Entra nel vivo la campagna elettorale a Capaccio Paestum. Ha presentato ufficialmente il suo impegno Emanuele Sica, esponente della classe politica cittadina che ha già le idee molto chiare.
Presidente Sica, cominciamo dal principio: perché questa candidatura?
“Perché è necessario un cambio di rotta, un nuovo modo di guidare la città di Capaccio Paestum, una diversa gestione della cosa pubblica, ben radicata nel presente e focalizzata sui problemi attuali, ma capace, allo stesso tempo, di proporre soluzioni che guardino anche al futuro. Non possiamo continuare a sprecare risorse per edificare cattedrali nel deserto, dispendiose ed inutili. Necessita una visione d’insieme, un lavoro di programmazione ed una scaletta delle priorità per costruire oggi un domani diverso. Gli implacabili numeri dello spopolamento al Sud devono farci riflettere sulla necessità di tutto ciò perché altrimenti questo famoso domani, di cui tanto si parla, potrebbe non esserci più”.
“Il futuro è ora” cosa vuol dire?
“Perché è ora, nel presente, che si può e si deve costruire un futuro migliore. È un ragionamento semplice, ma purtroppo viene applicato poche volte, se non addirittura mai. Il futuro è ora perché siamo convinti che un avvenire diverso si costruisce giorno per giorno con impegno e dedizione. È come costruire una casa: non si parte dal pavimento, ma con lo scavo per le fondamenta e ancor prima con uno studio geologico del terreno. Un buon padre di famiglia, ciò che dovrebbe essere chi amministra, sa come spendere i soldi per poter arrivare a fine mese e non spreca risorse senza pensare al domani”.
Due le liste, fino a questo momento, a Suo sostegno…
“Sì, esatto. “Libertà e progresso per Capaccio Paestum” e “Scelta Comune” sono due compagini pronte a far parte di una coalizione, ma ovviamente il discorso con altre realtà cittadine e non solo è ancora aperto. Ben vengano l’associazionismo, il mondo del volontariato, i partiti e chiunque voglia dare una svolta a questa città perché ce n’è davvero bisogno”.
Se si candida è perché c’è qualcosa che non va. Cosa?
“Purtroppo è sotto gli occhi di tutti. Partiamo dai settori produttivi più importanti di Capaccio Paestum: turismo ed agricoltura, giusto per fare un esempio, sono entrati in un vicolo cieco ed ora stanno facendo solo dei considerevoli passi indietro. C’è il problema della disoccupazione giovanile, che certamente non affligge solo Capaccio Paestum, ma di sicuro qui si è fatto e si fa poco per contrastarla”.
Ovviamente, avrà già le idee chiare sui punti programmatici. Quali?
“C’è un’agenda totalmente da rifare, sia negli interventi che sulle priorità. Ovviamente, si tratta di temi che toccano nel vivo la nostra comunità, motivo per cui possono sembrare scontati o superficiali, ma non lo sono dato che riguardano la vita quotidiana della gente di Capaccio Paestum. Penso alla delocalizzazione e realizzazione del nuovo mercato ortofrutticolo, che darebbe nuovo slancio al settore agricolo, alla realizzazione della cittadella scolastica, alla trasformazione dell’attuale palestra Olimpya in un palazzetto dello sport, moderno e multifunzionale, alla riqualificazione di Piazza Santini e di quel centro urbano che purtroppo non è mai nato, alla realizzazione di una stazione ferroviaria degna di una città, al centro storico e alla valorizzazione delle ricchezze storico-culturali, ad un serio piano parcheggi, alla messa in sicurezza del fiume Sele e degli argini. In più dobbiamo definire un serio piano di tutela e valorizzazione dell’ambiente e delle nostre bellezze naturali, della fascia pinetata, del mare, quale grande attrattore, combattendo con ogni mezzo gli sversamenti illeciti e inquinanti. Bisogna puntare ad un turismo diverso e di qualità, immaginando soluzioni sostenibili ed innovative. Abbiamo Paestum e il suo museo, due gioielli che il mondo ci invidia: perché non creare una fitta collaborazione con queste realtà anche attraverso l’attivazione di collegamenti, di accordi, di bonus per quei turisti che scelgono di visitare l’area archeologica e poi fermarsi in una struttura ricettiva della città? Si potrebbe pensare, giusto per fare un esempio, a dei bus elettrici accessibili a tutti che girino per la città collegando i diversi punti di attrazione. La collaborazione tra enti è fondamentale ed è alla base della programmazione. Collaborare è anche un altro modo per declinare quel “futuro è ora” di cui sopra”.
C’è chi l’accusa di essere stato troppo vicino all’attuale sindaco e quindi di non rappresentare il nuovo…
“Cinque anni fa ho dato il mio sostegno ad Alfieri sulla base di un preciso programma elettorale per la riqualificazione ed il rilancio della città, un programma che, purtroppo, sin dal nostro insediamento, è stato ampiamente disatteso. Il mio continuo invito a rispettare gli impegni presi ed il dissenso verso metodi e scelte che ritenevo dannose, oltre che in contrasto con il programma elettorale, mi hanno reso inviso all’attuale sindaco, portando alla frattura che poi si è consumata dentro e fuori il Consiglio Comunale. In coerenza con i principi ed i valori che da sempre animano la mia azione politica ho continuato a svolgere il mio compito secondo i doveri e le prerogative previste dal ruolo, animato da un profondo rispetto per le istituzioni ed i cittadini che mi hanno assegnato l’onere e l’onore di rappresentarli nell’assise civica. Dal mio punto di vista la libertà è il sale della democrazia ed un elemento indispensabile per poter lavorare al meglio, senza sotterfugi, accordi, senza do ut des, senza piccoli ricatti. Per questo ho subito le ire e le angherie di chi comanda ed ho sperimentato sulla mia pelle la scarsa attitudine al rispetto delle persone e delle istituzioni. Io non insulterei un rappresentante della cosa pubblica durante un’assise comunale, né etichetterei la democrazia con termini dispregiativi. Anche in questo Capaccio Paestum deve cambiare, dimostrandosi capace, come sono certo che sia, di selezionare una nuova classe dirigente finalmente degna del suo valore ed il suo prestigio”.