Facebook, 20 anni. Cambiato il mondo. Ma ora lo delude - Le Cronache
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Facebook, 20 anni. Cambiato il mondo. Ma ora lo delude

Facebook, 20 anni. Cambiato il mondo. Ma ora lo delude

di Aldo Primicerio
Sembra ieri. Eppure sono passati 20 anni da quando abbiamo iniziato a cliccare su quello che sarebbe stato il primo social network della storia. Tra alti e bassi, acquisti clamorosi come quello di Whatsapp, scandali, cambi di look e nome, Facebook continua a contare quasi 3 miliardi di iscritti nel mondo. Negli ultimi anni, però, ha dovuto fare i conti con il primo calo di followers da quando è nato. Gli italiani che hanno smesso di utilizzarlo dichiarano che se ne sono andati perché non hanno più visto i contenuti interessanti, che anzi erano diventati erano inappropriati o ricchi di fake news.
La nascita nel 2004, il boom, la prima adulta tra 4 ragazzi, le grandi acquisizioni
Ma, prima di analizzare i giudizi degli italiani sul colosso di San Mateo in California e sui perché del forte calo di iscritti, ripercorriamo in grande sintesi la sus maxi-escalation. “TheFacebook” nasce il 4 febbraio del 2004 in una piccola stanza di Harvard, con Mark Zuckeberg, Dustin Moskovitz, Chris Huges e Eduardo Saverin. In pochi mesi è un fenomeno. Tanto che l’azienda si sposta a Palo Alto, nella mitica Silicon Valley. Il mentore è Peter Thiel, cofondatore di PayPal. Il 6 luglio 2005 sparisce “The”. E poi la prima notizia clamorosa: Zuck rifiuta la proposta di cessione di 1 mld di dollari (!) di Yahoo. Il 24 ottobre Zuck vende l’1,6% di FB per $ 240 mln. L’estate del 2008 FB diventa una grande e, con un boom di iscrizioni, è un fenomeno planetario. Il 2008 è davvero un anno storico. Nella stanza dei bottoni, in mezzo ai 4 ragazzi, entra come Coo la prima adulta, Sheril Sandberg, la prima volta di una donna. Il 18 maggio 2012 è un’altra data storica, l’ingresso a Wall Street. E’ un debutto difficile, con una quotazione di $ 38,23 ad azione (oggi, nel 2024 una azione è a $ 390, dieci volte di più). Ma le date storiche non si contano più. Il 9 aprile 2016, FB acquisisce Instagram per $ 1 mld. Sarà forse l’acquisizione più importante per Zuck. Gli consentirà di acquisire anche Snapchat – un’app multimediale per smartphone e tablet, nata sempre dalla menta di giovanissimi studenti della Stanford University California – e di avvicinare un pubblico più giovane. L’anno dopo un altro acquisto, questa volta da mozzare il fiato, quello di Whatsapp, 1$ 19 mld, una delle più costose acquisizioni della storia. E dopo qualche mese è la volta di Oculus, $ 2 mld.
Il 2018 l’anno più difficile, lo scandalo, la sanzione di $ 5 mld, l’illusione di Meta
Al Mobile World Congress di Barcellona Zuck sale sul palco indossando un visore. E’ un’immagine distopica si direbbe oggi, una visione del futuro in cui viene presagita un’esperienza di vita indesiderabile o spaventosa, quella del metaverso, Internet come unica rete di mondi virtuali. Ma non sarà così. Il 2018 è l’anno più difficile , quello dello scandalo Cambridge Analytica, scatenato dal NY Times e dal The Observer che accusano FB di avere utilizzato illegalmente i dati personali di 50 mln di uternti a scopo elettorale.. Zuck chiede scusa, si presenta davanti al Congresso, è teso. In Borsa recupera terreno dopo un crollo del 30%. Ma il colpo è duro, con una sanzione di $ 5 mld. Poi è il momento di Meta, che però ancora oggi resta una chimesa, una pura utopia.
Il calo di utenti, lo scandalo delle violenze e della dipendenza dai social. I giudizi degli italiani
Ed è il momento del calo planetario di utenti, anche per l’emergere di competitor come Tik Tok e Youtube. Vengono licenziati 11mila dipendenti, anche per la crisi economica. Ma è anche il momento della chiamata davanti al Congresso per rispondere sul tema delle violenze sui minori via social, degli abusi sessuali, sfruttamenti, suicidi. Ed è quello che si vive anche oggi, con la denuncia del sindaco di NY. FB sembra invecchiato e perde iscritti, e chi lo utilizza lo fa meno di prima. In un sondaggio di Swg la ragione è nell’abbassamento della qualità, nell’uso spesso inappropriato dei dati degli utenti, nei troppi contenuti sgradevoli od offensivi, nella presenza eccessiva di fake news. Chi resta iscritto è più passivo di prima, si limita ad osservare i commenti degli altri senza interagire o a leggere e condividere. Dopo 20 anni anche il bilancio sui giudizi è più pesante. Solo per 26 utenti su 100 FB garantisce più benefici. Per il 46% invece procura più danni. Ed èì un giudizio condiviso da tutte le generazioni di utenti. la Gen Z, i Millennials, la Gen X ed anche i Baby Boomers, cioè quelli di noi nati tra il ’46 ed il ’60. C’è chi continua a considerare FB un portatore di benefìci: tenerei contatti con amici e parenti, conoscere nuove persone, agevolare l’accesso alle informazioni. Ma sono in tanti a temerne i danni, in primis la diffusione di fake news, il rischio di dipendenza dai social media, e poi il cyberbullismo e i discorsi di odio, ed i contenuti spesso inappropriati.
Il futuro dei social forse già dopo le elezioni negli Usa e le europee
Cosa accadrà dei social? Forse non dovremo aspettare vent’anni, o dieci, per capire dove andranno i social. E dove porteranno la società, nelle loro evoluzioni. Basterà aspettare probabilmente quest’anno, con le elezioni Usa ed europee, per stimare l’impatto delle reti sociali. Ma se i social continueranno a essere, sempre più, luoghi di intrattenimento e commercio, e sempre meno luoghi di dibattito e di informazione, significa che rinunciano a un ruolo e a una responsabilità importanti, per la società. La politica e il sistema della informazione faranno bene a metabolizzare in fretta questo cambiamento e riposizionarsi di conseguenza.