di Monica De Santis
Nuove norme su Dad e quarantena potrebbero essere in arrivo tra i banchi, in vista della ripresa dell’anno scolastico dopo le feste natalizie. Gli istituti sono pronti a ripartire tra il 7 e il 10 gennaio, ma in alcuni territori la riapertura slitterà a causa dei contagi. Anche per questo il Governo studia, in accordo con le Regioni, regole diverse soprattutto alle elementari e in prima media, visto l’avvio della campagna vaccinale 5-11. A ribadire la propria linea è il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, per il quale è”prioritario tutelare la didattica in presenza”. Dopo la proposta delle Regioni, che trova molti punti d’intesa con l’Esecutivo, sembra molto possibile che anche per le scuole elementari e la prima media – così come già succede per quelle successive – si possa prevedere, nel caso di due studenti risultati positivi in una classe, solo l’auto sorveglianza di cinque giorni (con test a 10 giorni) per i ragazzi vaccinati (o guariti negli ultimi tre mesi) e la quarantena di 10 giorni con Dad (quest’ultimo caso laddove previsto). Con tre contagi in una sola classe, sarebbe poi la Asl a valutare ulteriori provvedimenti come la sospensione dell’attività in presenza. Nelle scuole dell’infanzia resterebbe invece la quarantena di dieci giorni per tutti con tampone con un solo caso positivo. Insomma ore decisive per stabilire come sarà il ritorno in classe dopo le vacanze natalizie… “Io sono scettico su tutta la gestione dell’emergenza covid – spiega Gianpiero Cerone, Dirigente Scolastico dell’Istituto di Istruzione Superiore “Teresa Confalonieri” di Campagna – lo sono dal febbraio del 2020. Ritengo abnorme ipotizzare soltanto lontanamente la possibilità di chiudere le scuole e metterle in dad. E’ autocontraddittorio vista l’imponenza di tutte le misure di sicurezza, che sono state predisposte all’interno delle scuole, anche forzando, se possiamo dirlo in questi termini, la Costituzione, perché dopo aver vaccinato la maggioranza del paese, tamponato la maggioranza del paese, distanziato la maggior parte del paese, chiudere le scuole sarebbe il segno tangibile del fallimento e dell’auocontradittorietà delle politiche intraprese fino ad ora. Pertanto le scuole devono stare aperte”. In merito all’opportunità di chiedere agli studenti di sottoporsi a un tampone rapido prima del ritorno in classe, Cerone spiega che non crede che sia necessario… “Per me è sufficiente che i genitori misurino la temperatura ogni mattina ai loro figli, come era stato disposto nel primo dpcm del marzo del 2020. Bisogna rispettare il sano principio per cui se non si sta bene si sta a casa . Quello che credo è che in assenza di sintomi o di sospetto contatto con una persona che sia risultata poi positiva, non sia necessario sottoporsi a nessun tampone. Tutti questi test che le persone si stanno facendo credo che siano un altro segno, diciamo così, di approccio irrazionale alla vicenda. Il tampone fai da te, la diagnostica preventiva, non credo sia una soluzione, fare tamponi in stato di paura e farli ognuno per conto proprio senza che ci sia un’autorità sanitaria preposta significa, solamente, ingolfare le farmacie e gli hub, senza un reale motivo. Credo che ognuno debba fare il suo mestiere, quindi noi dirigenti scolastici dobbiamo fare i dirigenti, i docenti fanno i docenti e i sanitari fanno il mestiere per il quale hanno studiato e sono pagati, la vedo in un modo molto elementare, ogni decisione deve essere presa da chi è competente e con motivazione non solo per paura”.