di Pina Ferro
Poco meno di 110 anni di carcere, questa la richiesta del Pubblico ministero a carico dei ragazzi appartenenti ai “I Guaglioni di Via Irno” che hanno scelto di essere giudicati con il rito dell’abbreviato. Nel dettaglio,la pubblica accusa al termine della requisitoria ha chiestola condanna a: 16 anni di reclusione per Aniello Pietrofesa, 7 anni per Alessandro Leone, 9 anni per Alessandro Romanato e Fabio Romanato, 7 anni ciascuno per Ciro Casaburi e Renato Castagno, 8 anni e 6 mesi per Gabriele D’Amato, 6 anni per Guido Enrico, 6 anni e 8 mesi per Giovanni Enrico, 4 anni per Laura Leone e Alberto Villani, 3 anni e 9 mesi per Maria Chiara Capriglione, 8 anni e 9 mesi per Luigi Maresca, 8 anni e 6 mesi per Salvatore Forte, 3 anni e 3 mesi per Fabio Casaburi. Il blitz scatto nel settembre dello scorso anno. I “I Guaglioni di Via Irno” si occupavano principalmente dal traffico illecito di sostanze stupefacenti “pesanti” del tipo cocaina, eroina e crack. Un’organizzazione piramidale a tutti gli effetti, individuata sia dai sodali che dagli acquirenti di stupefacenti come “I Guaglioni di Via Irno” (vista la provenienza di diversi associati, nonché l’area delle basi operative utilizzate), retta da Aniello, Pietrofesa che, in occasione di più riscontri su attività tecniche, viene definito come “capo promotore” o “capo dei capi”. Le indagini hanno portato ad individuare un’organizzazione di drug delivery, con veri e propri centralinisti alternati in turni in possesso di utenze telefoniche “dedicate” (intestate fittiziamente) per ricevere le ordinazioni, disponendo di conseguenza l’appuntamento o anche la consegna a domicilio dello stupefacente. Da diverse escussioni di acquirenti è stato inoltre acclarato come “i Guaglioni di Via Irno” utilizzassero anche Sms “promozionali” per stimolare l’acquisto di droga, ovviamente con linguaggio convenzionale: un esempio su tutti, “Tutte e 3 le kose a 15 euro lento veloce per fumare”, dove “lento” sta per eroina, “veloce” per cocaina e “per fumare” fa riferimento al crack.Mezzi di comunicazione rapidi per una platea di compratori perlopiù fra i 18 ed i 30 anni, un traffico veloce fatto di dosi preparate e pronte al consumo immediato dei più giovani. Un sodalizio che vede anche una presenza femminile, con 3 arrestate impiegate, al pari degli uomini, in attività di confezionamento, spaccio e occultamento di stupefacente o denaro. Un asset criminoso che, per il precipuo modus operandi, non risulta abbia conosciuto battute d’arresto nemmeno con l’emergenza Covid. Elemento che ha, caratterizzato l’organizzazione dei “Guaglioni di Via Irno” è il sistema di mutua assistenza degli associati, evidenziatosi in occasione di arresti in flagranza e delle successive vicissitudini giudiziarie: il capo, Aniello Pietrofesa, si preoccupa di fornire il legale di fiducia, nonché il denaro per pagare gli onorari di competenza, elargendo, inoltre, consigli su come comportarsi dopo essere stati presi dalle forze dell’ordine e messi a disposizione della magistratura.Un giro d’affari tanto corposo da portare i membri dell’organizzazione a numerosi viaggi verso Secondigliano per l’approvvigionamento dello stupefacente da smerciare nel salernitano, con un ricavato stimato di oltre un milione di