Cava: multe, indagini e un audio compromettente - Le Cronache Ultimora
Ultimora Cava dè Tirreni

Cava: multe, indagini e un audio compromettente

Cava: multe, indagini e un audio compromettente

Evacuato il rigurgito di Norimberga scatenato dalla Ridìcula Armada, infrantasi sugli scogli della propria insulsaggine adolescenziale, possiamo tornare alle nostre miserie quotidiane, meno avvilenti dell’isterico show razzista di queste ore. Allora, al Comune di Cava de’ Tirreni sembra esserci un problema grande quanto una casa, tra tanti altri già raccontati qui nel tempo, e tutti, in un certo senso, riconducibili alla stessa matrice, siano essi di natura giudiziaria, siano di altra natura: l’accrocchio politico, l’ “amalgama mal riuscito” (cit.), l’infuso tra culture – diciamo – opposte che pretenderebbe il rilascio di effetti benefici su un corpaccione di quasi 50mila abitanti già confuso e smarrito. Il potere, il danaro sono collanti favolosi ma non sono eterni e se c’è uno «scrupolo» nel sandalo prima o poi inizierà a mangiare la pelle, poi lo strato successivo, infine la carne. Senza farla troppo lunga, se metti Pd, cascame vario di sinistra e partiti di centrodestra insieme a governare qualcosa, il minimo che possa accadere è che qualcuno inizi a segare il ramo sul quale è seduto. Dunque, c’è un diretto collaboratore del sindaco, il «socialista» Vincenzo Servalli, che fa parte di un partito di centrodestra, a sua volta con un piede di qua e uno di là. Insieme governano Cava, unitamente al solito Pd e a qualcos’altro. Magari non per primo ma potrebbe essere stato lui a diffondere la notizia secondo la quale ci sarebbero quattro indagati al Comune per una multa di suppergiù 4mila euro cancellata illegalmente a Servalli (vedi l’edizione di ieri di Le Cronache), il quale avrebbe aggirato la stringente normativa che regola le incompatibilità tra la persona e l’ente in caso di gara elettorale. In pratica, Servalli (più altri citati nell’audio pubblicato sul sito) avrebbe dichiarato il falso sostenendo che per candidarsi a sindaco di Cava non ci fossero impedimenti tecnico-giuridici ad escluderne il diritto. Dichiarazione giurata, solenne, fondamentale. Gli altri tre, presunti complici, avrebbero fatto sì che di questa multa non ci fosse più traccia, sistemando la cosa à la Capaccio, città dove già si piangono lacrime per la stessa cosa, più o meno. Invece la traccia c’era, tant’è che qualcuno potrebbe aver azionato la leva e fatto partire il ventilatore. Chi possa essere stato lo si ignora, ma sono in pochi a meravigliarsi dinanzi a comprensibili vendette-kamikaze, a valle di un maxi scandalo che ha decapitato pezzi del sistema, il minimo sindacale in una città flagellata da corvi, veleni e tutto l’ambaradàn poliziesco che consegue alla guida politica col fiato corto. La faccenda, se confermata dagli sviluppi successivi, presenterebbe seri problemi aggiuntivi. Nel merito dell’inchiesta, se Servalli non era candidabile perché avvinto da un contenzioso pregresso con l’ente, ne discende che l’attività amministrativa e istituzionale fin qui dispiegata sia viziata sul nascere? Chi si farà carico di affondare la lama nel burro, eventualmente? I nomi non contano più di tanto in questa fase, conta il merito, che però oggi passa in secondo piano alla luce della diffusione selvaggia di un audio che dice molto sul tenore amministrativo cavese. Pur se elaborato in buona fede. Come si può ascoltare, chi lo ha spedito si rivolge a un certo “Pasquale” riferendogli di aver avuto conferma ma, al tempo stesso invitandolo a verificare a sua volta, della notifica dell’avviso di conclusione delle indagini della procura di Nocera per i soggetti citati e per quelle ipotesi di reato. Questo audio pare stia facendo il giro del mondo, da diversi giorni. Custodito non troppo gelosamente, a quanto pare. Non racconta la violazione di un segreto, che peraltro nemmeno ci sarebbe più, ma presuppone una consapevolezza della diffusione di una notizia dannosa e lesiva, a prescindere. Certo, non vi si dicono cose criminali o sconvenienti, il collaboratore di Servalli parlava in scioltezza di fatti di sua conoscenza, di notevole rilevanza pubblica, condividendo al tempo stesso una notizia che avrebbe potuto terremotare l’intero Palazzo nonostante l’apparente tenuità del fatto. Se un mio diretto collaboratore viene a sapere che c’è qualcosa che mi può creare grossi problemi, diremmo fatali, e questo collaboratore fa in modo che la cosa si sappia invece di spingere in direzione contraria, oltre a rappresentare in sé «la» notizia, indica che un problema c’è. E che problema. (pierre)