di Michela Di Sario e Asia Senatore
Emozione e soddisfazione per la visita al Comando Provinciale della guardia di Finanza di Salerno e l’incontro con il Comandante Provinciale Colonnello Oriol De Luca, il quale da eccellente giornalista si è reso disponibile e con grande comunicativa e semplicità ha risposto alla batteria di domande degli studenti del Liceo Classico Torquato Tasso. La prima domanda è servita a comprendere, attraverso una breve introduzione, il ruolo che svolge questo corpo. Dunque in breve la Guardia di Finanza è una delle forze di polizia ad ordinamento militare, con competenza generale in materia economica e finanziaria. È direttamente dipendente dal Ministro dell’Economia e delle Finanze. Nonostante fosse una domanda apparentemente scontata, la risposta del comandante ha assunto un tono di pieno coinvolgimento e chiarezza, tanto da farci comprendere in modo conciso il ruolo e le attività che si svolgono per questa professione anche nell’area Salernitana. Successivamente, l’intervista è passata ad un contenuto più personale al fine di conoscere meglio il nostro comandante. Le successive domande sono state le seguenti: Cosa consiglierebbe ai giovani che vorrebbero intraprendere questo tipo di carriera? Dalle risposte del colonnello De Luca viene fuori proprio il forte senso di onore e di passione attuati in qualsiasi giornata lavorativa. “Bisogna innaffiare la pianta della nostra anima” dice egli nella sua risposta, intento a farci comprendere che nel suo lavoro bisogna mettersi in gioco, studiare e avere dedizione in ogni momento. Ai giovani che vorrebbero intraprendere la carriera di finanziere, consiglia “di avere coraggio, di non farsi abbattere dalle difficoltà e di non farsi spaventare da nessun tipo di ostacolo.” Un altro interessante aspetto dell’intervista è emerso a seguito di una domanda che ha fatto emozionare il comandante stesso: Cosa l’ha spinta ad arruolarsi? Se tornasse indietro rifarebbe la stessa scelta? Dopo una breve pausa di commozione, il colonnello De Luca risponde di aver deciso di arruolarsi quando frequentava il liceo a soli 15 anni! È entrato superando il concorso per scuola militare di Napoli in secondo liceo, spinto dalla manifestazione di concretezza dei valori della legalità che spesso sono considerati solo formalmente. Inoltre il condizionamento della sua famiglia, come ad esempio suo fratello o suo padre stesso, sin da bambino lo hanno portato a vedere la Finanza come una forza di polizia avanzata e specialistica in cui si sarebbe potuto confrontare in dinamiche considerate (già all’età di 18 anni) intriganti e coinvolgenti. Voleva mettersi in gioco e affrontare le sfide, le quali soprattutto nel corso della sua carriera si sono fatte sempre più affascinanti. “Le difficoltà tuttavia”, dice il comandante, “sono contemplate in questo percorso e sono inevitabili, ma bisogna avere il coraggio di affrontarle.” In che modo il suo lavoro ha influito sul suo carattere nel corso del tempo? Egli si è descritto come una persona vivace in passato, un po’ disorganizzata talvolta, anche portato ad affrontare le situazioni senza programmi “vivendo alla giornata”. Il suo lavoro lo ha indotto a prendere le redini della sua vita dovendo fare “della pianificazione necessità e virtù, in quella che è la dimensione non solo personale, ma soprattutto lavorativa”. Il comandante, soprattutto tutelando il personale, anche nella stessa attività chiamata dal codice “perquisizione”, ha capito che solo con la programmazione e organizzazione, attraverso mezzi di indagine (quindi prevedendo se per esempio il soggetto di tale perquisizione detenesse delle armi) ha sempre potuto mettere a disposizione tutte le cautele necessarie per svolgere tale attività in totale sicurezza. Come definirebbe il rapporto con i suoi collaboratori e colleghi? È stato difficile instaurare un rapporto professionale ma allo stesso tempo affettivo?, ancora una volta abbiamo avuto prova della grande dedizione e della stima verso il suo personale operativo. La risposta è stata la seguente “Questo lavoro mi ha dato la possibilità di conoscere tanti contesti e tante persone. Nel corso della mia professione, ho instaurato rapporto duraturi con i miei colleghi attraverso fraterne amicizie. In accademia si sono instaurati rapporti che porterò nel cuore per tutta la vita. Con i miei collaboratori è stato possibile un rapporto anche affettivo, ma nel rispetto dei ruoli, poiché si tratta comunque di un’organizzazione di disposizione gerarchica”. Dunque, la sua non è un’impostazione basata solo sulla disposizione gerarchica militare, bensì si potrebbe definire, citando le sue esatte parole “Come diceva Augusto, La potestas e l’auctoritas”; si tratta di autorevolezza in grado di creare rapporto straordinari, mantenuti anche distanza. Questi vanno al di là della gerarchia e sono stati possibili anche grazie alla condivisione di momenti di pericolo e di grande difficoltà.” Alla fine della visita in caserma, si è vissuto anche un piccolo momento conviviale durante il quale i ragazzi hanno ricevuto un simpatico ed utile oggetto da conservare a ricordo dell’incontro.