Per comprendere davvero quale livello di degrado etico e morale si cela dietro il sistema sanitario campano bisogna leggere, dalla prima all’ultima riga, la relazione istruttoria che apre ufficialmente l’inchiesta del difensore civico della Rregione Campania, avvocato Giuseppe Fortunato, sull’autismo. Un durissimo atto d’accusa, pienamente documentato, che per opportuna conoscenza è stato inviato anche all’Istituto Superiore di Sanità e al ministero dell’Istruzione. Fortunato non risparmia nessuno: Asl, Comuni, Ufficio Scolastico. Tutti contribuiscono a rendere praticamente impossibile una regolare assistenza ai bambini autistici. Il caso, sollevato a suo tempo da Cronache grazie al coraggio di alcuni genitori, è ora giunto ai massimi livelli. E si può ben dire che Asl Salerno, Ufficio Scolastico Regionale e Provinciale, Comune e tutti gli altri attori di questa vicenda, centri accreditati e cooperative compresi, ora rischiano grosso. Dopo aver appurato che le Linee Guida ufficiali sull’Autismo, emanate dall’Iss nel 2012, sono completamente disattese, il difensore ci
vico muove una serie di rilievi. “Non si applicano le nuove metodologie personalizzate, fondate sull’attenzione al caso singolo. Nulla è cambiato in materia di formazione professionale per l’autismo. Ai docenti non si danno le istruzioni, salve giornate prossime di formazione. Non si permette la nascita delle figure professionali sanitarie e degli educatori abilitati opportunamente alla cura degli autistici. Non si attuano le Equipes pubbliche pluridisciplinari”. Tutto questo contribuisce a generare “un giro di affari, legato alla logopedia, alla psicomotricità e a tematiche genericamente autistiche che nella sola Regione Campania supera i 300 milioni di
euro annui, con terapie vecchie, costose e non in linea con quanto ha evidenziato dalla ricerca moderna, recepita già dal 2012”. Ora Fortunato chiede ufficialmente alle Asl campane, e ovviamente anche a quella di Salerno, di fornire spiegazioni in merito alla situazione. Perché non si attua il progetto globale di vita, così come previsto dalla legge 134 del 2015? Perché si va avanti con il sistema dei centri accreditati e non si realizzano le short list di operatori formati e certificati? Perché Asl, Scuola e Comune vanno ciascuno per conto proprio invece di coordinare le loro attività, così come previsto sempre dalla normativa vigente? Per Fortunato “il business in corso in Campania diffonde prodotti e servizi omogeneizzati
senza essere periodicamente aggiornati con l’evolversi delle conoscenze mediche e scientifiche”. Sotto accusa finisce anche la Regione Campania che, a detta del difensore civico “nonostante l’umanità e l’ottima professionalità sottoutilizzata di operatori eccellenti, non garantisce il funzionamento dei servizi di assistenza sanitaria per autistici e non ha stabilito i percorsi diagnostici, terapeutici ed assistenziali” a beneficio dei pazienti, nè v’è mai stata formazione degli operatori sulle nuove metodologie”. Nella relazione si evidenzia come “per comodità e per interessi di pochi, l’attuale sistema tratta l’autistico sostanzialmente come un grave dislessico e anche la continuità assistenziale necessaria per garantire lo specifico indispensabile supporto viene spesso negata dalle Aziende sanitarie, dovendosi fare ricorso alla sede giudiziaria per ottenere l’erogazione di metodologia aggiornata, specifica e scientificamente idonea a fornire risultati sui pazienti