I tifosi: “Siamo molto fiduciosi, ora aspettiamo cambiamenti” - Le Cronache
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I tifosi: “Siamo molto fiduciosi, ora aspettiamo cambiamenti”

I tifosi: “Siamo molto fiduciosi, ora aspettiamo cambiamenti”

di Francesco La Monica

Dopo un lungo ed estenuante tira e molla, la Salernitana è finalmente salva. Un percorso tortuoso, angusto e a tratti drammatico, chiuso come meglio non si poteva auspicare. Il finale, degno di un thriller di Hitchock, ha sancito che l’imprenditore Danilo Iervolino fosse il “salvatore della patria”. Poco male, si fa per dire, se la piazza abbia dovuto assistere alla circostanza che la sua “amatissima” assumesse lo sgradito ruolo di Cenerentola, con la paura di veder cancellata la Salernitana dal calcio professionistico. Nonostante ciò, come è naturale, alla fine della violentissima tempesta, compare sempre l’arcobaleno. Questa volta l’arcobaleno porta il nome di Iervolino che, con il ritorno del bel tempo, porta una ventata d’aria fresca e, con sé, nuovi sogni e speranze per una tifoseria divorata, da sempre, dall’incertezza e dall’instabilità. Negli ultimi sei mesi, la piazza di Salerno si è ulteriormente divisa ed ha visto la squadra recitare un ruolo di comparsa, predestinata al peggio, nel campionato di massima serie. Non solo a causa dell’abominio chiamato trust, ma anche delle scelte sbagliate di chi ha fatto mercato. Oggi, ma non da oggi, Salerno ha bisogno non soltanto di dare un taglio netto col passato, ma anche di un cambiamento totale d’aria e d’orizzonti. Dunque, c’è da augurarsi che il giovane, rampante ed ambizioso neo presidente, insieme al suo entourage, colga, apprezzi e valuti l’esigenza di una città che negli ultimi tempi ne ha viste tante, forse troppe. Non sono mancate, per onor di cronaca, parole di giubilo e di grande stima nei confronti dei tifosi del re delle università telematiche. Un piccolo cambio di rotta, se vogliamo, rispetto alla precedente gestione. Gestione caratterizzata da ingiustificati rimbrotti ed infondate accuse nei confronti di una piazza che, nonostante tutto, non ha mai fatto mancare il proprio supporto.

Il nuovo presidente appare già carico e volenteroso in vista della sua nuova avventura. Sensazioni che, a partire dalla mezzanotte di ieri, stanno vivendo anche i tifosi di fede granata: «Svegliarsi il primo giorno dell’anno, e leggere che la querelle del cambio societario della Salernitana è stata risolta, è stato un grande regalo – dice Vincenzo Sabato – A noi tifosi deve, in primis, far piacere lo svincolo dalla vecchia proprietà. Ora, il primo segnale che deve darci il nuovo presidente è quello di recidere il cordone ombelicale con il passato, azzerando il quadro tecnico e dirigenziale. Auspico, come atto di amore, un intervento deciso sul parco calciatori. Azione questa che possa, quantomeno, consentirci di lottare ancora per la salvezza. La speranza è quella che, finalmente, si possa trovare una stabilità societaria e costruire una vera società sportiva, con un vero settore giovanile e con una dirigenza all’altezza.»

Parere molto simile a quello di Gianpaolo Capozzoli: «Sono sostanzialmente fiducioso ma, non ci crederò fino in fondo, fino a quando non vedrò cambiamenti decisi. Sono come San Tommaso. Se realmente sarà un presidente nuovo, libero e totalmente indipendente dalla vecchia gestione, con le potenzialità economiche che possiede, potremo vederne delle belle. Con la speranza, ovviamente, che voglia investire, sul serio, nella nostra Salernitana.»

