di Monica De Santis
Elio Caliendo è uno dei pediatri storici di Salerno, ha cresciuto decine e decine di bambini oggi giovani e brillanti ragazzi e ragazze, uomini e donne. Ieri pomeriggio a Palazzo di città, ha ricevuto dalle mani del comandante provinciale dei Carabinieri il Premio Salernitani Doc. Un premio meritatissimo e per le sue origini, e per l’amore che il dottore ha sempre avuto per la sua città, e per la passione per la Salernitana, ma soprattutto per la serietà e la professionalità con la quale ha sempre svolto la sua professione… “Questo premio – spiega il dottor Caliendo – rappresenta per me l’appartenenza alla città di Salerno. Sono stato in dubbio se accettare o meno il premio, poi ho fatto una riflessione, ho diretto e lavorato in un reparto, dove il primo obiettivo era quello di essere alla pari delle migliori rianimazioni italiane in neonatologia e con grande soddisfazione posso dire che questo lavoro è stato fatto e che ancora oggi continua sulla linea tracciata ed è stato anche migliorato. Per questo motivo ritengo di poter essere a pieno titolo un salernitano doc, oltre per il tifo per la Salernitana e anche perchè Salerno è una bella città. Una città che ogni volta che la guardi ti da sempre la stessa emozione, il vecchio che è sempre nuovo. La visione di questa città è sempre nuova, bella”. Lei rappresenta un’eccellenza per quanto riguarda la sua professione. I salernitani in questo hanno fatto un percorso importante sono protagonisti proprio della storia della medicina, della storia di questa città ovunque non solo qui. Per lei la salernitanità che cos’è? “Significa amare la propria città ed essere protagonisti nel sociale della propria città. Nel cercare di migliorare la propria città. Questo significa essere salernitano doc” I salernitani amano la loro città? “Una parte si, ma qua il discorso diventa molto più complicato, perchè le regole si devono anche imporre, certi comportamenti vanno anche imposti. Così si crea l’educazione”. A che punto è la sanità a Salerno, nota delle differenze tra ieri ed oggi? “Bisogna fare tanto, c’è ancora tanto da fare, ma credo che sia a buon livello. Non è facile fare dei progressi. Bisogna dire che negli anni precedenti c’è stata una arretratezza, si sono purtroppo fatti dei passi indietro o meglio non si è stati capaci di adeguarsi rispetto ad altre strutture sanitarie italiane. Adesso si sta colmando questo vuoto, fortunatamente, quelle che prima erano delle lacune stanno piano piano scomparendo”. E’ importante, secondo lei, avere a Salerno un nuovo ospedale? “Diciamo che tutto dipende dai costi. Se ristrutturare il vecchio ospedale costa di più rispetto a realizzare una nuova struttura sanitaria allora ben venga farne una completamente nuova. I medici in questo possono decidere poco, è una decisione politica che si basa tutto sui costi. Su cosa costa di meno”. Però c’è la necessità di avere un maggior numero di medici, soprattutto dopo quello che ci ha insegnato e lasciato la pandemia? “Sicuramente, soprattutto in ospedale. La carenza di medici così come di personale infermieristico è una delle note dolenti del sistema sanitario. Non solo a Salerno ma in generale in tutt’Italia”.