Perdersi sul palcoscenico con due sorelle gemelle eterozigote molto, molto diverse - Le Cronache
teatro Spettacolo e Cultura

Perdersi sul palcoscenico con due sorelle gemelle eterozigote molto, molto diverse

Perdersi sul palcoscenico con due sorelle gemelle eterozigote molto, molto diverse

di Francesca Quaranta

Manola racconta di due sorelle gemelle eterozigote molto diverse, una solare, allegra, bella e positiva e l’altra introversa, profonda, pesante, non particolarmente bella e intelligente, si detestano da sempre, da prima della loro nascita, nella pancia della mamma. Lo spettacolo è fatto soprattutto di monologhi, la realtà raccontata da una e la realtà raccontata dall’altra, spesso interrotti, poiché una dice la sua e immediatamente l’altra esprime il suo pensiero smentendo quello che è stato affermato precedentemente. Chiamano sempre in causa Manola, che non c’è in scena, ed è qualcuno a cui si rivolgono che in realtà è il pubblico, ciò è fatto per richiamare l’attenzione di quest’ultimo travolto dalla valanga di parole che arrivano e coinvolgerlo, in maniera si comica che drammatica. Dopo aver raccontato della loro infanzia, del Natale, la scuola e tanto altro, accade che una delle due si innamora di un “essere terribile”, la storia si dipana intorno all’incontro di quest’essere e di come è vissuto dall’una e dall’altra, tanto da sconvolgere l’esistenza di entrambe. Questo è quello che ci raccontano le due grandissime attrici Nancy Brilli e Chiara Nochese, sullo spettacolo teatrale “Manola” tenutosi sabato scorso al Teatro delle Arti a Salerno, dove, prima della loro esibizione le due attrici si sono sottoposte ad un’intervista tenutasi da alcune classi di diverse scuole del salernitano, alle quali con molta disponibilità hanno partecipato, e con molta disinvoltura si sono spinte a raccontare anche molto di sé, e del loro legame, di stima e grande sostegno reciproco. Invogliando anche i ragazzi a mettersi in gioco, a cimentarsi nell’arte del teatro e nell’ambito della recitazione, per farla diventare anche per loro una passione. Come nasce questo spettacolo teatrale Nancy? “Questo spettacolo nasce 25 anni fa con Margaret Mazzantini, me e Sergio Castellitto, Margaret scrisse lo spettacolo per entrambe, essendoci noi in scena con la regia di Castellitto, ebbe molto successo per svariati anni, fin quando fu poi bloccato. Da questa prima rappresentazione teatrale è stato poi tratto un romanzo. C’è poi dietro un importante studio della Mazzantini sulla psicologia, inoltre il pubblico è fondamentale per questo spettacolo. Quest’anno ho chiesto a Margaret di riscriverlo in chiave moderna e modificarlo stando al passo con i tempi, aggiungendo elementi contemporanei come internet. Lo stesso episodio vissuto da personalità completamente diverse sembra un’altra cosa.” “Perché avete scelto di fare teatro?” “Io sono figlia di un attore, che era una star tantissimi anni fa – ha affermato Chiara Noschese -volevo fare la scuola di Gigi Proietti e sono riuscita a farla appena raggiunta la maggiore età e diplomata. L’ho scelto perché fare questo lavoro è fuggire, è come prendersi una vacanza dentro qualcun’altro, fondamentalmente l’ho fatto non tanto per esibirmi ma per la voglia di perdermi dentro qualcun’altro e poi mi è piaciuto molto, sono diventata anche una regista e dirigo una scuola di giovani ragazzi”. “Io ho fatto l’attrice ha continuato Nancy Brilli – perché in realtà mi è capitato, a 19 anni mi hanno proposto di fare un film, io ho accettato e così è nata la mia carriera. Sempre per caso sono stata scelta per fare una commedia musicale al Sistina a Roma con Enrico Montesano, totalmente inconsapevole ho fatto dei provini a cui sono stata scelta e da lì non ho mai più smesso. Ho scoperto che stando in scena mi sentivo perfettamente a mio agio, cosa che non mi sentivo fuori, dove mi giudicavo moltissimo e mi sentivo tutta sbagliata e non amata. In scena invece stavo e mi sentivo benissimo, a casa e ho capito che nessuno avrebbe potuto smuovermi da qui, dedicando così tutta la mia vita alla recitazione” Come vi siete ritrovate a lavorare insieme? Come vi