di Brigida Vicinanza
Dal Comune di Campagna arriva il “no” tassativo e categorico per la delocalizzazione delle Fonderie Pisano nella zona, che aprirebbe un altro scenario e un’ulteriore situazione complicata in merito allo spostamento appunto dello stabilimento ora a Fratte. Nonostante i Pisano dicono di aver individuato proprio in quell’area il sito adatto per la delocalizzazione, mettendo sul Tavolo le carte del progetto innovativo e all’avanguardia del nuovo opificio e sottolineando di aver già provveduto a richiedere un incontro al Comune interessato, pare che dall’altra parte si siano già chiuse a chiave le porte. Il sindaco di Campagna Roberto Monaco parte all’attacco, mettendosi però sulla “difensiva” contemporaneamente, dopo aver saputo l’esito dell’incontro di ieri in sede ministeriale a Roma: «Appena appreso di questa iniziativa circa la delocalizzazione delle Fonderie Pisano, ho immediatamente contattato il presidente del Consiglio comunale di Campagna, Amedeo Giordano, per convocare una seduta consiliare monotematica nella quale l’intera città urlerà forte la sua contrarietà alla delocalizzazione sul territorio di Campagna. Se sarà necessario, sposterò il mio ufficio di sindaco dalla sede comunale alla zona antistante l’area che con estrema scorrettezza è stata indicata». Pare che Monaco non sia stato mai informato circa l’iniziativa dei Pisano e addirittura non abbia ricevuto alcuna richiesta di incontro per discuterne. Il suo “no” era stato già segnato nella lunga lista di tutti i Comuni della provincia di Salerno che hanno posto il divieto assoluto alla famiglia Pisano per la delocalizzazione. Ora infatti la preoccupazione è tanta, ma il sindaco Monaco pare si sia già mobilitato per mettere in campo tutte le iniziative possibili per evitare che la procedura venga attuata. L’area sarebbe quella che prima “ospitava” un fabbrica di mattoni e che ora pare sia abbandonata. All’incontro di ieri però hanno partecipato anche il sindaco di Salerno Enzo Napoli e l’assessore al bilancio Roberto De Luca che, come da verbale: “hanno preso atto dell’impegno dell’azienda come da richiesta del Comune di Salerno alla bonifica dell’attuale sito produttivo in seguito alla delocalizzazione”. Poi, in una nota da parte del Comune di Salerno stesso si legge: “Nel corso della riunione di ieri al MiSe a Roma si è stabilito che ciascuna amministrazione presente, secondo le proprie rispettive competenze, procederà ad attivare tutte le azioni necessarie a sostenere l’iniziativa della delocalizzazione dell’impianto attualmente collocato nel quartiere Fratte, inclusa la disponibilità di Invitalia ad acquisire e valutare il piano presentato dall’azienda. La stessa azienda, su richiesta del Comune di Salerno, si impegna alla bonifica dell’attuale sito a seguito della delocalizzazione”. Poi dal Comune hanno sottolineato: “L’azienda ha, inoltre, confermato la propria disponibilità a ritirare la procedura di mobilità attività nei giorni scorsi, in base alle verifiche che nei prossimi giorni la Regione Campania attuerà in merito alle possibilità di attivare gli ammortizzatori sociali previsti dalla normativa vigente”. Ed è proprio da una cassa integrazione “straordinaria” che i 120 operai possono ricominciare a sperare.