di Erika Noschese
«Spero certamente di essere invitato al festival di Ravello per la prossima edizione». Sorride Mauro Felicori, commissario della fondazione Ravello ed ex responsabile della Reggia di Caserta che, da pochi giorni, riveste un nuovo e prestigioso incarico: quello di assessore alla Cultura nella giunta regionale di Stefano Bonaccini in Emilia Romagna. L’ex responsabile della Reggia di Caserta, infatti, dopo la proroga di altri due mesi per il commissariamento della Fondazione Ravello era comunque destinato a lasciare la provincia di Salerno: il suo incarico, infatti, è in scadenza ma lasciare la Campania pronto a dimostrare quanto vale in Emilia Romagna.
Onorevole, lascerà l’incarico di commissario alla Fondazione Ravello ora che è stato eletto nella giunta regionale di Stefano Bonaccini…
«A Ravello sono stati prorogati i due mesi ma in quanto commissario il mio incarico era destinato a durare poco. Finisco l’elaborazione del nuovo statuto, saranno eletti i nuovi organi. Non c’è mai stata una contraddizione tra il mio nuovo ruolo in Emilia Romagna e il mio incarico di commissario».
A che punto è il lavoro che, da commissario, sta portando a termine alla fondazione Ravello?
«Domani (oggi per chi legge ndr)ci sarà una riunione con i soci e il comitato di indirizzo, discuteremo la proposta del nuovo statuto e se lo statuto va bene sarà eletto il nuovo consiglio d’amministrazione e il nuovo presidente».
C’è ancora qualcosa che avrebbe voluto fare prima di lasciare l’incarico di commissario?
«Io direi che abbiamo fatto un ottimo festival, abbiamo già incominciato a lavorare alla nuova edizione del festival del 2020. Il commissario viene nominato quando gli organi non funzionano e se io riesco a far funzionare gli organi, allora abbiamo risolto il problema. Non dipende solo da me, nel senso che è necessario che i soci si mettano d’accordo».
Cosa le mancherà di Ravello e di tutto il lavoro che ha svolto?
«Guardi, sono stato in Campania per 4 anni. E’ una regione meravigliosa che mi ha dato enormi soddisfazioni di lavoro e non sarei un essere umano se non la ricordassi con piacere. La Campania, e Ravello, mi hanno dato moltissimo a livello personale, professionale. Lascio qui tanti amici, colleghi, lavoratori. C’è stato anche tanto da combattere, naturalmente». Tornerà a Ravello? «Spero certamente di essere invitato al festival»