e Unione dei Comuni, in materia di ciclo integrato dei rifiuti – aggiunge – oltre che su assunzioni e smistamento del personale assunto su cui ritornerò. Il primo ente – spiega il consigliere di opposizione – percepisce la tassa sui rifiuti e versa l’introito all’Unione, che si occupa della gestione attraverso la Sarim, a seguito di appalto».
Pesce esprime poi un’opinione su una più corretta gestione dei rifiuti, anche nel suo ruolo di consigliere unionale, seppur non si sia ancora insediato perché non c’è stata la possibilità. «Sarebbe il caso allora di ritrasferire, una volta per tutte, le competenze al Comune, senza ulteriori giri e giochi delle tre carte. Ebbene, a seguito delle ricezione di una richiesta del genere, a mio avviso il sindaco avrebbe dovuto convocare d’urgenza la commissione bilancio, con i funzionari interessati, per fare il punto, ma il punto vero della situazione, ai consiglieri di maggioranza e minoranza rappresentanti dei cittadini che pagano la TARI». Da capire, infine, chi dovrà pagare i debiti rivendicati dalla Sarim, dato che Agropoli, a detta di Mutalipassi, non doveva essere coinvolta dall’azienda e che si sarebbe dovuta rifare sull’Unione. Ente di cui Agropoli fa parte.