Landi: Ruggi, così proprio non va - Le Cronache Attualità
Attualità Salerno

Landi: Ruggi, così proprio non va

Landi: Ruggi, così proprio non va

Sembra strano che l’attenzione della comunità salernitana si polarizzi sull’ospedale Ruggi soltanto in occasioni di servizi televisivi nazionali o nei casi in cui si verificano episodi talvolta incommentabili e gravissimi. I mali di questo grande ospedale universitario, nel quale pure esistono presidi professionali nei quali la capacità di lavoro si somma a buone intuizioni assistenziali e operative, sono molto antichi, come dimostrano clamorosi casi di cronaca, esplosi in dipendenza di disservizi, liste di attesa assurde, errate diagnosi che, in qualche caso, hanno determinato morti evitabili, come testimoniano gravi vicende all’attenzione della magistratura. Ad essere certo della grave situazione e delle cause del degrado, prevalentemente politiche, molto radicate nella storia di questo ospedale-policlinico, è il cardiologo Carmine Landi, presidente dell’Associazione Grazie di Cuore, che da anni conduce battaglie delicatissime e difficili per l’umanizzazione e la razionalizzazione della sanità salernitana e campana. «Da cittadino e da medico posso affermare, senza tema di essere smentito, che il declino del Ruggi non è affatto un fenomeno improvviso. L’attuale grave situazione è il frutto di nomine imposte dalla politica, basate più su equilibri di potere – spiega Landi – che su competenze di merito». La critica di Landi, che è stato anche amministratore comunale nella Valle dell’Irno, conducendo pure in quella veste battaglie per una Sanità più efficiente e democratica, punta sulla qualità professionale molto scadente dell’attuale dirigenza, costituita prevalentemente «da personaggi distanti dai reali bisogni dei pazienti e degli operatori sanitari». Per il cardiologo Landi, «la politica tutta ha dimostrato scarso interesse per la Sanità pubblica, trasformandola, soprattutto negli ultimi anni, in un terreno di spartizione piuttosto che nella promozione di un servizio essenziale da proteggere e migliorare nell’interesse della comunità». La situazione in molti reparti, secondo Landi, ha raggiunto livelli di guardia: «Il personale è ormai allo stremo e i cittadini finiscono per pagare conseguenze altissime di questa situazione, vissute sulla propria pelle e che si riflettono drammaticamente sull’attesa di vita e di salute. Addirittura – aggiunge Landi – si sta diffondendo un’assuefazione che sterilizza il malessere e la protesta, in una sorta di supina accettazione di una realtà sempre più invivibile». Sarebbero sempre più diffuse le errate diagnosi presso il Pronto Soccorso, come emerge da vicende giudiziarie incardinate negli ultimi tempi e all’attenzione della magistratura inquirente; vicende che ipotizzano errori medici non trascurabili, dalla ginecologia alla cardiochirurgia. In qualche caso l’ospedale è andato agli onori/orrori della cronaca nazionale per morti che sarebbero state determinate da gravi negligenze. «Nei mesi scorsi – aggiunge Carmine Landi – avevo scritto al sindaco di Salerno e al prefetto per sottolineare questa grave situazione di rischio ed alcuni esiti di pratiche mediche davvero inaccettabili, ma come nella migliore tradizione non ho ricevuto alcuna risposta. Naturalmente, continuerò a testimoniare il disagio e il disappunto della comunità sia personalmente che con la mia associazione Grazie di Cuore, perché è arrivato il momento in cui non possiamo più nasconderci di fronte a un degrado che colpisce tutti e, in particolare, i ceti meno abbienti che, per banali controlli diagnostici, sono costretti ad attendere mesi, vanificando tutte le strategie a sostegno della prevenzione». È arrivato il momento della indignazione. «Soltanto così – conclude Landi – sarà possibile invocare e promuovere un cambiamento radicale. Ma per fare questo è la politica a dover invertire la tendenza, facendo in modo che strutture come il Ruggi siano guidate da competenze indiscutibili con responsabilità e trasparenza. È una prova alla quale dobbiamo sottoporre i nostri livelli politici, che hanno le maggiori responsabilità di questo degrado. E dobbiamo farlo per un motivo molto semplice: la salute è un diritto e non un favore elettorale, come purtroppo sembra essere diventata».