Sollevato, lo stato d’animo di Adolfo Gravagnuolo: «Dal 10 maggio in poi le incertezze sono state troppe. Non vi è stata alcuna difesa della sensibilità sociale della tifoseria che, da sei mesi, riempie gli stadi di tutta Italia solo per amore e senza alcuna rassicurazione. Questa instabilità, non ha fatto altro che scavare un solco profondissimo fra la vecchia proprietà e la piazza. Oggi, finalmente, un imprenditore campano è stato capace di risvegliare un entusiasmo sopito da tanto, troppo tempo. Per quanto mi riguarda, già questo basta a ringraziare il dottor Iervolino e il suo entourage.»

Colmo di speranza il commento di Alessandro Di Muro: «L’interessamento di Iervolino è stato da me accolto fin da subito con grande entusiasmo. Ho sperato fino all’ultimo che fosse lui il prescelto, in quanto, tutti i traguardi da lui raggiunti, testimoniano le sue grandi doti imprenditoriali. Ci aspettiamo, innanzitutto, una discontinuità con il passato e che ci sia un rinnovamento a livello dirigenziale. Spero che le sue parole possano trovare riscontro nei fatti: investimenti importanti nel mercato di gennaio per poter rafforzare la squadra e tentare l’ impresa miracolosa della salvezza. In lui ripongo tante speranze e mi auguro che possa diventare un presidente tifoso, che non ci faccia più subire le umiliazioni patite in questi anni. Non fa niente se dovesse arrivare una malaugurata retrocessione, ma ciò a patto che ci sia la rifondazione del settore giovanile e l’affidamento del management a persone competenti che siano in grado di aiutarlo nel raggiungere gli obiettivi che la piazza di Salerno merita.»

Dulcis in fundo, il commento di Roberto Cuomo, che fa un appello al neo presidente Iervolino: «Finita la sbornia di un’insolita notte di San Silvestro, proviamo a riavvolgere il nastro di questi ultimi dieci anni prima di proiettarci nel futuro. Innanzitutto c’è un dato oggettivo del quale non si può negare l’evidenza: Lotito il calcio, e non solo, lo sa fare. Sa raggiungere i risultati con il minimo sforzo economico, e va ringraziato, insieme a Mezzaroma, per questo viaggio durato dieci anni e partito dai polverosi campi della serie D. Percorso culminato con un impronosticabile promozione in serie A. Il calcio però, proprio come la vita, non è fatto solo di risultati e di categorie, ma anche di rapporti interpersonali, di chiarezza e di rispetto di cose e persone. Da questo punto di vista, gli ex proprietari hanno lasciato solo macerie. Un vero disastro causato dalle continue offese con cui, a più riprese, hanno denigrato la storia di Salerno, dei salernitani e della Salernitana. La stessa cessione, effettuata alle 23.58 del 31 dicembre, è qualcosa che non ha precedenti nella storia del calcio mondiale. E ciò senza contare le umiliazioni subite in campo in questo girone di andata. Accogliamo con ottimismo la nuova proprietà, consapevoli che almeno il “falso problema” della multiproprietà è stato finalmente risolto. Non ci accodiamo, però, ai caroselli di chi esprime fiducia a scatola chiusa. Abbiamo buona memoria per ricordare come fu accolto Antonio Lombardi e gli stessi romani. Nessuno deve essere trattato come salvatore della patria: la riconoscenza ci sarà, ma sulla base di fatti concreti e non di annunci. Il nuovo presidente deve comprendere, da subito, che essere accostato al nome della Salernitana è un onore. Deve capire che il rispetto per la città e per i tifosi viene prima di tutto. Poi viene tutto il resto. Siamo consapevoli che ci sarà da ricostruire una società partendo dalle basi, come dalla fondazione dell’inesistente settore giovanile, per finire al costruzione di centro sportivo di proprietà. Ci sarà da pianificare il futuro, programmando un campionato di vertice qualora dovessimo retrocedere. Ma, soprattutto, bisognerà fare piazza pulita nei quadri tecnici e dirigenziali. Caro Presidente, ci aspettiamo meno cene, meno biglietti e meno soffiate agli amici degli amici. È questo l’augurio che i veri tifosi, liberi e non collusi, le fanno, e si fanno, per il nuovo anno e per questa nuova avventura: Salerno e la Salernitana siamo sempre stati noi e continueremo ad esserlo in eterno.»