PORTO E CANOTTIERI - Le Cronache Salerno
Salerno

PORTO E CANOTTIERI

PORTO E CANOTTIERI

Alberto Cuomo

L’affermazione di Andrea Annunziata, presidente dell’Autorità del Sistema Portuale del Tirreno Centrale riguardante la sovranità della città di Salerno a proposito dell’ampliamento del porto, mostra, malgrado sia avvocato, qualche incertezza sulla legislazione riguardante la portualità. I sindaci dei comuni della divina costiera hanno lamentato infatti di non conoscere il masterplan dell’ampliamento del porto salernitano, ovvero di non essere stati consultati. Ebbene, la legge 84/94 prescrive, all’art. 1-bis, che il Piano “adottato dal Comitato di gestione dell’Autorità di sistema portuale; è sottoposto, mediante conferenza dei servizi, ai sensi dell’articolo 14-bis della legge 7 agosto 1990, n. 241, indetta dall’Autorità di sistema portuale, al parere di ciascun comune e regione territorialmente interessati, che si esprimono entro quarantacinque giorni dal ricevimento dell’atto”. Date le doglianze dei comuni costieraschi, non sembra che l’Autorità abbia indetto una Conferenza dei servizi. Inoltre l’articolo 4-bis della stessa legge recita: “(Sostenibilità energetica) – 1. La pianificazione del sistema portuale deve essere rispettosa dei criteri di sostenibilità energetica ed ambientale, in coerenza con le politiche promosse dalle vigenti direttive europee in materia. 2. A tale scopo, le Autorità di sistema portuale promuovono la redazione del documento di pianificazione energetica ed ambientale del sistema portuale con il fine di perseguire adeguati obiettivi, con particolare riferimento alla riduzione delle emissioni di CO2”. Vale a dire che, non solo l’ampliamento del porto è soggetto alla Vas, valutazione del sistema ambientale, ma deve comunque essere in regola, attraverso un esame rivolto a redigere il documento di pianificazione energetico ed ambientale, alle disposizioni europee. Viene da chiedere, dal momento è stata redatta una Vas che sembra tenere maggiormente alla delimitazione tra le aree di Salerno e Vietri e non a valutare i disastri ambientali prodotti dall’ampliamento del molo di sottoflutto, è stata fatta una verifica circa la propagazione dell’energia marina prodotta dal passaggio delle navi? Come mai l’Arpa Campania ha posto molte osservazioni sostanziali circa il Rapporto di sostenibilità ambientale ed energetica inviato dall’Autorità? Perché si è considerato nel Piano lo specchio d’acqua del lungomare (a oriente) e non quello tra il molo di sottoflutto e i “due fratelli” (a ponete)? Già, perché i bastimenti che dovranno entrare in porto, con l’allargamento di una banchina esterna ad esso, dovranno posizionarsi in parallelo alla costa, alle spiagge di Vietri in particolare, e non come illustrato nel documento dell’Autorità portuale, dal largo, determinando moti ondosi di erosione e inquinamento della costa che sopravanzeranno la stessa città della ceramica sino a Cetara almeno. Purtroppo vi è una sorta di combinato-disposto tra Regione e Autorità portuale, rivolto a danneggiare Vietri, il suo turismo e la sua identità marina. La Regione infatti, nel 1921, ha ordinato, con legge, che tutta la materia riguardante i porti sia trasferita ai comuni. Una scelta criticata da tutti gli esperti in materia portuale dal momento i porti hanno valenza regionale e ridurli alle scelte di un comune equivale a non considerare la mobilità del mare che va oltre i confini comunali. Infatti in tutte le altre regioni italiane le norme sulla portualità non si attengono alla suddivisione istituzionale degli enti amministrativi, ma istituiscono “ambiti” portuali che includono anche le acque esterne ai porti. Dalla scelta catastrofica municipalistica, su cui fondare possibili ricorsi presso il Ministero e il Tar, deriverebbe la competenza esclusiva di Salerno, affermata da Annunziata, che estrometterebbe i comuni costieri, e Vietri, dalla conferenza dei servizi, come se una scelta burocratica possa contenere il mare. Seneca ci inviterebbe a chiedere qui prodest? Il capolavoro della Regione deluchiana sta anche nel trasferimento delle concessioni portuali ai comuni. Dal momento l’allargamento della banchina del molo di ponente, come emerge dalle foto-render, serve principalmente allo stoccaggio dei containers, è probabile che la concessione sarà data al notabile della portualità salernitana, il cavaliere Agostino Gallozzi,  alla sua Gallozzi Group, non contento di essere approdato di recente nel porto di Genova. E qui si pongono almeno due interrogativi. Se può essere plausibile che qualcuno, secondo la politica deluchiana raccolta da Annunziata, si “arricchisca” utilizzando le risorse cittadine, in questo caso, il mare, è giusto che lo faccia danneggiando le città? E poi, perché le concessioni portuali, molto più vantaggiose di quelle balneari, non sono come queste soggette a decadenza? Infine, non può non rilevarsi che il Piano del porto induce danni non solo a Vietri ma alla stessa città di Salerno. Infatti il Piano, oltre a creare una barriera di containers tra Salerno e Vietri, prevede l’abbattimento dei volumi di via Porto prospicienti il mare, ovvero di quello del ristorante del Golfo, della produzione del ghiaccio, del circolo Canottieri e dei cantieri ancora superstiti, con l’interramento dei pontili e della darsena, per far posto ad altre aree per containers e a una nuova strada che giunga, abbattendo anche la caserma dei vigili del fuoco, alle spalle del mostro colonnato (crescent). Non vi è chi non veda come lo stravolgimento di questa parte della città elimini anche il ricordo della vecchia Salerno otto-novecentesca che, ritenendosi stazione prima della costiera amalfitana nei grand tour del Settecento, aveva creato uno stretto rapporto tra la palazzata di via Porto e il mare. Sarebbe interessante conoscere nel merito il parere dell’opposizione, di Cirielli, Bicchielli, Carfagna, dal momento Gallozzi si muove molto, al nord, al sud, a est, ovest, a sinistra, a destra.