di Andrea Pellegrino
Sfiora lo strappo politico ed anche personale il botta e risposta tra Antonio Fasolino e Stefano Caldoro. Amici da sempre e compagni (politici) di lungo corso, sarebbero ad un passo da un doloroso addio. Terreno di scontro è la mancata candidatura di Antonio Fasolino al Parlamento, che ha tutto il sapore di colpo di mano di Mara Carfagna riuscito anche grazie ad un disimpegno di Stefanio Caldoro che, ora, rischierebbe di perdere un amico ed un riferimento politico. Dito di entrambi che resta puntato verso l’ex ministro alle pari opportunità, con Caldoro che scrive in un post: «Antonio è stato chiamato a firmare la candidatura ma nessuno ha mai avvertito che quell’adempimento era inutile. Nel suo collegio non aveva candidature alternative, come dimostra la scelta finale. Era il candidato più forte ma si è scelto diversamente, anche contro gli interessi di Fi e della nostra coalizione». Ma poi l’ex governatore invita alla calma e replica ad alcune dichiarazioni di Fasolino pubblicate su Repubblica: «Antonio Fasolino meritava più di altri questa opportunità. Detto ciò non condivido alcune considerazioni a caldo ed imprecise ricostruzione dei fatti. Tutto quello che è capitato spero non giustifichi in nessun modo un disimpegno dalla battaglia elettorale. Spero che il tempo riporterà serenità». In particolare Caldoro si riferisce a Cesaro e De Siano: «Hanno difeso la sua candidatura mentre sono a conoscenza di lunghi incontri tra Fasolino e Mara Carfagna nei giorni antecedenti la presentazione delle liste». La replica di Fasolino non si è fatta attendere: «Vivo normalmente sereno. Nessun disimpegno dalla battaglia elettorale. Anche io confermo: da qualche parte non si commettono errori. Sono e rimangono metodi da combattere, pratiche che non possono essere banalizzate o insipidamente licenziate». A Salerno il caso Fasolino non è l’unico a tenere alta la temperatura in casa azzurra. Nonostante l’apertura al dialogo di Aniello Salzano, nessun messaggio distensivo sarebbe giunto dal gruppo di Carfagna & C. Anche Gaetano Amatruda lancia un segnale distensivo: «È il momento della responsabilità. Adesso bisogna correre per Forza Italia e per il Presidente Berlusconi. A Salerno troppi errori. Poco rinnovamento, chiusura alla società civili ed atti poco chiari e sleali verso candidature che avrebbero dato un sicuro e qualificato apporto. A Salerno si erano determinate tutte le condizioni per la vittoria. Adesso bisognerà lavorare il triplo. Non ci sono alternative all’impegno, non ci sono dove bisogna battere il sistema De Luca e la inconcludenza grillina». Stamattina ci sarà la presentazione della lista dei candidati al Polo Nautico. Chissà se sarà il luogo giusto per la pace.