La vicesindaca di Salerno, Paky Memoli, giovedì 11 aprile, ha incontrato il direttivo della Cooperativa sociale Galahad che, ad oggi, resta ancora in attesa dei pagamenti da parte della Fondazione Scuola Medica Salernitana per il servizio sperimentale prestato da dicembre a marzo presso il Museo Virtuale della Scuola Medica Salernitana e il Museo Roberto Papi, come precedentemente concordato verbalmente tra le parti. Il presidente della Fondazione, Enrico Indelli, venendo meno ad ogni parola data ai giovani volontari, oltre a liquidare a mezzo mail la cooperativa -che è stata impegnata per quasi 12 anni nella valorizzazione e nelle visite presso i due musei cittadini – ha reclutato gli stessi operatori selezionati e formati dalla Cooperativa, al fine di continuare a garantire l’apertura dei musei, tagliando tuttavia fuori la cooperativa stessa cui inizialmente aveva chiesto supporto. Tale apertura dei musei, tra l’altro, è stata drasticamente ridotta rispetto al passato: in particolare risulta fruibile solo nei week-end il Museo Virtuale e solo su prenotazione il Museo Papi, (almeno fino alla data di pubblicazione di alcuni articoli di denuncia a cui ha dato spazio la stampa cittadina ndr). Elemento non da sottovalutare, poi, la rinuncia alla didattica e agli eventi attrattivi realizzati con successo negli anni dalla cooperativa. “Ritengo che il dottor Indelli debba chiarire la sua posizione: non è accettabile che una cooperativa sociale virtuosa che presta il suo servizio per la nostra comunità, riceva un benservito simile. I volontari, impegnati sia nel sociale che nella cultura, da sempre hanno portato avanti iniziative valide basandosi solo sulle loro forze, contribuendo da un lato a supportare persone in difficoltà e dall’altro a valorizzare luoghi storici e beni culturali. È davvero doveroso pretendere che ricevano rispetto dalla Fondazione Scuola Medica Salernitana presieduta da Indelli”. Non una risposta, come se non bastasse, da parte della Fondazione, alle richieste via Pec inviate dalla cooperativa sociale per sollecitare i pagamenti e per la riconsegna di quanto custodito nell’ambito del servizio prestato. Va sottolineato, infine, come il Museo Virtuale, nonostante le precedenti sollecitazioni della cooperativa, non risulti ancora fruibile in tutte le principali lingue, né disponga di dispositivi tecnologici realmente innovativi, come auspicato dopo l’opera di restyling. La prestigiosa Scuola Medica Salernitana candidata a Patrimonio Unesco, insomma, purtroppo non può certamente risultare ben rappresentata dall’offerta proposta attualmente dal Museo della Scuola Medica Salernitana gestito dalla Fondazione presieduta dal dottor Indelli.
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