siete conosciute? “Ci siamo conosciute – ha rivelato Chiara Noschese – grazie ad un’amica in comune. Stavo facendo la regista di uno spettacolo per Luca Barbareschi, e lei è venuta a vederlo, da lì ci siamo iniziate a stimare molto, dopo esserci incontrate svariate volte ci siamo “scelte” per lavorare insieme”. “Si, ci siamo scelte ha continuato la Brilli – e meno male perché lavorare con qualcuno che stimi è in primis stimolante e poi divertente e ti protegge, perché nonostante gli alti bassi che ci sono stati noi abbiamo scelto di esserci sempre l’una per l’altra…Mi sembra di conoscerla da sempre”. Nancy Brilli rivolgendosi poi, alle ragazze ha lanciato loro un forte messaggio “Ognuna deve imparare ad essere la forza di sé stessa, l’obiettivo non è quello di trovarsi un uomo e sposarsi ma fare qualcosa di cui essere fiere e da portare avanti. Noi non dobbiamo essere bisognose nei confronti dei maschi, noi dobbiamo essere contente di stare con uomini contenti di stare con noi” Cosa preferite tra la televisione e il teatro? “In realtà – ha cominciato la Brilli – sono due cose completamente diverse, in teatro, sei responsabile deve essere tutto grande, forte, raccontato, bisogna fare cose che colpiscono. Sono due modi di recitare complementari ma diversi. In cinema e in tv non si sa mai quello che succederà alla fine, perché tu reciti, fai una cosa che pensi sarà in un modo mai poi il montaggio può stravolgere la tua interpretazione.”. “In teatro – ha detto la Noschese – c’è un evento che avviene solo tra quelle persone, solo quella sera, unico e irripetibile. Tra teatro e televisione io preferisco di più il teatro perché è per quei pochi intimi, non morirà mai perché uno racconta una storia e tu l’ascolti, tutto il resto si annulla e tu sei dietro a quel susseguirsi di parole, entrando in un altro mondo”. Tra tutti i personaggi che avete interpretato durante la vostra lunga carriera in quale avete rivisto voi stesse maggiormente e come li avete interpretati, è facile entrare in un personaggio? “Non è che entri – ha esordito Chiara Noschese – nel personaggio, sei sempre tu, ti perdi dentro la storia, la cosa figa è che tu diventi qualcun’altro, è un grande gioco, questo è quello che mi sento io. Il nostro lavoro è come mettersi una maschera legittimata, perché noi tutti indossiamo delle maschere, il nostro è mettersi una maschera, per essere qualcun’altro e quindi è come se fossimo autorizzati a farlo.” “C’è poi un patto ha ribattuto Nancy – tra il pubblico e il palcoscenico, il pubblico decide che è vero che sta vedendo Nancy e Chiara ma accetta che siano altro, se non ci fosse questo non funzionerebbe. Non mi è mai successo di rispecchiarmi in un personaggio, ci ritrovi qualcosa della tua esperienza personale sicuramente ma non mi ci sono mai rispecchiata totalmente perché ho sempre trovato quel qualcosa di diverso dalla mia persona.” Come descrivereste l’emozione che provate mentre siete in scena? “Con un’unica parola: goduria!” – ha risposto Nancy Brilli. “Quando ti piglia male è una tragedia – ha confessato la Noschese – perché essere costretti a stare là e arrivare fino in fondo e non lasciarti andare e non divertirti è duplice. Però quando viene bene siamo molto contenti e soddisfatti” Vi sarebbe piaciuto avere una gemella? Se si perché? “A me no, non credo – ha detto Nancy – mi sarebbe piaciuto avere una gemella, specialmente se come le protagoniste della rappresentazione”. “No, una gemella no, ma una sorella si, ha rivelato Chiara Noschese -io ho un fratello e forse una sorella l’avrei voluta. Poi credo che la vita dei gemelli non sia sempre facile, perché è come se uno schiacciasse l’altra senza volerlo” Interpretare sempre diversi personaggi, come avete fatto voi nella vostra lunga carriera, secondo voi e la vostra esperienza aiuta a cercare meglio se stessi o a perdere sé stessi? Per Chiara Noschese “Per me la seconda, ovvero a perdersi…mentre, Nancy brilli ha risposto: “Per me, invece, è stato fondamentale per trovare me stessa, mi ha guarita questo mestiere, io ero molto spaventata dalla vita e in scena ho trovato la sicurezza di cui avevo bisogno.”