di Alberto Cuomo
Negli Stati Uniti viene definito anatra zoppa, in inglese lame duck, un personaggio che, pur occupando una carica istituzionale, non sia ritenuto del tutto in grado di esercitare il pieno potere a causa del suo mandato in scadenza, tale da fargli perdere alcune prerogative, sia per legge o per la fuga dalle responsabilità dei suoi accoliti, ma anche per l’agitazione psicologica derivante dalla vicina perdita del ruolo che non gli consente la giusta lucidità per governare. In Campania le prossime elezioni regionali si terranno nel marzo 2026 a una distanza da oggi che non dovrebbe procurare fibrillazioni, sia negli eventuali nuovi candidati alla presidenza, sia nel presidente uscente. E invece, mentre da un lato scalpitano i possibili sostituti dell’attuale governatore nella coalizione Pd-M5S, Sandro Ruotolo, Gaetano Manfredi, Roberto Fico, dall’altro De Luca, cui la legge non consente di candidarsi per un terzo mandato, sembra muoversi in modo maldestro, proprio da anatra zoppa. L’ultima l’ha detta qualche giorno fa a Pozzuoli: «se me ne vado a casa si blocca tutto, non si muove più una foglia» ovvero, a suo dire, si bloccherebbe la costruzione di nuovi ospedali, la redazione del Piano paesaggistico, il rinnovo del parco dei veicoli pubblici, l’edificazione di dieci impianti di compostaggio, la messa in sicurezza di 500 edifici scolastici. È indubbio che, teso ad “arricchire” costruttori e centri sanitari privati, a De Luca deve piangere il cuore per l’eventualità di non poter gestire gli appalti per la realizzazione di ospedali privi di medici e di impianti di compostaggio per i rifiuti urbani che la Regione sinora ha tentato di trasferire illegittimamente in Tunisia. Quanto emerge però, principalmente, nella sua frase è la presa d’atto di poter “andare a casa”, tant’è che nei tempi più recenti in tale preoccupazione non ne ha imbroccata una, menando fendenti a destra, verso il governo, e a sinistra, verso il suo partito e la segretaria Schlein, senza che i suoi strepiti gli abbiano fatto ottenere nulla, per sé e la regione. Fallimentare è stata sicuramente la sua spedizione a Roma rivolta ad ottenere i fondi di coesione dove non è stato accompagnato dai sindaci del sud e da buona parte dei sindaci campani essendo assenti Manfredi e Mastella e dove non è riuscito neppure ad entrare a Palazzo Chigi e nel ministero per gli Affari Europei. Fallimentare la sua opposizione all’autonomia differenziata che ha sollecitato piuttosto la messa in evidenza, da parte del governo, della sua incapacità di utilizzare i finanziamenti europei, ovvero della sbagliata utilizzazione con contributi alle varie “sagre del caciocavallo”. Fallimentare il suo tentato accordo con la Puglia per porsi quale paladino del Mezzogiorno. Naturalmente è troppo presto per considerare la Campania e Salerno orfane di De Luca, e pure, nella previsione non possa candidarsi per un terzo mandato alla presidenza della Regione, bisognerebbe allontanare anche il rischio si candidi di nuovo alla carica di sindaco della nostra città. Certo, considerando i danni che il sistema-De Luca ha prodotto a Salerno i cittadini dovrebbero bocciare una sua eventuale candidatura a ricoprire di nuovo la carica di sindaco. Ma è palese come il suo sistema si sia affermato per l’assenza di opposizione, avvalendosi dell’appoggio nascosto, e a volte palese, della stessa destra che, a parte qualche esponente, ha sempre evitato critiche più profonde alla sua politica, sì che, ancora una volta De Luca potrebbe avvantaggiarsi di una assenza di contradditori per affermare la sua presenza. Oltretutto ad un suo eventuale successore non potrebbero non tremare le vene ai polsi nella difficoltà di riparare i guasti deluchiani. De Luca infatti lascia un comune in predissesto, da poter scongiurare solo a spese dei cittadini, con un aumento della tassazione locale, delle multe, del costo dei parcheggi etc. Lascia una città priva di servizi, priva ad esempio di centri sportivi con due stadi di calcio mal messi. Una città in cui non funziona la sanità pubblica avendo depauperato i vari reparti del Ruggi dove non si muove foglia senza il suo parere e dai quali i migliori medici fuggono nella difficoltà di fare carriera. Lascia un centro di eccellenza, quale era la torre cardiologica, smantellato nei suoi migliori cardiochirurghi per far posto al fidato Coscioni oggi sospeso dalla procura a causa di un intervento che ha visto la morte di un paziente. Lascia una città cadente nel centro storico e oppressa dal cemento nella sua corona, dove ogni spazio libero è stato riempito da edifici per appartamenti che nessuno compra, ovvero da grattacieli pacchiani vuoti e megaciambelle cafone dalle false colonne doriche, alla maniera della peggiore architettura dell’Ottocento. Lascia un personale politico-amministrativo scadente che sarebbe facile sconfiggere per veri oppositori laddove l’opposizione neppure sembra volere la gestione di Salerno non individuando un suo possibile avversario che non sia perdente, come è stato nelle competizioni passate, in partenza. E pure sarebbero presenti nelle file della destra candidati credibili. Il professore Fauceglia ad esempio, che già dovrebbe scaldare i motori nella eventualità di una sua candidatura a sindaco. O anche l’ex rettore Tommasetti, oggi consigliere regionale e fermo oppositore di De Luca, il quale, candidato da una Lega che oggi sta implodendo, divisa come è in tre tronconi, il Partito Popolare del Nord, di Roberto Castelli, la nuova Lega con Zaia, Fontana e Fedigra, e Italia Sicura di Salvini, dovrebbe trovare spazio in un altro partito della coalizione di destra per poter essere scelto quale candidato sindaco. Forse è presto per affilare i coltelli, ma per De Luca, inseguito dai magistrati della Corte dei Conti, già solo nell’eventualità di un ballottaggio, sarebbe meglio fare un beau geste, ritirandosi dall’agone.
5 Comments
Articolo più che soddisfacente e veritiero. Se ne dovrebbero scrivere altri e continui su questa specie di uomo politico
Ma tu sei un giornalista o indossi bovinamente la maglietta di qualche partito.E’probabile.Un giornalista serio infatti si informerebbe da dove è partito il Governatore e quello che ha realizzato fino ad ora e nonostante i tanti somari raglianti.
Credo,volendo commentare in maniera superficiale l’articolo sopra, che il beau geste potrebbe farlo Lei dott. Alberto Cuomo ritirandosi dal suo attuale mestiere. Grazie.
Io non mi intendo di politica. Secondo me ci dobbiamo ricordare quello che ha combinato il precedente governatore della Campania, chiudendo tutti gli ospedali della provincia di Salerno e che solo grazie a De Luca oggi sono ancora in funzione. Dove tutto era concentrato solo sulla città di Napoli il resto della Campania non contava niente.ecc.ecc.!!! Perciò prima dì scrivere cerchiamo dì essere più corretti e meno politicanti. Saluti a tutti da Salerno
Articolo esaustivo sulla discussa figura di De Luca. Quello che meraviglia è quell’insistere nel suo presenzialismo politico, a 74 anni la natura fa il suo corso. È tempo di farsi da parte, anche se bisogna riconoscerlo effettivamente non si vedono grandi prospettive umane e politiche sull’orizzonte campano e salernitano. Ahimè
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