di Mario Rinaldi
L’anno che sta per concludersi porta con sé la fine (già nota) di una delle attività simbolo del Comune di Fisciano, della Valle dell’Irno e (probabilmente) dell’intera provincia di Salerno: la storica “Gelateria Matteo” ubicata alla frazione Lancusi. L’annuncio fu dato dagli eredi del mastro gelataio nel novembre di due anni fa. Ma oggi, proprio in corrispondenza della fine dell’anno 2024, sono state portate via anche le insegne del punto vendita, unica traccia rimasta di uno dei luoghi più iconici del commercio locale. Era il 1958 quando “nonno Matteo” iniziò a deliziare i palati di grandi e piccini con i suoi gelati, riuscendo a tramandare la passione per l’eccellenza e la tenacia nel portare avanti l’azienda familiare fino alla sua terza generazione. Tanta amarezza per la chiusura definitiva del locale nella Valle dell’Irno, dunque, tra tutti gli amanti del gelato artigianale. “Stiamo lavorando per riaprire a Roma”, questo l’annuncio del 7 novembre 2022. Ed effettivamente la sede nel Lazio c’è ed è situata alla via Campobello 1/C a Pomezia (Roma). Quello che manca è il punto di ritrovo di Lancusi, che per oltre 60 anni ha riunito generazioni di famiglie, che si sono tramandati, attraverso un semplice passaparola, il consiglio di andare ad assaggiare i fruttini gelato o gli stravaganti gusti del gelato pasta e fagioli, ai carciofi, al pomodoro e tanti altri. E, oggi, ultimo giorno dell’anno, nell’animo dei residenti di Lancusi e non solo, affiora un sentimento di nostalgia, che traccia il sentiero di un passato malinconico, fatto di ricordi, spensieratezza e tanta dolcezza. Momenti che emergono nella memoria collettiva di chi ha avuto la fortuna di conoscere il mastro gelataio Matteo e le sue inimitabili opere d’arte al gelato. La rimozione di quell’insegna che ha fatto la storia indica un altro passaggio cruciale: quello di una evidente crisi economica, che come ricordato in più occasioni sta vedendo soccombere le piccole botteghe artigiane schiacciate dal peso delle multinazionali. Un contrasto che è ben visibile anche in questo pezzo di storia che va via: l’artigiano Matteo (deceduto nel 2016 all’età di 90 anni), che con il suo estro e le sue mani produce uno dei gelati più apprezzati non solo a livello locale, ma anche oltre i confini territoriali e nazionali (il gelato di Matteo, grazie alla fama conquistata nel tempo, ancora oggi viene esportato in tutto il mondo) che si scontra con i prodotti industriali, artefatti e per certi aspetti anche dannosi alla salute. La crisi del commercio nella Valle dell’Irno rappresenta una sfida significativa per le piccole botteghe artigiane, costrette a competere con i colossi delle multinazionali e i centri commerciali. Per affrontare questa crisi, le istituzioni locali possono e devono mettere in campo una serie di misure strategiche. Innanzitutto, è fondamentale promuovere la valorizzazione dei prodotti locali attraverso campagne di marketing che evidenzino l’unicità e la qualità delle offerte artigianali. La creazione di eventi e mercati dedicati, in cui le botteghe possano esporre e vendere i propri prodotti, può attrarre visitatori e stimolare l’interesse verso il commercio locale. Inoltre, è cruciale incentivare la formazione e l’innovazione. Le istituzioni dovrebbero offrire corsi di aggiornamento per gli artigiani, aiutandoli a utilizzare le nuove tecnologie e le piattaforme digitali per raggiungere un pubblico più ampio. La digitalizzazione rappresenta infatti un’opportunità per le piccole imprese di competere in un mercato sempre più online. Un altro aspetto importante è la creazione di reti di collaborazione tra le botteghe e le istituzioni, favorendo sinergie tra artigiani, produttori locali e ristoratori. Queste alleanze possono portare a forme di co-marketing e a pacchetti turistici che mettano in risalto l’artigianato e le tradizioni della Valle dell’Irno.