di Antonio De Marco
“U sinnaco viecchio è caruto e pe’ chiro nuovo chissà chi si porta”. Quando in un comune un infarto politico sopraggiunge nel periodo festivo sono le famiglie e i singoli nella loro frenesia a fare da amplificatore ai vari avvenimenti. Velocità che s’incontra con la modernità da social. E la rappresentanza familiare. Con la famiglia chiamata a dare il suo contributo a quella e questo alfiere. E’ quello che accade a Capaccio in questi giorni. In un anno e mezzo sono successi parecchi fatti. Già un anno fa. Apprendemmo che sul cimitero si erano insediati i casalesi che facevano a parte con un assessore sui loculi per il caro estinto. Via l’assessore e cambio di tecnici al municipio. Il processo non si è ancora tenuto e non sappiamo chi sono gli innocenti e chi i colpevoli. Storia simile alla bonifica. Percentuale sugli appalti, dicono le inchieste annunciate in pompa magna. Una serie di incendi prendono di mira i fienili di dirigenti ed impiegati. I due gruppi che “comandano” sul palazzone rosso dello Scalo cominciano a sussurrare nomi, circostanze e imprese. Il presidente De Luca sostituisce il commissario in carica. Via il primo, ritenuto troppo burocrate. Però dice di voler moralizzare. Ne arriva un secondo, uomo di mondo, è stato anche dirigente del Pd. Vuole moralizzare anche lui. Nel mirino sembra che non ci siano sempre gli stessi. Il sindaco Palumbo applaude entrambi. Il vecchio leone della politica locale, Gaetano Fasolino, arriva alla conclusione che per la poltrona di sindaco, occorra puntare sul medico Enzo Sica, ed inizia una manovra alla lontana. I tempi, nella politica locale, sono sempre delle variabili indipendenti. Palumbo maltratta un po’ di consiglieri comunali, di quelli convinti della necessità della loro partecipazione alla cosa pubblica. Li avevano ingaggiati semplicemente per un’alzata di mano in consiglio comunale, l’incomprensione era tutta qui. I nove, tanti erano, vanno da un notaio e firmano per le dimissioni … anche del sindaco. Palumbo la prende male, evoca corruzione, soldi da tutte le parti. Ovviamente non c’è lo straccio di una prova. Ed evoca la sgradevole sensazione di non avere nessuna considerazione per chi fino a qualche settimana stava nella sua giunta o lo sosteneva in consiglio comunale. L’unico che si può permettere di volare alto è Giovanni Piano. Anche questa fase è chiusa è ora siamo alla formazione della nuova classe dirigente. Infine il prefetto di Salerno Francesco Russo a seguito delle dimissioni rassegnate dai consiglieri di Maggioranza ha sospeso il consiglio Comunale di Capaccio Paestum nominando la dottoressa Rosa Maria Falasca commissario prefettizio.