di Carmine LANDI
BATTIPAGLIA. È morto Angelo Di Patti, il 67enne che venerdì scorso, mentre era in sella alla propria bicicletta, è rimasto vittima dell’incidente stradale di via Paolo Baratta.
L’uomo, originario di Riesi (Caltanisetta) è deceduto alle 9:15, dopo una lunghissima agonia, all’interno della sala rianimazione del presidio ospedaliero “Santa Maria della Speranza”. Le condizioni sanitarie si erano considerevolmente aggravate: Di Patti, infatti, che era intubato da sette giorni, aveva riportato insanabili fratture. Piangono il defunto, all’interno della sala mortuaria del nosocomio battipagliese, la moglie, Nunziatina Ammirante, la figlia, Maria Carmen, e il genero, un poliziotto della scientifica in forza al commissariato di Battipaglia.
Sull’episodio s’è detto e scritto molto, ma la realtà di quanto accaduto è differente, ed è stata raccontata sul nostro quotidiano lo scorso 24 marzo, all’indomani del giorno in cui fu individuato e avvertito l’uomo che aveva mandato in ospedale il 67enne. I caschi bianchi della polizia municipale, guidati dal comandante Giorgio Cerruti, e gli agenti in forza al locale commissariato di polizia, timonati dal vice questore aggiunto Antonio Maione, hanno reso ben più nitido il quadro dell’incidente.
Come già anticipato nei scorsi giorni dalle colonne di questo giornale, infatti, Di Patti non è stato affatto colpito da un malore, né tantomeno è stato investito da un’auto pirata scappata cinicamente via: il 67enne, in realtà, ha urtato contro la portiera di un suv, forse spalancatasi un po’ troppo precipitosamente.
Il fuoristrada, poi, alla cui guida c’era un uomo di Capaccio, non s’è affatto allontanato dal luogo: il pilota, infatti, è immediatamente sceso dall’autovettura per prestare i primi soccorsi all’anziano battipagliese, ed è stato proprio lui a invocare l’arrivo di un’autoambulanza chiamando il 118.
Tuttavia, le modalità dell’incidente andavano comunque empiricamente accertate: gli inquirenti, che, coordinati dalla Procura della Repubblica di Salerno, stanno studiando l’accaduto, hanno trovato le prove schiaccianti nelle riprese delle telecamere di videosorveglianza di una filiale bancaria, ubicata proprio in prossimità del punto incriminato, che hanno filmato l’episodio.
Ora, naturalmente, è necessario acquisire altre immagini per compiere ulteriori accertamenti, ma quel che è certo è che il capaccese non rischia affatto di vedersi sospesa sul caso la cocente accusa di omissione di soccorso.