Presentata ieri mattina nel foyeur del Teatro Verdi “La fille du Regiment” opera còmique di Gaetano Donizetti che inaugurerà venerdì, alle ore 21, la stagione lirica del massimo cittadino
Di OLGA CHIEFFI
Sarà il regista Riccardo Canessa, un fedelissimo del nostro massimo e della città di Salerno a firmare l’opera inaugurale della stagione lirica. Scelta particolare e non poco rischiosa, quell’astuto dosaggio di vaudeville e sospiri in cui si concreta la ricetta della “Fille du Régiment”, che Gaetano Donizetti, compose nel 1840 per l’Opéra-comique di Parigi. Un’ opzione da teatro di tradizione, visto il non grande numero di rappresentazioni nei vari cartelloni, un debutto per la città, per lo stesso regista e per la prima donna, il soprano Gilda Fiume, che debutterà nei panni di Marie. Niente Tirolo, montagne imbiancate, marce, stivali infangati, tende e accampamenti, ma la feluca della Marine Nationale Française per Sulpice, il quale avrà la testa e la voce del baritono Filippo Morace, che da sergente di reggimento passa a capitano di marina, nonché tutore della “marinaretta” Marie, la quale da vivandiera si trasforma in cambusiera. Riccardo Canessa continua con gli omaggi alla nostra terra, passati attraverso il Don Pasquale e la sua villa “costaiola”, lanciandosi in una coraggiosa forzatura degli scenari dell’opera, pur di schizzare, da “genio mediterraneo” una cartolina marina di fine Ottocento, epoca di costruzione dello stesso Verdi, aspettando di realizzare una Cenerentola nei luoghi propri del Principe Ramiro, coreografando insieme a Pina Testa l’ouverture che saluterà scene dal porto dell’epoca. Tanto lavoro, riso e lazzi in conferenza stampa e in scena, poiché è noto che il regista napoletano fa sempre divertire tutti e, stavolta, la storia trasformerà la Marchesa di Berckenfeld, che avrà la voce, il portamento e la perfetta dizione francese del mezzosoprano Claudia Marchi, vero motore della storia, in una padrona di circo, che vorrà “correggere” la condotta da maschiaccio di Marie, sottraendola alla ciurma che sbarca sotto lo chapitau Berckenfeld, alla ricerca di ballerinette sul cavallo, trapeziste e funambole, acconsenzienti ad un bacio rubato. Blues mediterraneo, quindi, poiché la sensualità dei suoni, le memorie che essi custodiscono e le appartenenze che mettono, comunque sempre in gioco il porto e l’attracco di una nave, s’incontreranno in un circo schizzato elegantemente da Flavio Arbetti, con i suoi fasti e le sue melanconie, i suoi eroi e le sue vittime, un grande ghigno di clown attraverso cui, tra i rombi sfumati degli arlequin, si compirà la storia, la poesia, tra ricordi delle grandi famiglie circensi dai Franconi eccellenti cavallerizzi del Cirque Olympique, ai Chiarini del Cirque Royal Espanol ai Gerardi e i Casartelli del nostro Medrano. Flavio Arbetti festeggia con quest’opera i suoi primi dieci anni al massimo cittadino, scenografo di raffinato gusto e sognante inventiva, che non ha lesinato complimenti al cast che farà vivere la sua ultima creazione. Emozione per Filippo Morace capitano del legno francese, che dividerà il palcoscenico con diversi suoi allievi a partire dal caporale Nicola Ciancio, nonché con la protagonista Gilda Fiume che ha conosciuto da allieva al Conservatorio di Salerno, dove insegna, una coincidenza che è una iniezione di speranza per tutti i giovani che si avvicinano alle arti, ai quali da eccellente didatta raccomanda tanto studio e tanta caparbietà, doti che sono a puntello della luminosa carriera del soprano sarnese. Lezione sui corni, inglese e francese, da parte del direttore Antonello Allemandi, che sarà alla testa dell’Orchestra Filarmonica Salernitana e del coro preparato da Tiziana Carlini, strumenti protagonisti in quest’opera, il primo introduce l’ addio a Tonio e ai soldati, “Il faut partir”, un Larghetto, d’ una toccante nostalgia, mentre il secondo apre la sinfonia, “Non certo un capolavoro – ha affermato il direttore d’orchestra – con i suoi echi militareschi e riporti di arie dell’ opera a volte banali”; ma che nell’ impasto con gli altri legni e gli interventi di oboe e clarinetto evocano l’ atmosfera agreste e montana del luogo nel quale l’ opera inizia, appunto il Tirolo e che, in questa produzione dovrà evocare il mare (non dimentichiamo la triade di An der schönen blauen Donau, anche se è acqua dolce)e lo sbarco di sei piccole danzatrici che interpreteranno delle marinarette, un po’ alticce, poiché a dispetto dell’ età “il marinaio beve sempre!” ha tuonato Riccardo Canessa. Tenore d’eccezione al fianco di Gilda Fiume, già memorabile Elvino nella Sonnambula del 2008, al fianco di Annick Massis, eleverà i nove do di petto della più famosa aria dell’opera, che rivelò il giovane Pavarotti, Shalva Mukeria, con la dovuta spavalderia, sicurezza, e volume. A completare il cast l’ Hortensius di Claudio Levantino, la duchessa di Giulia Sensati, un paesano di Paolo Gloriante e un musico, il celebre pianista Maurice Iaccarin. Antonio Marzullo ci attende tutti a teatro, avendo già avviato un’ottima campagna abbonamenti in prelazione, sia per le opere, sia per i validissimi concerti che, dal giorno della prima, il 12 aprile saranno messi a disposizione di tutti, allontanando, così, ogni saccente ombra dalla vita culturale ed economica del massimo cittadino.