Claudio Tortora, direttore artistico del Teatro Delle Arti di Salerno, racconta la soddisfazione di ventuno anni di attività del teatro e il grande successo della prima parte della stagione 2024/2025. Tuttavia, dietro il trionfo culturale, si nascondono anche grandi sacrifici economici e personali. Tortora riflette sul passato e guarda con fiducia al futuro di questa realtà culturale.
Il Teatro Delle Arti è diventato un riferimento culturale per Salerno e provincia. Quanto è stato impegnativo arrivare a questo punto?
È stato un percorso lungo e ricco di soddisfazioni, ma anche di sacrifici enormi. Abbiamo preso un sito abbandonato e, con risorse economiche personali, lo abbiamo trasformato in quello che oggi è il Teatro Delle Arti. Dopo vent’anni, purtroppo, non abbiamo ancora recuperato l’investimento iniziale. Con il teatro non ci si arricchisce, ma almeno speriamo di non rimetterci. La soddisfazione più grande, però, è vedere questo spazio pieno di vita e apprezzato dalla comunità.
Cosa rappresenta per lei questo teatro?
È una fabbrica dello spettacolo, un luogo che abbraccia tutte le arti e offre un’ampia scelta culturale ai cittadini di Salerno. È una grande soddisfazione per tutti noi che ci lavoriamo, ma soprattutto un patrimonio per la città, che ha ora un luogo d’incontro artistico e culturale di qualità.
La stagione 2024/2025 è iniziata sotto i migliori auspici. Ci racconta i momenti più significativi?
Certo. Da ottobre a oggi abbiamo registrato il tutto esaurito per quasi tutti gli eventi in programma. La stagione teatrale conta 800 abbonati, suddivisi tra due repliche per ogni spettacolo. Tra i successi più grandi c’è lo spettacolo con Gino Rivieccio e Natalie Caldonazzo, andato in scena l’11 e il 12 gennaio, scritto da me. È stato emozionante vedere il pubblico rispondere con tanto calore.
Oltre al teatro, ci sono altre attività che hanno caratterizzato questa prima parte di stagione?
Sì, il Teatro Delle Arti è multidisciplinare. Abbiamo ospitato grandi compagnie di balletto, una rassegna dedicata a Puccini e incontri letterari con autori come Claudio Mattone, che ha attirato quasi 200 spettatori. Inoltre, continuiamo a investire sui giovani, con rassegne come il Teatro Scuola e una nuova programmazione cinematografica dedicata agli studenti. Quest’ultima novità ha già ricevuto un’ottima risposta dagli istituti scolastici, e ci sono ancora tre appuntamenti in programma a partire da febbraio.
Un teatro che parla anche ai più piccoli, giusto?
Esattamente. La rassegna “C’era una volta…” della Compagnia dell’Arte, giunta alla sua 13ª edizione, continua ad affascinare i bambini e le famiglie. Anche i Family Show e le iniziative curate da Teatro Novanta hanno avuto un grande successo. Il nostro obiettivo è creare un’offerta culturale che coinvolga il pubblico di ogni età.
Guardando al futuro, quali sono le prossime sfide per il Teatro Delle Arti?
Vogliamo continuare a essere un punto di riferimento culturale, ampliando sempre di più la nostra offerta. Stiamo già lavorando alla seconda edizione di una rassegna di teatro d’avanguardia e organizzeremo nuovi eventi musicali. Il nostro sogno è consolidare il rapporto con il pubblico, ma anche recuperare l’investimento iniziale per poter garantire una stabilità economica alla struttura.
Un messaggio per il pubblico?
Ringrazio tutti i cittadini salernitani che ci sostengono e scelgono di vivere il Teatro Delle Arti. È grazie a loro se questo spazio è ancora così vivo e vibrante dopo vent’anni. Continueremo a lavorare con passione per offrire spettacoli, cultura e opportunità di crescita per tutte le età.