ALBERTO CUOMO
Non è nato sotto una buona stella l’insediamento di Eliseo Cuccaro alla presidenza dell’Autorità del Sistema Portuale del Tirreno Centrale in sostituzione del decaduto Andrea Annunziata. Già prima della sua nomina ufficiale da parte del Ministero delle Infrastrutture, avvenuta il 12 novembre scorso, l’economista Fabrizio Vettosi, menaging director del VSL club, una società di investimento che si occupa di logistica marittima e portuale, presidente del Gruppo di Lavoro Shipping Finance all’interno della Confitarma (la confederazione degli armatori italiani) ha avuto da ridire sulla sua designazione. Sottolineando come Cuccaro abbia ricoperto il ruolo di amministratore delegato di Alilauro e paventando, quindi, un conflitto di interessi, Vettosi ha lamentato il carattere politico della scelta – voluta pare dal deputato leghista Giampiero Zinzi con l’avallo della Regione Campania cui i Ministeri hanno aderito – che avrebbe avuto aggio sulle competenze: “La legge 84 del 1994 stabilisce che per l’investitura del presidente siano richieste una comprovata esperienza e una solida conoscenza nel settore dell’economia marittima, che sono delle competenze davvero peculiari. Tuttavia, credo che una conoscenza specifica del settore portuale, in particolare nelle dinamiche relative alla gestione delle infrastrutture portuali, piuttosto che nell’ambito armatoriale, debba essere un criterio fondamentale nella valutazione. Tutte caratteristiche che erano presenti in numerosi curriculum inviati per questo ruolo” (numero dell’11 Agosto https://www.ship2shore.it/it/ Magazine online di economia del mare e dei trasporti). Più espliciti sul presunto conflitto di interessi di Cuccaro sono stati gli esponenti di Forza Italia i quali, in ragione di tale assunto, hanno votato in commissione e in Parlamento contro la sua nomina. A sua volta il Movimento 5 Stelle ha annunciato l’invio di “una formale segnalazione all’Anac in merito alla proposta di nomina del Dott. Eliseo Cuccaro a presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Centrale…a seguito delle evidenti criticità emerse sul piano dell’incompatibilità. Il Dott. Cuccaro ha ricoperto, fino al 15 luglio 2025, gli incarichi di amministratore delegato di Alilauro S.p.A. e di amministratore della Navauro S.r.l., entrambe società operanti nel settore e con rapporti contrattuali in essere con l’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Centrale”. E tali rilievi sono stati posti anche dall’ex coordinatore del Pd in Campania Antonio Misiani. C’è altresì da dire che nel curriculum di Cuccaro è più significativa l’esperienza sui trasporti via terra e sulle tratte brevi via mare che non quella sulle movimentazioni dei porti. A suo favore però può citarsi la sensibilità verso la transizione ecologica delle attività portuali, avendo sostenuto la necessità di adeguare i porti alle esigenze del carburante elettrico cui si starebbero adeguando le navi e quella di spingere le grandi navi da crociera all’uso di carburanti verdi. Si è smentito tuttavia proprio pochi giorni dopo la bocciatura da parte del Ministero dell’Ambiente del Piano del Porto di Salerno e del suo progetto di ampliamento del braccio di sottoflutto tale da eliminare la spiaggia dell’Hotel Baia e quella libera e di provocare, con il passaggio delle navi in direzione parallela alla costa vietrese onde entrare nella nuova imboccatura portuale, l’inquinamento e l’erosione di parte della “divina costiera”. Vale a dire che, a fronte della richiesta da parte del Ministero di una approfondita indagine circa l’inquinamento marino e atmosferico causato dalla nuova struttura in progetto e di una analisi costi-benefici circa la sua utilità, Cuccaro ha sostenuto che tutto sarà fatto. Eppure il nuovo presidente dell’Autorità è a conoscenza della grande capacità di inquinamento delle navi da crociera e di quelle porta-container tale da rendere il porto di Salerno fonte di contaminazioni dell’aria per la città di Salerno tanto da non potere, probabilmente, accogliere un numero maggiore di movimentazioni cui si aggiungono quelle del trasporto a terra. E non solo: il progetto dell’ampliamento del porto è stato anche bocciato, proprio per i previsti fattori inquinanti, dall’Arpac. Sostenere, come ha fatto Cuccaro, che l’Autorità risponderà, ai fini dell’approvazione del progetto, ai rilievi del Ministero, sembra denotare una visione meramente burocratica della gestione portuale, poco attenta al benessere dei cittadini da tutelare secondo il Dm. 169/2016. Tale decreto prescrive infatti che l’Autorità debba redigere il documento di pianificazione energetica e ambientale dei porti ripartendo gli ambiti portuali, retroportuali e di interazione tra porto e città, laddove l’ambito definito per il porto di Salerno comprende solo la costa cittadina ad oriente e non la più delicata costiera amalfitana. Per questo motivo i comuni costieraschi, sebbene interessati alle conseguenze ambientali derivanti dal nuovo progetto per il porto, non sono stati invitati, da Annunziata, al tavolo della conferenza di servizio per l’approvazione del Piano del porto e dell’ampliamento. Infine, a proposito del rapporto costi-benefici, non vi è chi non veda che, già adesso, i benefici della presenza del porto sono fruiti dai pochi concessionari e dai trasportatori e non certo dall’economia salernitana, mentre gli alti costi, per l’inquinamento e la gestione delle strade, la costruzione del tunnel presso la porta-ovest di Salerno con gli improbabili viadotti, della indotta fragilità del costone roccioso dell’Olivieri sono a carico dei cittadini. Se Cuccaro dovesse avere a cuore la loro salute e il loro benessere dovrebbe fare, quindi, macchina indietro rispetto al delittuoso progetto avviato da Annunziata bocciato dal Ministero dell’Ambiente.





