di Erika Noschese
Le elezioni per il rinnovo delle Rsu presso l’azienda ospedaliera universitaria Ruggi d’Aragona di Salerno sfiorano ormai l’illecito. Nel mirino finisce la Cisl, che, secondo le denunce degli iscritti al sindacato, avrebbe cercato di conquistare consensi fino all’ultimo, arrivando a coinvolgere anche il personale assente per malattia. La denuncia è supportata da prove che mostrano messaggi WhatsApp di un candidato Cisl, il quale avrebbe scritto: «Falli venire in orari non fiscali», riferendosi al personale assente per malattia. Il candidato avrebbe poi specificato che i “malati” potevano recarsi al voto dalle 12 alle 17, ma non dalle 10 alle 12 e dalle 17 alle 19. Questi messaggi, che non lasciano spazio a dubbi, mostrano chiaramente un tentativo di spingere i lavoratori a infrangere la legge. La lotta all’ultimo voto si estende anche al personale ricoverato: la Cisl avrebbe coinvolto una dipendente ricoverata, che avrebbe chiesto di votare a letto. Il candidato alla Rsu avrebbe suggerito di farla scendere col pigiama o, in alternativa, di farla vestire normalmente. Già dalla mattinata di lunedì molti dipendenti dell’azienda ospedaliera avevano denunciato una sorta di voto condizionato con i candidati alla Rsu appostati dinanzi ai seggi elettorali nel tentativo di dare indicazione agli indecisi. Una situazione che si ripete puntualmente in ogni tornata elettorale ma ad oggi nulla è mai cambiato e nel frattempo chi prova ad agire in modo corretto e lecito inevitabilmente viene penalizzato da chi, invece, non si tira indietro e spinge tutti al voto, anche chi non potrebbe. Un’altra questione che accende il dibattito riguarda gli straordinari bloccati per infermieri e OSS. Secondo fonti interne, la direzione generale avrebbe adottato questa decisione per recuperare somme di denaro destinate a pagare le posizioni organizzative della Cisl, per un totale di circa 65mila euro. Gli OSS e gli infermieri, che pesano sulle casse dell’azienda ospedaliera per un totale di 3 milioni di euro, si trovano in una situazione di svantaggio rispetto ai medici, per i quali gli straordinari, che ammontano a 18 milioni di euro, non sono stati vietati.





